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domenica 28 novembre 2021

Alè, alè, alè Scudier: il tifo Devils torna a casa e ritrova un vecchio amico

Niki Scudier con i tifosi dei Devils a fine gara
Prendi un palazzetto del ghiaccio, mettici un gruppo di tifosi carichi di nostalgia ma pazzamente amanti dell'hockey, infilaci dentro una squadra che scende sul ghiaccio con i colori rossoneri, aggiungi in pista un giovanotto di belle speranze con la scritta 'Scudier' sulle spalle e mettine un'altro, un po' più stagionato, in panchina che se lo chiami "Scudier!" si gira e ti saluta e il cocktail è lì, pronto, bello da servire.
Per una sera l'Agorà ritorna PalaCandy, con un nutrito gruppo di 'scudieri' sugli spalti agghindati con le sciarpe che un tempo furono dei Devils Milano, quelli di Mike Richards e Gates Orlando, di Tony Circelli e Roberto Romano, di Mark Roberrt Napier e Murray Eaves, fino a Jari Kurri, Tom Chroske, Sergio Momesso, Mike De Angelis e i compianti Larry Rucchin e František Procházka. E, ovviamente, di quel Niki Scudier tutto preso a dare indicazioni sulla panca degli Old Boys Milano.
La partita è quel che è, trattasi della 'solita' IHL Division 1: per chi era presente al 'derby' con i Milano Bears trattasi un po' di delusione. Tanto che il Chiavenna, avversario di turno e sceso anche stavolta sul ghiaccio in formazione rimaneggiata, ha buon gioco nel contenere gli assalti avversari e addirittura, controbattere colpo su colpo e passare per primo in vantaggio.
I tifosi rossoneri (quelli 'doc' provenienti dall'universo spazio-tempo Devils) decidono che è anche il caso di fare scivolare un 'pezza da trasferta' sui tubi della tribuna, ed ecco che un bel "Squad" (che starebbe per "Squadriglia") si srotola affiancato da una drappo 'crociato' rosso su bianco con logo Milano.
Gli Old Boys riescono a rimettere in piedi la partita, dal pubblico 'ritrovato' si alza qualche timido applauso e incitamento. "Mi aspettavo di peggio, il livello non è male", azzarda qualcuno in sciarpa rossonera, proprio pochi secondi prima che il Chiavenna ritrovi il pareggio dopo una sconcertante azione difensiva dei milanesi che, in chiave hockeistica, ricorda in maniera esilarante la 'topica' fra Tatarusanu e Gabbia che ha portato al gol 'calcistico' della Fiorentina contro il Milan pochi giorni fa.
Quello che succede sul ghiaccio conta fino a un certo punto, è sugli spalti che abbondano gli abbracci (con mascherina, ovviamente), vecchie conoscenze che si ritrovano dopo un quarto di secolo (letteralmente...), pacche sulle spalle e birre scolate in compagnia. Ex-single trasformatisi in mariti, mogli, padri e madri, ed ex-fidanzati tornati single, in 25 anni non è cambiato solo l'hockey su ghiaccio milanese...
Scorrono gli ultimi minuti di gioco, il chiavennate Samuele Succetti si fa molti 'amici' (si fa per dire) in tribuna mentre entra in panca puniti ma, come in ogni bella favola che si rispetti, la parola 'fine' è lietissima per i tifosi rossoneri (quelli vecchi dei Devils e quelli nuovi degli Old Boys), con la rete decisiva del 4-3 realizzata proprio dal 'figlio di Scudier', Davide (che, scritto così, sembra rievocare antichi 'albi' di "Tex", come "Il figlio di Yama"), che insacca la rete decisiva in inferiorità numerica al 56'56": per lui due gol e un assist, mentre in tabellino finiscono a più riprese anche Bryan Suevo (un gol e tre assist), Matteo Cesarini (un gol) e Gabriele Finessi (quattro assist).
Finita? No. Per rendere il tutto perfetto mancano il giro di pista degli Old Boys davanti agli applausi del pubblico rossonero (vecchio e nuovo) e, soprattutto, l'assalto alla panchina con abbraccio (sempre rigorosamente con mascherina) con Scudier il Vecchio, foto di rito, ringraziamenti, promesse di rivedersi presto e un grido che torna a riecheggiare nel PalaCandy (ops...): "Alè, alè, alè Scudier!!!".

Per la cronaca della partita vi invito alla lettura del sempre inappuntabile articolo di HockeyTime, sito che copre tutte le partite di tutti i campionati nazionali ed esteri.

Qui sotto la galleria fotografica con le foto... mie (Massimiliano Bordignon)











domenica 21 novembre 2021

Gol, pugni e pubblico, torna il derby dell'hockey milanese

La rissa da cui nasce l'espulsione di Andrea Pirelli
Quando sabato sono arrivato davanti all'Agorà (ex PalaCandy) ho capito subito che c'era qualcosa di diverso nell'aria: il blindato della polizia davanti al palazzetto per una partita di Serie C (chiamatela come volete, la IHL Division 1 quello è) lo dovevo ancora vedere. Eppure, evidentemente, anche un derby in tempi imbarazzanti per l'hockey milanese può provocare qualche fremito e rivalità.
Alla fine, però, il blindato avrebbe avuto più senso dentro al ghiaccio, con 99 minuti di penalità complessivi, un paio di espulsioni e regolamenti di conti che, pare, si trascinino dalla prima sfida 'amichevole' stagionale. Alla sirena finale nessun rissone com'era lecito immaginarsi, giusto qualche confronto labiale vis-à-vis per mettere le cose a posto.
Il tabellone recita 4-0 per la squadra ospite, gli Old Boys (che vendicano così il 2-5 dell'andata), scesi a riscaldarsi con una maglietta bianca a bordi rossoneri ostentati molto bella, che però, colpevolmente, non ho fotografato pensando che sarebbe poi stata indossata durante la partita (ho scoperto stamane come sia la maglia di casa, in effetti il derby si giocava in trasferta... va beh, ora lo sapete anche voi).
Per i Milano Bears si tratta della 4.a sconfitta consecutiva, per gli Old Boys della seconda vittoria di fila, con i 'cugini' quasi raggiunti e staccati di un solo punto in classifica.
La partita è stata fin da subito indirizzata nel punteggio, ma il primo periodo ha visto la prevalenza dei 'padroni di casa', sostenuti da una curva affollata e tornata... in curva, in un palazzetto riempito da 500 spettatori circa e favoriti dai troppi falli dei rossoneri, con conseguenti superiorità numeriche.
Nasce così il primo grande protagonista della serata: Alessandro De Zordo, figlio del coach Andrea, ma soprattutto 'muro umano' con 29 'saves' e alcune paratone su tiri a botta sicura da parte dei rossoblù; e Samuele Finessi, capitano e autore della hat-trick che ha steso i padroni di casa (con due assist di David Scudier, altro figlio d'arte) prima della rete finale di Bryan Suevo.
Intanto la curva del Milano intonava alcuni 'sempreverdi' del tifo hockeistico: dal gentile invito rivolto ai propri beniamini, scandito a sillabe durante ogni rissa, "U-cci-de-te-li", all'antichissimo "Passo del Maloja" (lo si ascoltava fin dai tempi di Jim Corsi...), per proseguire poi con "Sei come Van der Sar" (cantato da ragazzi che forse il portiere olandese manco sanno chi sia), chiudendo con un classico più recente come "Che bello è, quando esco di casa".
Fra i rossoblù ha probabilmente pesato l'espulsione di Andrea Pirelli, miglior attaccante della squadra, dopo un quarto d'ora del primo periodo, con la formazione guidata da Tomo Hafner che ha faticato oltre il previsto a trovare sbocchi per concludere a rete, causa però anche di una perfetta gara difensiva da parte degli avversari (chi si ricorda l'Alleghe di Paul Theriault?) che, va detto, hanno saputo anche usare le mani, in una gara non cattiva ma dura, con diverse 'hit' e qualche 'vendetta' finale da parte dei Bears, soprattutto nei confronti del 'peperino' Scudier.
Un derby sentito, viste le reazioni degli Old Boys alla terza rete (ma anche alla quarta), il 'mucchio selvaggio' a fine gara attorno alla gabbia di De Zordo e il giro di pista finale, su una pista in teoria 'nemica' ma che, oltre a qualche insulto, ha riservato (forse un po' sorpresa) parecchi applausi e pacche sulle spalle da parte dei tanti presenti accorsi per sostenere una squadra che ha moltissimi legami con i Diavoli Rossoneri (e per qualcuno pure con i vecchi Devils) e che, proprio per questo motivo, non si capisce perché non abbia deciso di puntare su di un nome tanto storico e 'inclusivo' (termine ora tremendamente di moda) che coinvolgerebbe sicuramente una più ampia fetta di pubblico.

Per la cronaca della partita vi consiglio di leggere il sempre puntuale articolo di HockeyTime.
Per gli assenti, invece, ecco una galleria fotografica della gara (oltre al pre e al post-gara), da cui emerge quanto io sia stato più attento alla cronaca che alla qualità delle foto. Vi troverete la gioia rossonera dopo ogni marcatura, i giocatori dei Bears stesi sul ghiaccio dopo le 'hit' subite, la rabbia di Pirelli al momento dell'espulsione e la carica agonistica di un giocatore degli OBM (chi? boh...) alla fine del secondo periodo, al rientro negli spogliatoi.