Gli Stranglers fra gli anni '70 e '80. Greenfield ha i baffi |
Un suono inconfondibile il suo, notturno come gli Stranglers, il gruppo inglese anticonformista di cui è stato una delle quatro anime 'cattive', assieme a Hugh Cornwell, Jean-Jeacques Burnel e Jet Black, quattro 'tipacci' che seppero magistralmente transitare dal punk alla prima new-wave, solo apparentemente grezzi ma in realtà carichi di virtuosismi, specialmente attraverso le tastiere suonate da Greenfield, che per molti ricordavano quei Doors che Dave giurava di non conoscere nemmeno.
Qui, per ricordarlo, vi propongo tre brani: il primo è "The Raven", tratto dall'album omonimo del 1979, giusto per fare capire quanto gli Stranglers avessero già intrapreso una strada musicale che si discostava dal 'rumore' provocatorio del punk per associarsi a venature più articolate ma comunque graffianti; il secondo è del 1981, l'album successivo, "The Gospel According to the Meninblack", dove l'uso dei sintetizzatori è decisamente più presente, secondo l'uso dell'epoca, come si sente in "Waitingfor the Meninblack", peraltro in versione solo musicale; la terza canzone è tratta dal fortunatissimo disco "Feline" ed esprime a partire dal titolo ("Midnight Summer Dream") un viaggio nel vaporoso sogno di una new-wave evoluta e sempre più addolcita verso un gusto ai limiti del barocco.
Buon viaggio Dave, quando finisco di lavorare da queste parti prenderò un biglietto per il tuo prossimo concerto.