mercoledì 17 novembre 2021

Il cancro islamico in mezzo a noi: arrestata a Milano 19enne pronta al martirio

Mentre, a causa dell'immigrazione incontrollata, la presenza islamica aumenta di giorno in giorno in Italia, senza che nessuno, a livello politico, cerchi di porvi rimedio, l'ennesimo fenomeno di 'radicalizzazione' è stato scoperto a Milano, dove una 19enne di origini kosavere è finita in carcere per il reato di associazione con finalità di terrorismo.
La giovane era sposata con un 21enne miliziano di origine kosovare, legato alla cerchia relazionale dell'attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim, e si era dedicata alla 'causa' del terrorismo islamico dall'età di 16 anni.
La giovane era tanto imbevuta di religione islamica che, secondo quanto spiegato dal capo della Digos di Milano, Guido D'Onofrio, sarebbe "uscita solo due volte in quattro mesi" dall'appartamento alla periferia di Milano in cui abitava con il fratello perché "riteneva consciamente di non contaminarsi con gli occidentali". E ancora, sempre D'Onofrio aggiunge che "non aveva alcuna vita sociale, e in casa vestiva sempre con l'hijab" (l'abito che, secondo alcuni, sarebbe simbolo di libertà...). Stando le indagini, coordinate dai pm Alberto Nobili e Leonardo Lesti, la giovane era arrivata in Italia dal Kosovo lo scorso agosto avrebbe lasciato l'abitazione solo per recarsi a rinnovare la carta d'identità e fare il vaccino per poi "autorecludersi in casa".
La ragazza sarebbe anche stata protagonista di un cosiddetto 'network femminile estremista', con oltre duemila chat di sostegno materiale e ideologico allo 'Stato Islamico', con rapporti diretti, sempre via chat, con mogli di detenuti per fatti di terrorismo o con mogli di cosiddetti combattenti. Nel telefono sono stati trovati manuali per l'addestramento, contenuti audio e video fotografici di chiaro stampo apologetico dell'Isis, con anche recentissimi riferimenti al teatro afghano. In particolare la foto diffusa dai canali mediatici del Califfato del responsabile del grave attentato all'aeroporto di Kabul il 26 agosto 2021 e rivendicato dall'IsisKhorasan. L'appartenenza della donna all'Isis e alla sua cellula balcanica è provata da una registrazione audio in cui si esibisce in un 'anasheed', canto a cappella islamico, che testimonia la sua "condizione di assoluta sottomissione", spiegano gli investigatori, al Califfato islamico e all'esaltazione del suo leader defunto Abu Bakr Al Baghdad, in onore del quale la ragazza ha anche manifestato la disponibilità al martirio. (fonti: AGI / ANSA)