Olaf Scholz sulla prima pagina della "Bild" |
In una nazione il cui ceppo etnico è già stato minato alle fondamenta da pesanti migrazioni turche, italiane, arabe e mediorientali, gli 'ultimi arrivati' acquisterebbero gli stessi diritti di chi è tedesco da generazioni, potendo ottenere la nazionalità tedesca in cinque anni, più rapidamente rispetto agli otto attuali, e addirittura in soli tre in presenza di particolari 'meriti scolastici, lavorativi o di impegno civile'. Se non è 'sostituzione etnica' questa...
La Germania, vanto e riferimento del mondo caucasico fino a pochi anni orsono, è ormai ridotta a una scialuppa derelitta di un miscuglio meticciato e informe di popolazioni senza patria, rabbiose, distruttive e senza speranza. Una mescola di sottoculture costrette ad assimilarsi controvoglia, e inevitabilmente destinata a creare attriti insanabili di odio e guerre razziali.
Il tutto, ovviamente, mascherato dalla 'necessità' di disporre di un più ampio numero di lavoratori 'qualificati' (si può immaginare quanto possano essere 'qualificati' i mendicanti in arrivo da Paesi ad alto sviluppo come Marocco o Afghanistan).
L'obiettivo è, invece, chiaro: più ancora dell'inevitabile 'sostituzione etnica' (fine ultimo delle classi dominanti del turbocapitalismo occidentale), c'è la volontà di ampliare la propria base voto, in modo da controbilanciare quella legittima dei tedeschi 'veri' che, ovviamente, si stanno spostando in massa verso posizioni di Destra e antimmigrazioniste. Che, va sottolineato, non sono proprie solo di AfD (Alternative für Deutschland, il partito al momento più a Destra fra quelli del panorama germanico), ma anche della ben più moderata opposizione cristiano-democratica della Cdu-Csu.
Insomma, ancora una volta viene dimostrato come il 'popolo' della Vecchia Europa sia sempre più preda e vittima di squallidi politicanti e 'generali' d'industria, assassini della storia e autori della più grande deportazione (e sostituzione) di massa che la storia stessa ricordi.