giovedì 23 luglio 2009

'Happy Hour' no grazie, io voglio la 'Sad Hour'

Aridateme la ‘Sad Hour’. Cos’è? Beh, facile. L’opposto dell’’Happy Hour’, questa scure pendente sul nostro capo, sui nostri tramonti ormai condannati e costretti al peso insopportabile di bicchieri ad alto tasso di gradazione anche quando la temperatura estiva raggiunge i 40°. Voglio tornare al servizio bar in stile anni ’60 o anche ’70, e pure ’80: basta ‘Martini Sbagliati’, ‘Cuba’ e altri cocktail dai nomi effervescenti. D’ora in poi quando esco voglio solo e soltanto bere Crodino, Sanbitter e Camparino proprio se si vuole trasgredire, mentre da mettere sotto ai denti portatemi niente più che patatine e olivette.

L’’Happy Hour’ la lascio volentieri a coloro che non temono di mischiare i propri germi a quelli di tutti coloro che spingendosi, urlando e ansimando toccano, tastano, soppesano e ammiccano tutte le ‘prelibatezze’ disposte sui tavoli, senza tenere presente che su queste, ormai è stato appurato, si depositano decine di diversi tipi di urea dei simpatici presenti in sala che nemmeno conoscete: in pratica vi beccate i residui del piscio altrui, vicenda a dir poco scioccante o financo intrigante se stessimo parlando di bondage femminile, meno visto che intorno a voi ci saranno diversi ‘ragionier Rossi’ e ‘geometra Bianchi’ di cui volentieri ignoriamo gli aspetti sessuali più intimi.
L’’Happy Hour’ fra l’altro nasce come un qualcosa di distintivo. Ormai invece la fanno tutti, e ciò la rende ancora più triste. Dalle 7 del pomeriggio in poi c’è gente che evita la famiglia pur di non mancare l’appuntamento (spesso in occhiali scuri anche se fuori c’è pieno sole) con la ‘caipiroska del pomeriggio’.

Chi tra voi che mi legge si ricorda, a Milano, del vecchio e san
o ‘Moscatelli’? In Corso Garibaldi, un personaggio a dir poco pittoresco, ancora legato al classico ‘bianchino’. Da lui l’olivetta era assicurata, e forse anche la patatina, ma era la tua perdio, servita nella vaschetta d’ordinanza. Ora ‘Moscatelli’ è un posto ‘che fa figo’. Molto trendy, o supposto tale, come per tutto ciò che ruota attorno alla deprecabile ‘Happy Hour’. Di fronte a tutto ciò io torno ‘Sad’, per un’ora tutta mia, senza caos, gente che ti spinga, che parli a voce alta, a caccia di sfoghi dopo un giorno vissuto a base di frustrazioni. Vorrei un posto seduto da solo, a un vecchio tavolo rotondo, come in ‘1984’ al ‘Bar della Vittoria’. Sorseggio un chinotto, o una spuma. Leggo la cronaca locale. Domenica gioca il Milan. Può essere sufficiente per arrivare fino a sera, e poi, fra poco, comincia ‘Rischiatutto’