Non so se si chiami ancora così la parte finale di via Mac Mahon. Purtroppo non mi fermo in quell’ameno centro residenziale. Prima di viale Benedetto Marcello, mi fermo in un bar a chiedere informazioni. Lì trovo la prima vagonata di zanza che mi osserva strano, in particolare un terzetto di slavi, probabilmente russi a guardare la loro pelle slavata (slavi… slavata… sarà un caso?): due ceffi inguardabili più una ex maitresse che si bevevano truci una birra al tavolino di colore argento con le gambe di plastica. Ovviamente il bar è gestito da cinesi che manco sanno dove vivono, a loro basta respirare e tirare un giorno dopo l’altro, figurati se sanno dov’è via Lambruschini, meta finale del mio ‘viaggio’, ovvero la Triennale Bovisa. Un tizio dall’accento ‘terron’ (che in quel gruppo di personaggi sembra un ariano con tanto di croce al merito della Wehrmacht) mi indica la strada corretta: riprendo il mio macinino (facendo ben attenzione di non essere seguito) e attraverso la piazza, quindi una via che mi fa sbucare in uno slargo dove ci saranno non meno di un centinaio di sudamericani che ciondolano (probabilmente da tutto il giorno) vestiti in canotta, mezzi pantaloni, scarpe da tennis, berrettini stile rapper e altre minchiate del genere. Se mi
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Dopo un sottopasso eccomi spuntare in ‘un mondo fatato per sognar’… guarda via Lambruschini e i suoi locali hollywoodiani: da sinistra a destra ecco ‘Gnam Gnam’ (una sorta di pizzeria fagotteria ma soprattutto vunceria, chi non sa il milanese faccia ricerche in Internet), quindi lo 'Spago Bar', che solo il nome mi fa ribaltare dalle risate, ma che comunque, va detto, spara una musica elettronica fuori dal locale a 1000 decibel e mi sembra figo davvero (ovviamente sempre di zanza parliamo) e quindi, meravigliosa, ecco stagliarsi la Triennale Bovisa. Casino, in ogni senso. Vi dico subito che topa ce n’è, e tanta, giovane e fresca, quella che piace a Papi insomma, e pure a me. Ho notato che da un po’ di tempo a ‘sta parte va molto di moda il look alla Paris Hilton, ovvero piccola biondina (o morettina) in abito agghindato, minigonna strepitosa, tacco rancido e sguardo voluttuoso. Se avessi potuto ‘pettinarle’ con lo sguardo sarei stato padre di una tribù in pochi minuti… in realtà mi facevano anche un po’ ridere, qualcuna più di altre, meno bella ma assai più maiala (quando cevvò cevvò). Decisamente difficile assegnare il premio ‘Smandrappona della Serata’ che avrei insignito con piacere sul petto di numerose contendenti.
Alla fine così, dopo un paio di orette in cui ho potuto osservare l’arrivo dell’ambasciatore cubano in un privè interno ricavato nella struttura (con questo bel fautore del comunismo gran faccia da puttaniere e sigaro cubano in bocca, ma vaffanculo va...) e la decadenza degli umani neuroni rimasti nel cervello delle astanti in stile Acqua Lete, me ne sono ito alla possente Ford Puma nera (figata…). Non prima di essermi spinto ancora più oltre nel mondo a g