Visualizzazione post con etichetta Comunismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Comunismo. Mostra tutti i post

martedì 11 febbraio 2025

Giorno del Ricordo: perché essere fascista non deve essere reato, ma massacratore di civili sì

Resti umani dalla foiba di Vines, presso Albona d'Istria (fonte Wikipedia)
Le foibe sono ormai una realtà incontestabile e drammatica della storia italiana, una tragedia che ha portato non solo a massacri e uccisioni, ma anche a deportazioni di massa, che il 10 febbraio viene commemorata con il Giorno del Ricordo.
Le vittime furono italiani, anzi istriani, gente soprattutto di lingua veneta, figlia di un'area geografica difficile, spesso costretta a sopravvivere più che a vivere, stretta nella morsa delle invasioni austriache dal Nord e slave dall'Est.
Un tempo direttamente collegate al grande Impero Asburgico, forse l'unica realtà politica in grado di amalgamare e coinvolgere entità etniche diverse, una volta finite sotto la dominazione italiana e sabauda, ecco come la sovranità di quelle terre sia stata sempre meno difesa e rivendicata, colpa di governi uno più pavido dell'altro, costretti nell'asservimento ai nuovi padroni americani, e schiavi della nuova entità europea costruita a uso e consumo degli stessi Stati Uniti.
Da una parte l'America, dall'altra la Russia, a farne le spese gli italiani. Anzi, gli istriani, accusati di essere 'fascisti' e giustificando con questo termine qualsiasi violenza, stupro, uccisione e massacro fosse concessa alle cosiddette 'vittime' slave. Vittime di guerra, sia ben chiaro, e non per questo giustificate al ruolo di presunti vendicatori, non contro l'esercito regolare o fascista, ma contro i civili innocenti.
Lo stesso termine 'fascista' dovrebbe cessare di essere considerato dispregiativo, e comunque non diverso da quello di 'comunista'. Fascisti sono coloro che, per vari motivi, imbracciarono una fede e un ideale che animò gli spiriti di tanti giovani della prima metà del secolo scorso, quanto invece di colore 'rosso' colorò la seconda metà.
L'essere stati 'collaborazionisti' del Partito Fascista Italiano non rappresenta assolutamente una colpa, o non lo è esattamente come lo è stato essere collaborazionisti dei partigiani, a propria volta assassini e autori di tante tragedie nascoste dalla storiografia italiana. Oppure, se venga considerato un crimine il primo, deve esserlo chiaramente anche il secondo.
Eppure, ancora oggi, soprattutto da quotidiani come "Il Manifesto", esistono personaggi come Eric Gobetti, che riescono ad alzare una mano per sentenziare, per esprimere un 'ma', un 'però'.
Senza dimenticare che, dentro alle foibe, spesso ancora vivi, non vennero gettati solo fascisti, ma intere famiglie di civili che con il fascismo non avevano nulla a che fare.
Ricordiamo le foibe, allora, ma ricordiamo anche i carnefici comunisti che le perpetrarono, slavi ma anche italiani. Comunisti.

mercoledì 31 agosto 2022

Mikhail Gorbaciov addio, l'Occidente esalta il 'nemico' che gli spalancò le porte della resa

Raissa e Mikhail Gorbaciov (da VareseNews)
Addio a Mikhail Gorbaciov, l'eroe della Perestrojka, ultimo segretario del PCUS, leader dell'URSS e tra gli artefici principali della sua distruzione. Forse è per questo motivo che piace tanto ai capi di stato dell'Occidente capitalista, e per lo stesso motivo non viene esaltato da quelli che ancora strizzano l'occhio al vecchio regime comunista o a cui piace il clima 'dittatoriale' che lo caratterizzava.
Aveva 91 anni e ormai era l'ombra del capo di stato che incontrò Giulio Andreotti a Milano, al termine di una splendida passerella tra due ali di folla a fianco dell'affascinante moglie Raissa.
Incommentabili le frasi di giubilo di una persona che ritenevo intelligente quale Marco Rizzo, esponente dei Comunisti Italiani. Comprensibile però il tentativo di ridurre la portata di un personaggio che piace tanto all'Ovest perché abbia contribuito a smontare l'Est.
Facile amare un nemico che si arrende senza combattere. Nella seconda metà degli anni '80 fu suo il cosiddetto tentativo di riformare il sistema socialista, allora in piena crisi, con parole d'ordine quali 'perestrojka' (ristrutturazione) e 'glasnost' (trasparenza).
Nel capoluogo lombardo tenne una conferenza stampa insieme all'allora presidente del Consiglio italiano, Andreotti, in cui affermò che la NATO e il Patto di Varsavia dovevano diventare organizzazioni sempre più politiche e sempre meno militari. Affermò anche che la Primavera di Praga in Cecoslovacchia nel 1968 aveva delle giuste rivendicazioni di libertà. Successivamente lui e la moglie furono accompagnati in Piazza della Scala dall'allora sindaco (socialista) Paolo Pillitteri, e anche in questo caso la folla arrivò sino a piazza Duomo per vederlo. Milano fu per lui un punto di riferimento costante, politico e culturale, in cui ritornò diverse volte per incontri internazionali e conferenze.

mercoledì 29 dicembre 2021

Hong Kong, popstar e giornalisti in manette per 'sedizione'

Denise Ho, a destra, con l'attore Nicholas Tze
La pop star di Hong Kong e alcuni giornalisti locali sono stati arrestati dalle autorità governative comuniste.
I giornalisti, sei, erano ex dipendenti della testata locale "Stand News" e sono stati fermati con l'accusa di "pubblicazione sediziosa".
Un reporter dell'agenzia AFP ha visto il caporedattore del giornale, Patrick Lam, che veniva condotto in manette nell'edificio dove ha sede la testata.
"Stand News" è la seconda testata giornalistica di Hong Kong presa di mira dalla polizia di sicurezza nazionale, dopo "Apple Daily", che ha chiuso nel mese di giugno dopo che le autorità avevano congelato i suoi beni secondo una legge di sicurezza nazionale imposta da Pechino per frenare il dissenso.
Anche la pop star locale DeniseHo, che aveva fatto parte, fino a novembre, del consiglio di amministrazione della pubblicazione, è stata arrestata.
Gli arresti sono stati trasmessi tramite una diretta Facebook e sono avvenuti prima dell'alba, con gli ufficiali che hanno detto al viceredattore Ronson Chan di avere un mandato per indagare sulle accuse di "cospirazione per pubblicazioni sediziose" e che Chan doveva smettere di filmare.
Fra gli altri arrestati l'avvocato ed ex legislatrice Margaret Ng e l'ex caporedattore di "Stand News", Chung Pui-kuen. (fonte: AGI)

martedì 2 giugno 2020

E su "La Repubblica" si paragona l'America a Iran e Cina

Gli 'statisti' citati da "La Repubblica" nell'articolo anti Trump
Lo fa sotto voce, ma lo fa. Senza ritegno. Negli ultimi giorni "La Repubblica" che pure, con la nuova direzione, ha fatto qualche passo in avanti nei confronti della qualità della propria informazione, ricasca sempre nel proprio vizio originale, quello di una demagogia sinistrorsa e preconcetta.
E così gli ultimi giorni si sono riempiti di prime pagine dedicate alla 'Nuova Destra' che scende in piazza, in cui vengono curiosamente dimenticate le pagliacciate di ANPI e altri ex combattenti ex tutto che, il 25 aprile prima e il 1° maggio poi, sono scesi in piazza somministrandoci la consueta litania sui 'valori della resistenza'.
Pur di rimestare nel torbido ora si dà, ovviamente, addosso a Donald Trump, cui è stata sommariamente data la colpa della morte di George Floyd, ucciso, in una città governata da un sindaco ebreo democratico di sinistra, da un poliziotto che già aveva compiuto atti di violenza ma che nemmeno era stato indagato da un procuratore donna, Amy Klobuchar, che avrebbe dovuto correre alla vicepresidenza per Joe Biden, espressione antitrumpiana per ecellenza. Ma la colpa, per "La Repubblica" (e non solo) resta di Trump. Un po' come in Italia, dove la colpa è di Salvini. O in Europa, dove la colpa è di Orban.
Così, l'argomento principe del 2020, dopo il coronavirus, è la morte di Floyd, scusa rigeneratrice degli spiriti eternamente sconfitti di chi vota a Sinistra.
Fino ad affermare che, dietro le violenze avvenute dopo la morte del nero di Minneapolis ci siano i suprematisti bianchi. Che sia colpa di Trump se la polizia, di fronte a disordini incommentabili e da guerra civile, si permetta di caricare i 'dimostranti' (in realtà bande di violenti e criminali).
Fino ad arrivare a regalare più di mezza pagina alle rimostranze di Paesi come Iran e Cina (cui viene aggiunta la Russia), dei quali, per carità di patria, vengono ammesse le politiche - come dire? - un filino dittatoriali. Insomma, si arriva a fare un paragone fra lo Stato che, nel bene e nel male, rimane comunque un punto di riferimento democratico per le nazioni di tutto il mondo, e due fra le nazioni più sanguinarie e monolitiche del pianeta. Espressione guarda caso delle due ideologie più infette mai esistite, che solo noi, figli degeneri di una Europa un tempo rispettata e temuta, abbiamo accolto senza ritegno nei nostri confini: il comunismo e l'islamismo.

giovedì 13 febbraio 2020

Vauro, il perché della sua inutile presenza in tivù

Una vignetta di Pubble dedicata a... un uomo ubriaco!
Vauro, chi o che cosa è? Un nome, un cognome, una cosa, trattasi di animale, concetto bizzarro, essere multiforme o polimorfo. Di sicuro, è uno degli ospiti della trasmissione "Dritto e Rovescio", condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4.
In ogni posto serve lo 'scemo del villaggio', la persona che diventa l'oggetto della derisione, oppure il capro espiatorio, il personaggio ieratico al contrario, la 'summa' del male.
Se un qualsiasi imbecille avesse espresso concetti negazionisti e offensivi nei confronti della Shoah e dello sterminio degli ebrei, sarebbe stato cacciato a pedate e messo alla pubblica gogna. Le affermazioni di costui sulle foibe sono passate invece sotto silenzio, giustamente ampliate dai media di Destra e dai social schierati in quel senso. Per il resto, mutismo. Vauro è ancora lì, criticato e insultato in un macchiettistico 'gioco delle parti' cui lui si presta, immagino sia perché lautamente pagato sia perché altrimenti in pochi si accorgerebbero dell'esistenza di questo omuncolo dall'accento strabico e dal gusto estetico orribile.
La sola consolazione è che però, il motivo ultimo e unico della sua persistente permanenza televisiva, è quello del rendere visibile a tutti quanto possa essere ripugnante, nella forma e nel pensiero, la presunta ideologia vetero comunista che ancora, purtroppo, alligna nel nostro Paese.

domenica 11 gennaio 2015

Sinistra e Islam, due facce della stessa medaglia... sporca

Non è un caso che sia la sinistra il più valido alleato dell'Islam. Come negli anni '70, gli slogan, la chiusura e la violenza verbale di quella parte politica alza il muro manicheo verso chi la pensa in maniera diversa. Allora erano comunementi chiamati 'fasci', un termine che valeva per tutti, moderati, cattolici, radicali laici, missini comunque legittimati dalla presenza nell'agone politico, tutti coloro insomma che non credevano nella 'falce e martello', nel futuro dipinto di rosso. 
Oggi sono gli 'islamofobi' e i 'razzisti', o più semplicemente quelli che chiedono più controllo e scrematura verso una presenza indiscriminata di stranieri e clandestini nel territorio italiano ed europeo. Ovviamente affiancati dalla stanca 'intellighenzia' orfana di battaglie da combattere in nome del popolo, la sinistra si ricompatta e trova nuova ragion d'essere nel lanciarsi addosso a nuovi personaggi definendo semplicemente 'fasciste' posizioni come quelle di Salvini e della La Pen, discutibili forse, ma ancora una volta condivise e accettate nell'ambito democratico. Quest'ultimo è il vero termine che accomuna sinistra e islam, ma nell'ignoranza dello stesso. Diffidiamo dei JeSuisCharlie di oggi, pronti ad affiancare i tagliagole di domani... ‪#‎noislam‬ ‪#‎nocomunismo‬

lunedì 5 ottobre 2009

I militari militanti non sovvertiranno la democrazia espressa dalle elezioni: parola di Berluscones...

La mia vita qui a Toronto sicuramente non mi dispensa, nella propria spensieratezza della lontananza dall'Italia, di fermarmi un attimo e commentare da lontano la triste vita in cui si dibatte il mio paese, uno degli ultimi al mondo in cui sia consentito impunemente di sventolare bandiere recanti il mortale disegno della falce e del martello.
Di fianco a questa cupa immagine di sangue e distruzione sono sfilati in Piazza del Popolo a Roma un corteo di presunti giornalisti e intellettuali, alla ricerca della difesa della propria libertà (leggi: conquistare il potere perso alle elezioni con ogni mezzo, basta che non sia democratico). Un gruppo di soldatini fanatici, per fortuna chiara minoranza, costruito attraverso mezzo secolo di 'militanza militare' nelle truppe della sinistra 'komunista', che ha ammorbato le nostre strade cercando di fare credere al popolo di rapresentare qualcuno che non fosse il proprio continuo fallimento storico ed elettorale.
Il finto martirio di questa macabra stirpe cresciuta all'ombra della dittatura cattocomunista che ha governato l'Italia fin dal dopoguerra non riuscirà comunque a passare. Per quanto idiota, il popolo italiano, nell'antro del proprio scranno elettorale, ha già cacciato il comunismo e le sue viscere infette lontano dall'Italia, lontano dal mondo, lontano dalla storia.