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venerdì 4 febbraio 2022

Serie TV: "Tin Star" salvata dagli attori, il resto è da buttare

I tre protagonisti di "Tin Star"
"Tin Star"
è una serie che logora e che ho guardato sino alla fine soprattutto per la bravura degli attori. Gli ultimi secondi della terza stagione salvano, parzialmente, il telefilm con Tim Roth splendido protagonista, dalla bocciatura piena.
Eppure, malgrado tutto il male che se ne possa dire, si tratta di una serie a tratti quasi divertente, da seguire tutta d’un fiato e che, dopo una prima stagione partita benissimo e proseguita con qualche dubbio, nella seconda si era pericolosamente afflosciata per poi ritrovare ritmo e suspence nella terza.
“Tin Star” è una serie sciaguratamente folle e priva di senso, sceneggiata da un autore in evidente stato di alterazione psichica. La si potrebbe definire una via di mezzo fra un'opera 'pulp' e una 'fantasy', con uno humour forzato che, in certi passaggi, potrebbe far tornare alla memoria “Fargo”, ma che di quest’ultima non possiede la stessa potenza e credibilità.
Ci sono dei cattivi ‘cattivissimi’ di cui però si conosce molto poco, senza antefatti né vissuto. Lo stesso personaggio interpretato da Roth, Jack Devlin (che poi si scoprirà essere tale Jack Worth), comincia il trittico di stagioni come padre di una famiglia felice e le termina come assassino spietato, che peraltro coinvolge moglie e figlia nella propria follia omicida e nichilista.
Soprattutto nella terza stagione, l’ansia omicida che pervade tutti (e si sottolinea ‘tutti’) i protagonisti prevale sulla trama, lasciandosi sopraffare da incomprensibili paradossi. E così si mischiano matrimoni con il sorriso a omicidi di preti sfigurati, gente gettata casualmente dalla finestra a simpatiche bevute nei pub di Liverpool, famiglie distrutte senza pietà ne remora alcuna a trenini carichi di bimbi che calano nel pieno di festini che riempiono case dove scorrono alcol e droga.
In tutto ciò, il finale, totalmente privo di logica, dona almeno coerenza all'incoerenza e al teatrino dell’assurdo costruito in tutte le puntate precedenti.
Applausi, ovviamente, per Tim Roth, in versione ‘hooligan’ della vita, affiancato dalla ‘famiglia’, composta da Genevieve O’Reilly e Abigail Lawrie, per un trittico tutto britannico che, soprattutto nella terza serie, ambientata nella Merseyside (con tanto di colonna sonora adeguata, da Gerry and the Pacemakers a Echo and the Bunnymen), rende credibile almeno l’ambiente circostante, una Liverpool persa fra violenza e povertà.
Tre stagioni (2017-2020), probabilmente, sono potute bastare. Anzi, forse sono state fin troppe. (fonte: Milano Reporter)

martedì 23 novembre 2021

ArteKino Festival, tutto pronto per la sesta edizione

Una immagine da "Sami, Joe und Ich" (foto ufficio stampa)
E' tutto pronto per la 6.a edizione di ArteKino Festival, festival cinematografico digitale che celebra il giovane cinema europeo, presentato attraverso il canale culturale Arte.tv.
A inaugurare l’evento, interamente gratuito, sarà la proiezione del film svizzero in concorso "Sami, Joe und Ich", martedì 30 novembre all’Institut français - Centre Saint-Louis di Roma. E protagonisti, assieme ai film, saranno anche gli spettatori, che con il loro voto potranno provare a vincere uno dei tre premi messi in palio dal festival.
La manifestazione prenderà il via ufficialmente il 1° dicembre, per chiudersi con l'ultimo giorno del 2021.
Il festival nasce nel 2016 per promuovere la ricchezza e le bellezze del cinema d’autore continentale e condividerle con un pubblico il più vasto possibile, utilizzando il digitale e le nuove tecnologie, ed è pensato in particolare per permettere a tutti gli europei di avere accesso a lungometraggi che, altrimenti, potrebbero difficilmente trovare nelle sale cinematografiche dei propri Paesi, nonostante il successo di critica e l’inclusione in numerosi concorsi internazionali.
I film in concorso, che saranno disponibili in 32 paesi europei e in sei versioni linguistiche (francese, tedesco, inglese, spagnolo, italiano e polacco) su Arte.tv e sul canale YouTube ARTE Cinéma, saranno 12, con l'intento di rendere omaggio alla diversità culturale e linguistica europea.
Oltre al film elvetico che aprirà la manifestazione, in concorso ci saranno anche le pellicole tedesche "Jiyan, LOMO: The Language of many Others", "The Last to see Them" e "Wood and Water"; le ucraine "Inner Wars" e "When The Trees Fall"; il film polacco "Call me Marianna"; il belga "Petit Samedi"; il rumeno "Uppercase Print"; il serbo "Oasis" e il britannico "Nocturnal".

Ecco, di seguito, altre immagini legate ai film in concorso fornite dall'ufficio stampa
"Press Play - Comunicazione e Pubbliche Relazioni".