domenica 8 novembre 2020

Trump, i tanti buoni motivi per cui doveva essere rieletto

Pubblico e riprendo con questo post un articolo a sua volta pubblicato su diversi media (altri blog e social vari), attribuito a Giulio Meotti, giornalista de "Il Foglio". E' una analisi interessante di chi sia stato e cosa abbia fatto Donald Trump, uno dei presidenti americani più sottovalutati della storia.

"Non sono mai stato un trumpiano tanto per fare, non ho mai amato certe sue mattane e familismi e che non abbia letto più di cinque libri in vita sua, ma ora che ha perso qualcosa va detto chiaro.
Trump è stato eletto per porre fine ai cosiddetti interventi 'umanitari' e lo ha fatto.
Ha eliminato il Califfo Baghdadi e il Generale Soleimani senza farsi trascinare in nuovi Vietnam.
Ha annullato l’'accordo' di Obama che avrebbe dato all’Iran una via alle armi nucleari, una nuova Monaco.
È uscito dal ridicolo accordo sul clima di Parigi.
Ha rafforzato la posizione di Israele in Medio Oriente e costretto Emirati Arabi, Sudan e Bahrain a farci la pace.
Ha osteggiato l’Onu.
Ha detto agli europei che dovevano contribuire di più alla propria sicurezza, oltre al proprio luna park sociale.
Ha eletto giudici importanti alla Corte Suprema, nemesi della cultura progressista che vorrebbe l’America simile alla Svezia (penso ad Amy Barrett e alla sua famiglia [che ha preso il posto di quella, recentemente defunta, che per ventisette anni ha prostituito la legge all’ideologia]).
Ha completamente cambiato il modo in cui gli americani pensano alla propria dipendenza dai prodotti cinesi a buon mercato. Mai prima la Cina ha sentito una minaccia al proprio dumping economico planetario. Quando un paese industriale avanzato non è in grado di produrre mascherine chirurgiche, guanti e gel per le mani e ibuprofene durante una pandemia, significa che la globalizzazione si è spinta troppo oltre. Va rivista per non morire in suo nome. E questo vale anche per l’Italia.
Ma il più grande risultato di Trump è stato nell’economia. Durante i primi tre anni della sua presidenza, una quota importante di ricchezza è andata ai lavoratori più poveri.
Ha portato crescita salariale agli svantaggiati. Ecco perché gli elettori nelle zone dimenticate del paese, i 'forgotten men' che ho descritto due giorni fa, hanno votato per lui nel 2016 e in numero ancora più grande nel 2020. Ecco perché un numero sorprendente di afroamericani si è rivolto a lui quest’anno. Con la 'giustizia sociale' le minoranze non mangiano. Le sue restrizioni all’immigrazione hanno ridotto la concorrenza per gli americani più poveri.
Trump tornerà a giocare a golf in Florida.
Quella che perde è una certa idea della realtà. E’ quella che ha portato molti immigrati che lavorano duro a votare Trump e quasi tutti i bianchi benestanti a votare Biden.
Perdono i vecchi, sporchi rapporti umani e vince il Silicio dei 'social'. Perde la nazione e vince il 'villaggio globale'. Perde l’idea che la propria cultura conta e vince il multiculturalismo.
Dopo questa festa di liberazione da Trump ci sarà da lavorare per l’Occidente.
Se devo scegliere fra il mondo di Oprah, di chi butta giù le statue e degli accademici che lavorano per una società di individui indefiniti, e il mondo di un operaio americano dai denti consumati dal tabacco e di un messicano rispettoso delle regole e con il rosario in tasca, non ho dubbi".