Una volta Diego Armando Maradona mi stava proprio sulle palle. Anzi, lo odiavo. Rappresentava tutto ciò che disprezzavo. Io, fiero tifoso del Milan e milanese, non potevo sopportare chi continuamente veniva a sputare sulla mia città e sul Nord in generale, soprattutto se poi vestiva la maglia del Napoli, che sul finire degli anni '80 era la nostra rivale per eccellenza. Entrato a far parte dei tanti sconfitti (e umiliati) sulla strada della storia rossonera, una volta appese le scarpe al chiodo il 'Pibe' è parso meno spregevole, a volte perfino un uomo interessante con le sue uscite populiste e castriste. Non così diverso da quel Silvio Berlusconi, malato di protagonismo come lui, circondato da una corte di personaggi, a volte più discutibili quelli di Dieguito, a volte quelli di Sua Emittenza. Ma è rimasto sempre e comunque un 'nemico'.
Oggi la 'nuova Germania', simbolo di un Nord progressista e al passo con i tempi, lo ha spazzato via senza pietà, umiliandolo tatticamente e tecnicamente. Diciamo la verità, i ragazzi di Joachim Löw ci stanno facendo sognare con un gioco brioso e stupendo, come raramente si vede su di campo di calcio. E al 'Pibe' non è andata giù: così, con la flemma che lo contraddistingueva dai tempi del San Paolo, si è permesso di offendere i tifosi tedeschi che (giustamente) si facevano beffe di lui, della sua presunzione e del suo credersi 'dio', sopra tutto e tutti. Tschüß Diego, 'ciao Diego', tornatene a casa, tu e la coorte di amichetti e parenti che ti sei portato dietro, con la Pequeña Dalmita che si è dovuta mettere in mezzo per evitare che il 'paparino' si lasciasse trasportare dal risentimento. Vai dal tuo amico Fidel a piangere. Qui è tornata l'Afrika Korps.
Vedi: Germania über alles!!!
Un, due, tre, quattro, tschüß Argentina!