Nel 2020 il Pil italiano ai prezzi di mercato è stato pari a 1.651 miliardi, in caduta del 7,8% rispetto al 2019, mentre in volume il calo è arrivato all’8,9%, in linea con le previsioni del governo Conte che nella Nadef fissava il crollo a -9%. È da bollettino di guerra il bilancio del primo anno di Covid certificato dall’Istat, secondo cui l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato pari a -9,5%, a fronte del -1,6% dell’anno precedente, mentre il debito pubblico è schizzato quota 2.569.258 milioni, attestandosi al 155,6% del prodotto interno lordo.
L’istituto di statistica segnala poi che a fronte di un calo del Pil dell’8,9%, si registra una contrazione delle importazioni del 12,6% e delle esportazioni del 13,8%. I consumi finali nazionali sono scesi del 7,8% con la spesa per consumi delle famiglie residenti calata del 10,7% e quella delle istituzioni sociali private dell’11,8%. La spesa delle amministrazioni pubbliche è invece cresciuta dell’1,6%. In netto calo anche gli investimenti fissi lordi, diminuiti del 9,1% con contrazioni generalizzate a tutte le componenti: -6,3% gli investimenti in costruzioni, -12,1% in macchinari e attrezzature, -28,1% in mezzi di trasporto e -2,9% in prodotti della proprietà intellettuale.
Il tracollo è stato marcato in tutti i settori: -11,1% nell’industria in senso stretto, -8,1% nei servizi, -6,3% nelle costruzioni e -6% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Nel settore terziario ci sono state contrazioni particolarmente marcate nel commercio, trasporti, alberghi e ristorazione (-16%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (-10,4%) e nel settore che include le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, di riparazione di beni per la casa e altri servizi (-14,6%).
“Nel 2020 l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. A trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato”, precisano i tecnici dell’istituto.