Il ‘nuovo’ Milan di Leonardo esordisce a Varese in una calda giornata di luglio (come quasi tutte le giornate di luglio). E a chi mi trova le differenze rispetto alla passata stagione gli regalo un cioccolatino. 2-0 ai ‘cugini’ del Varese, doppietta di Pippo Inzaghi, sembra un film già visto: primo gol con scatto sul filo del fuorigioco, secondo dopo una ubriacante azione di Ronaldinho. Squilli. Qualche applauso. Qualche rimbrotto a Berlusca seduto in tribuna a fianco del ‘fido’ Galliani.
In realtà il ‘nuovo’ Milan di Leonardo è il ‘solito’ Milan che abbiamo imparato ad amare/odiare negli ultimi anni: sempre alla ricerca della buona giocata, che magari ti viene meglio se hai grandi giocatori in rosa (un nome: Kakà), a caccia di qualche impervio incaponirsi in movimenti con poco costrutto. Il ‘solito’ palo di Seedorf su punizione calciata da 76 metri. Applausi. Un po’ di noia, con il giornale usato un po’ a mo’ di berretto da ‘magut’ (aiuto muratore in milanese, ndr), un po’ come ventaglio...
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