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martedì 31 gennaio 2023

FMI: l'economia russa tiene malgrado le sanzioni, anzi migliora

L'economia russa tiene nonostante la guerra in Ucraina e le sanzioni contro Mosca.
Il FondoMonetario Internazionale ha infatti rivelato di rivedere al rialzo le stime di crescita della Russia per il 2023 e il 2024, quando il PIL è atteso salire rispettivamente dello 0,3% (+2,6 punti percentuali) e del 2,1% (+0,6 punti).
Ben diversa la situazione dei Paesi che le sanzioni le hanno applicate. Il PIL tedesco registra numeri inferiori alle attese nel quarto trimestre. Per quanto riguarda l'Italia si prevede un rallentamento contenuto.
Importante anche l'affermazione, da parte dell'Arabia Saudita, che il governo sia aperto ad accettare pagamenti per il petrolio in valute diverse dal dollaro.
"La fine del petrodollaro avrà un grave impatto negativo sul valore del dollaro, nonché sull'inflazione e sui tassi di interesse negli Stati Uniti", ha scritto Paul Craig Roberts, funzionario della Casa Bianca durante l'amministrazione di Ronald Reagan.
Alla fine di novembre, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha affermato che Russia e Cina stanno sviluppando un sistema di regolamento senza utilizzare SWIFT.
A queste notizie si aggiunge l'ingresso in orbita russa del paese africano del Burkina Faso, precedentemente legato alla Francia, e le recenti visite del ministro Sergey Lavrov in Sud Africa e del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, un viaggio che segue la firma di accordi commerciali dal valore di 350 milioni di dollari con lo Zimbabwe, comprendenti anche la fornitura di macchine agricole.

lunedì 31 gennaio 2022

PIL: nel 2021 cresce l'Italia, lontani i livelli precedenti le ultime due crisi

foto Il Messaggero
Il PIL italiano nel 2021 cresce del +6,5% secondo la prima stima diffusa dall'Istat. Sempre secondo le prime stime, la crescita dell'Italia dovrebbe essere stata superiore a quella della Germania e della Spagna, ma inferiore a quella di Francia e Regno Unito.
Se queste previsioni saranno confermate, per ritornare al livello ante-crisi del 2019, occorre che nel 2022 vi sia una crescita del 3,2%. Un obiettivo che appare decisamente a portata di mano, perché secondo l'ultima stima della Banca d'Italia il PIL nel 2022 crescerà del 3,8%.
Il Centro Studi Promotor sottolinea tuttavia che l'obiettivo per l'Italia non possa limitarsi al ritorno al livello del 2019, perché in quell'anno il PIL italiano, contrariamente a quelli di tutte le economie avanzate, non aveva ancora recuperato integralmente il calo conseguente alla crisi dei mutui sub-prime del 2007, con la conseguenza che, nel 2021, il PIL è ancora inferiore del 6,7% a quello del 2007.
L'auspicio è – continua il Centro Studi Promotor – che con i fondi messi a disposizione dall'Europa e con la rinegoziazione del patto di stabilità e la sua eventuale trasformazione in un patto per la crescita, l'Italia possa recuperare in tempi ragionevoli il terreno perduto in termini di sviluppo rispetto agli altri principali paesi dell'Unione Europea.

martedì 2 marzo 2021

PIL italiano 2020 crollato dell’8,9% a causa del Covid

Nel 2020 il Pil italiano ai prezzi di mercato è stato pari a 1.651 miliardi, in caduta del 7,8% rispetto al 2019
, mentre in volume il calo è arrivato all’8,9%, in linea con le previsioni del governo Conte che nella Nadef fissava il crollo a -9%. È da bollettino di guerra il bilancio del primo anno di Covid certificato dall’Istat, secondo cui l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato pari a -9,5%, a fronte del -1,6% dell’anno precedente, mentre il debito pubblico è schizzato quota 2.569.258 milioni, attestandosi al 155,6% del prodotto interno lordo.
L’istituto di statistica segnala poi che a fronte di un calo del Pil dell’8,9%, si registra una contrazione delle importazioni del 12,6% e delle esportazioni del 13,8%. I consumi finali nazionali sono scesi del 7,8% con la spesa per consumi delle famiglie residenti calata del 10,7% e quella delle istituzioni sociali private dell’11,8%. La spesa delle amministrazioni pubbliche è invece cresciuta dell’1,6%. In netto calo anche gli investimenti fissi lordi, diminuiti del 9,1% con contrazioni generalizzate a tutte le componenti: -6,3% gli investimenti in costruzioni, -12,1% in macchinari e attrezzature, -28,1% in mezzi di trasporto e -2,9% in prodotti della proprietà intellettuale.
Il tracollo è stato marcato in tutti i settori: -11,1% nell’industria in senso stretto, -8,1% nei servizi, -6,3% nelle costruzioni e -6% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Nel settore terziario ci sono state contrazioni particolarmente marcate nel commercio, trasporti, alberghi e ristorazione (-16%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (-10,4%) e nel settore che include le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, di riparazione di beni per la casa e altri servizi (-14,6%).
“Nel 2020 l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. A trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato”, precisano i tecnici dell’istituto.