mercoledì 3 giugno 2009

Sto via pochi giorni e guarda che ti ritrovo:
Milan e Kakà, una barzelletta senza fine...

Senza parole. Rimane poco da dire di fronte al circo Togni che il Milan sta improvvisando da un po’ di tempo a questa parte. Un gioco delle parti dove ogni partecipante/attore recita un copione già scritto per una ‘soap opera’ (quasi comica) che però alla fine si chiude con un finale amaro per lo spettatore/tifoso rossonero, che da troppo tempo rimane alla finestra a osservare sgretolarsi il muro di gloria che il club milanista si era costruito con fatica in questi anni. Addio a Carlo Ancelotti quindi, l’allenatore ‘pane e salame’ che era stato bello avvicinare a Nereo Rocco, ma addio anche a Kakà, il brasiliano che si batteva il petto mentre il pubblico del Milan cantava ‘Non si vende Kakaaaà!’. Una barzelletta. A cui però, va detto, in pochi avevano creduto. Sembra che la dirigenza rossonera ritenga i propri tifosi più fessi della media. Bastava girare per i bar e fermarsi ad ascoltare la gente parlare per capire che (quasi) tutti non si aspettavano certo la permanenza di Kakà fin dai tempi (non) sospetti dell’assalto al Manchester City.
Il ‘movimento di massa’ del tifo rossonero per sostenere la permanenza del brasiliano in rossonero, tanto decantato dai media, in realtà era composto da una cinquantina di persone...
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