giovedì 18 gennaio 2024

Televideo, 40 anni: dalla passione all'oblio del primo giornale 'online'

La 'home page' del Mediavideo
Mi arrivano da più parti articoli molto ben fatti di colleghi che, con me, hanno lavorato nel proprio arcaico passato sulle pagine del Televideo, che in questi giorni compie 40 anni di vita.
Non saprei cosa aggiungere a quanto già detto e scritto, se non che il Televideo rappresentò un passo fondamentale nella formazione giornalistica di chi ci lavorò.
Puntare immediatamente, senza giri di parole, al cuore della notizia. Cosa, dove, quando, come? Le classiche domande proprie per ogni giornalista che si rispetti, cui già dal titolo si arguiva una risposta, uno svolgimento in circa 450 battute, non una di più, pochissime di meno, per rispettare la grandezza prevista della pagina.
Esattamente l'opposto di quanto accade oggi, con i giornalisti ridotti a residuati dell'informazione, in siti 'internet' pronti alla battaglia per l'ultimo clic, con titoli al limite del nauseabondo dove nulla è spiegato ma tutto teso ad accogliere l'ingresso del lettore in notizie prive di storia. "Clamorosa bomba! Notizia incredibile! Se n'è andato sbattendo la porta! Sta esalando l'ultimo respiro!", tutte frasi prive di soggetto, con un punto esclamativo sovrabbondante, esagerate ed eccessive, con lo scopo di coinvolgere il lettore in inutili perdite di tempo, regolarmente aumentata dalla presenza di ulteriori sottopagine e inattesi pop-up con tanto di pubblicità martellante.
Grande protagonista di quell'epopea fu l'agenzia di stampa Datasport, nata dapprima come 'braccio armato' del settimanale Superbasket e poi sviluppatasi nel tempo in ambito calcistico-sportivo e poi ancora in quello dello spettacolo.
Già sparring-partner del Televideo Rai nella raccolta dei risultati calcistici domenicali, sviluppa una perfetta struttura dedita al mondo dello sport, dapprima come televideo di Telepiù (+2 per lo sport, +1 per il cinema, in particolare legata alla produzione di palinsesti), con gruppi di lavoro motivati e appassionati, con giornalisti giovani quanto amanti del mondo delle statistiche, di cui Datasport allora era la perfetta portabandiera.
In breve il televideo di Telepiù viene scoperto e 'adottato' dall'ambiziosa Mediaset, ed è ancora Datasport a creare un 'piano di battaglia' per il neonato Mediavideo, con alcune 'chicche', come le pagine dedicate alle squadre della Serie A, dalla 241 in poi, che rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati. Sullo sfondo nero della pagina si scriveva il nome della squadra con il colore adeguato (dall'F1 all'F9, rosso per il Milan, bianco per la Juventus, azzurro per l'Inter e così via), quindi tasto 'invio' e la I di 'insert' a fianco del numero di pagina desiderato, la nuova schermata venva creata.
Ogni mattina, prima di cominciare, si cancellavano le pagine in più o vecchie (inviando la D di 'delete' a fianco della pagina da cancellare) per poi ripartire da zero.
Un sito internet 'ante litteram', nel più rigoroso concetto di 'rete', anche perché, per collegarsi a quella che era, in pratica, una sorta di internet arcaico, era necessario l'uso di un antico modem gracchiante, uno strano 'coso' bianco dotato di tante lucine rosse natalizie, con cui scaricare, tramite una stampante ad aghi, le classifiche ATP e WTA per il tennis, così come quelle del PGA Tour nel golf. Appuntamenti settimanali, a volte un po' astrusi anche per chi li realizzava, ma molto graditi a un pubblico di fedelissimi in costante aumento.
Ed era impossibile non avere frotte di tifosi con il naso puntato al televisore quando, sempre Datasport, ogni domenica, per la RAI, si collegava con oltre cento campi di calcio per poter avere gli aggiornamenti in diretta delle partite della Serie C (tre gironi) e dell'Interregionale (nove gironi), per un totale di oltre cento campi collegati e un gruppo di stagisti domenicali pronti a tutto pur di non perdere l'aggiornamento, fino alla telefonata alla stazione dei carabinieri per avere il contatto della macchina a bordo campo a cui chiedere il parziale.
Il mio ricordo, però, scivola ancora più lontano quando, nel 1994, per Telelombardia, fu sempre Datasport a seguire in maniera unica per l'epoca, e forse anche per i tempi successivi, i Mondiali di hockey ghiaccio di scena a Milano, Bolzano e Alba di Canazei. Una puntualità di aggiornamento che, credo, abbia soddisfatto anche i palati più esigenti. 
Quarant'anni di Televideo, eppure parlarne oggi sembra privo di senso. Il fatto stesso che sia necessario spiegarne i contenuti fa capire quanto esso sia obsoleto nel mondo irrefrenabile della notizia veicolata in pochi istanti dal web. Eppure, la precisione, la competenza e la passione che sono nate davanti a quei computer (credo 286) non si sono mai smorzate. Ognuno di noi che ci ha messo le mani, e le dita, vorrebbe poter spingere ancora una sola volta l'invio di una pagina di aggiornamento, vedere creata la notizia davanti ai propri occhi, palpabile presenza di un'informazione senza strilli e veramente sincera, al servizio dell'utente finale, il lettore.