martedì 16 giugno 2009

Music4Free, una notte a zonzo fra gli zanza...

Non c’è niente da dire, a Milano ci si diverte. Se ne vedono veramente di tutti i colori in ‘sta cazzo di città. Roba dell’altra sera. Un viaggio nella notte milanese, ma non la notte dei ‘vips’, bensì in quella degli ‘zanza’. Very Important Zanza, o VIZ, come li chiamo io. La possibilità di vivere questa serata ‘sshpeccìale’ mi è stata fornita dalla meravigliosa Music4Free, serata organizzata da L’Habana, ovvero ‘cuba libre’ a go-go. E allora dai, salta dentro la machine, che si fa un giro guitto per le strade della città dimenticata ma assorbita nella notte. Sto abbastanza ciovàne con questo language molto cadenzato? Sapete, qui nel ‘mònto’ della ‘Millàno da père’, il language è molto shfigolo, giusto per capirsi tra bande, anzi pandillas, perché adesso tutti ‘sti cazzo de favelari c’han portato una nuova cultura con cui interagire, quella dei ‘latin kings’. Bella merda! Tambien, come se dise, mischiando castigliano e veneziano, punto il mirino della mia Ford Puma (che ganza, tutta nera anzi, tutta negra!) dritto filato verso ‘le Villette’.

Non so se si chiami ancora c
osì la parte finale di via Mac Mahon. Purtroppo non mi fermo in quell’ameno centro residenziale. Prima di viale Benedetto Marcello, mi fermo in un bar a chiedere informazioni. Lì trovo la prima vagonata di zanza che mi osserva strano, in particolare un terzetto di slavi, probabilmente russi a guardare la loro pelle slavata (slavi… slavata… sarà un caso?): due ceffi inguardabili più una ex maitresse che si bevevano truci una birra al tavolino di colore argento con le gambe di plastica. Ovviamente il bar è gestito da cinesi che manco sanno dove vivono, a loro basta respirare e tirare un giorno dopo l’altro, figurati se sanno dov’è via Lambruschini, meta finale del mio ‘viaggio’, ovvero la Triennale Bovisa. Un tizio dall’accento ‘terron’ (che in quel gruppo di personaggi sembra un ariano con tanto di croce al merito della Wehrmacht) mi indica la strada corretta: riprendo il mio macinino (facendo ben attenzione di non essere seguito) e attraverso la piazza, quindi una via che mi fa sbucare in uno slargo dove ci saranno non meno di un centinaio di sudamericani che ciondolano (probabilmente da tutto il giorno) vestiti in canotta, mezzi pantaloni, scarpe da tennis, berrettini stile rapper e altre minchiate del genere. Se mi fermo a chiedere altre informazioni lì, sono perduto. Per cui volto tutto a sinistra e… oplà, cazzo, ho sempre detto di avere il senso dell’orientamento io!

Dopo un sottopasso eccomi spuntare in ‘un mondo fatato per sognar’… guarda via Lambruschini e i suoi locali hollywoodi
ani: da sinistra a destra ecco ‘Gnam Gnam’ (una sorta di pizzeria fagotteria ma soprattutto vunceria, chi non sa il milanese faccia ricerche in Internet), quindi lo 'Spago Bar', che solo il nome mi fa ribaltare dalle risate, ma che comunque, va detto, spara una musica elettronica fuori dal locale a 1000 decibel e mi sembra figo davvero (ovviamente sempre di zanza parliamo) e quindi, meravigliosa, ecco stagliarsi la Triennale Bovisa. Casino, in ogni senso. Vi dico subito che topa ce n’è, e tanta, giovane e fresca, quella che piace a Papi insomma, e pure a me. Ho notato che da un po’ di tempo a ‘sta parte va molto di moda il look alla Paris Hilton, ovvero piccola biondina (o morettina) in abito agghindato, minigonna strepitosa, tacco rancido e sguardo voluttuoso. Se avessi potuto ‘pettinarle’ con lo sguardo sarei stato padre di una tribù in pochi minuti… in realtà mi facevano anche un po’ ridere, qualcuna più di altre, meno bella ma assai più maiala (quando cevvò cevvò). Decisamente difficile assegnare il premio ‘Smandrappona della Serata’ che avrei insignito con piacere sul petto di numerose contendenti.

Alla fine così, dopo un paio di orette in cui ho potuto osservare l’arrivo dell’ambasciatore cubano in un privè interno ricavato nella struttura (con questo bel fautore del comunismo gran f
accia da puttaniere e sigaro cubano in bocca, ma vaffanculo va...) e la decadenza degli umani neuroni rimasti nel cervello delle astanti in stile Acqua Lete, me ne sono ito alla possente Ford Puma nera (figata…). Non prima di essermi spinto ancora più oltre nel mondo a gironi di Rankxerox, arrivando fino a Ospiate di Bollate, ridente località dove potete trovare lo splendido pub ‘Loch Ness’. Anche qui la zanzeria è notevole, ma sicuramente meno pretenziosa della Bovisa Triennale (dove tra l’altro si respira la classica aria da universitario comunista in vacanza con i soldi di papà) e sicuramente più alla mano. Anzi, se proprio volete passare una serata tranquilla e alla portata, vi raccomando questo pub sito (bello 'sito' neh?) in una via internissima sullo stradone che esce da Milano. A un certo punto (però non so a che punto) girate a sinistra e siete in una via di cazzo e poi lì vedete, sta a sinistra la viuzza; però non chiedete, meglio… Per chi conosce la Milano degli Zanza by Night, l’atmosfera ricorda molto quella dell’ormai defunto ’Uno per Cento Company Pub’ in ‘zona via Canonica’. Brutto, cattivo, ma tanto accogliente. Adattissimo per uno zanza come me...