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domenica 30 aprile 2023

Frozen Autumn in concerto, fra new-wave, dark ladies e look alternativi

Look alternativo allo Slaughter Club (foto Bordignon) 
Un tunnel spazio-temporale mi avvolge mentre mi avvicino allo Slaughter Club, delizioso piccolo sito post-industriale dimenticato in un angolo di Paderno Dugnano.
Rivedo la pelle nera, gli stivali, le borchie, i ciuffi e i capelli finalmente pettinati come si deve, nelle fogge più strane, proprio come 'ai miei tempi', quando i capelli ancora li avevo.
Un tuffo nei meravigliosi anni '80, anche se in pochi fra i presenti li abbiano veramente vissuti, quando essere 'alternativo' non rappresentava una posa politica né comportava presunti diritti personali da accampare, quando studiare il proprio essere per renderlo diverso dal mondo circostante era un'esigenza, una proposta, creando una nuova personalità sviluppata attraverso la musica che ognuno preferiva ascoltare e nella quale poi costruiva la propria cultura, anzi 'sottocultura' (intesa, almeno per noi, in senso assolutamente positivo).
Erano gli anni del 'look', sicuramente più propositivi di quelli monotoni, piatti e intruppati del giorno d'oggi, quando i punti di riferimento arrivavano dalla cultura europea o, in certi casi, addirittura mitteleuropea.
Bisogna ringraziare Soraya Maggio che, in questo club alle porte di Milano, ha radunato un folto gruppo di amici e appassionati in occasione del concerto di un gruppo italiano, The Frozen Autumn.
Personalmente sono rimasto più avvinto nell'osservare il pubblico che nell'ascoltare la musica di Diego Merletto e Arianna "Froxeanne", un po' troppo lontana dai miei canoni di purista della 'new-wave' anni '80.
E il pubblico ha risposto: bambine molto cattive con l'abito nero (e colletto bianco) di Mercoledì Addams, aviatori anni '30 in tenuta militare, monelle con tanto di collare con anello o addirittura di spuntoni (entrambi pronti per la catena), dark-ladies vestite con profluvi di calze a rete autoreggenti rigorosamente smagliate, tubini e gonne di pelle cortissime, erotismo ridondante ma mai fine a se stesso, il tutto rigorosamente a ritmo di musica.
Subito dopo The Frozen Autumn sono tornato a respirare 'aria di casa', con la dj session, che ha proposto, fra gli altri, Alien Sex Fiend e Bauhaus.
Soddisfatto ho preso l'uscita, non senza molestare più di qualcuna delle splendide 'dark lady', chiedendo loro la possibilità di una foto, vergognosamente eseguita con il cellulare a disposizione e non con la mia macchina fotografica.
Letteralmente 'uccidendomi', una ragazza ha risposto: "La foto non è mai merito della macchina, ma di chi fa lo scatto".
Scusandomi per il risultato, posto tutto qui sotto, alla fine di questo articolo oscuro nato in una notte 'dark'.

Le altre immagini della serata, 'da cellulare Bordignon':



lunedì 10 agosto 2009

Nel ventre della notte
mi disseto della mia compagnia...

Visto che la notte è calata da tempo su Milano, e osservando la foto di Kaya&Hizaki, non posso che dire che... ogni ora è un'ora buona per ricominciare a vivere!
PS:
a Milano, è l'1.20 in questo momento, è cominciato a piovere a dirotto, mentre il vento fa piegare i rami degli alberi... semplicemente fantastico ed esaltante...

venerdì 10 luglio 2009

Dark Lady + Occhi a Mandorla = Fascino Irresistibile

Intermezziamo un poco con qualche bella immagine di... contorno... già sapete quanto mi affascini il mondo del dark e dell'oscurità. E, qualcuno fra voi, chi mi conosce, sa anche quanto mi affascini il mondo dell'Oriente.
Dark+Oriente, ed ecco che il gusto e il coinvolgimento raddoppia.
La sensazione di piacere che provo nell'osservare i lineamenti di una ragazza orientale è davvero estrema, e se poi questa è avvolta in un contesto gotico, ecco che tale piacere assume vette di edonismo assoluto. "Occhi a Mandorla! Come?". "Oci a Mandola!" (pronuncia originale...). E cosa guardano quegli occhi così stretti nelle loro fessure? Come vedono il mondo? Attraverso quali percorsi mentali raggiungono il piacere?
Siamo culturalmente diversi, lo saremo anche per il resto? Ho provato in passato a lasciarmi coinvolgere dalla dolcezza di bamboline orientali, e
alla fine le ho trovate ancora profondamente divise dal mio modo di vedere e interpretare l'universo.
Eppure un'inquietudine le turba e mi turba mentre le osservo, cercando di strappare loro il segreto custodito agli angoli dei loro occhi, proprio
sotto le ciglia curatissime. Non lo conosco, ma fa parte dei miei desideri più nascosti...
Amo la tonalità della voce giapponese, con un timbro lungo sulle parole e non spezzettato come quello cinese, simile quasi alla pronuncia italiana, ma così incomprensibile.
Forse è questo l'elemento di maggior
fascino: l'assoluta, totale, completa incapacità di comunicare con questi popoli lontani e diversi, ma così esteticamente affascinanti, che negli anni '80 turbarono e ispirarono le liriche di David Sylvian e che qui voglio proporvi con alcune 'madrine' d'eccezione: l'attrice Lucy Liu per la Cina, la 'race queen' e modella Park Soo Kyung per la Corea e l'attrice Mayumi Sada per il Giappone... il tutto permeato da una coltre di tristezza, ansia, oscurità e 'quel certo sentimento' difficile da esprimere... avremo tutti presto un vestito grigio, un cuore d'acciaio e uno sguardo dagli occhi a mandorla? Oci a Mandola, scusami, hai ragione... Lasciami perdere nell'immenso del tuo viso... ascoltando Les Pizzicato Five... 

martedì 26 maggio 2009

Dark Lady, la sensualità del peccato originale...

Il fascino di una Dark Lady, nascosta, oscura, lentamente avviluppata in uno scialle nero di velluto, gestisce il tempo che ticchetta e si stende sulle rive di un tramonto lungo un fiume diretto verso le tenebre… Non esistono domande per il suo fascino, non esistono risposte su cosa lo crei, noi conosciamo solo l’entità, la sogniamo di fronte a noi, accanto a noi.
La Dark Lady scende dalla
lunga e sinuosa scala funerea e gioiosa, uno sguardo intenso perso nel vuoto, perché la Dark Lady non può considerarti, ma solo altezzosamente essere amata e venerata, accompagnata fino al bordo dell’universo, e qui con un piccolo passo saltare nell’infinito che la renderà eterna e indimenticabile.

L‘intensità di un labbro dischiuso, di un indice appena in movimento, di una mano fatta roteare, di una caviglia che si muove impercettibilmente, del rumore di un tacco o d
i uno stivale che infrange il silenzio di una notte ancora lontana, tanto lontana da quell’alba e quel sole che uccidono l’immaginazione e i sogni. Restiamo nel buio quindi, continuiamo a sognare e a colorare l’aria che ci circonda, costruiamo fantasie da abbracciare nel nulla, ospitiamo follie macabre che il giorno non capisce né accetta. Nella notte tutto può accadere, anche se non succede mai. La Dark Lady, lei è lì: ora ti guarda e ti osserva, sopravvivrà a te, per sempre.

Un caposaldo della musica che 'solo dopo' sarà conosciuta come 'dark': Siouxsie & The Banshees (con Robert Smith dei Cure alla chitarra) si esibiscono nel 1983 all'Hammersmith Odeon di Londra in uno dei loro pezzi più intriganti: "Israel"...