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giovedì 10 marzo 2022

L'errore di Donnarumma affonda il PSG, i milanisti godono sul web

Per 'Gigio' Donnarumma l'ennesima serata da dimenticare
Gigio Donnarumma
ancora nella bufera. Diciamolo chiaramente, è anche (e forse soprattutto) colpa sua l'eliminazione, l'ennesima, del Paris Saint Germain dalla Champions League.
Al "Santiago Bernabeu" il Real Madrid vince il ritorno degli ottavi di finale con il punteggio di 3-1, ribaltando lo 0-1 dell'andata.
La partita vive però di due facce: un primo tempo dominato dai francesi, in gol per primi con Kylian Mbappé, autore anche della rete dell'andata, e una ripresa con il Real Madrid travolgente, ispirato dalla tripletta di Karim Benzema, ma soprattutto dal grave errore, l'ennesimo, di Donnarumma.
E' stata la classica 'papera' di 'Paperumma', il giochino con i piedi davanti alla porta che tante volte ha messo in difficoltà il Milan e fatto imbestialire i tifosi rossoneri, quegli svolazzi frutto di una esagerata autostima costruita a colpi di titoloni di giornali e giornalisti compiacenti. Benzema ne ha approfittato subito, grazie anche a un intervento su cui, va detto per onestà, sette arbitri su dieci avrebbero fischiato fallo. Benzema non può sbagliare su assist di Vinícius Júnior (partita eccezionale la sua, migliore perfino di quella di Mbappé) dopo l'incredibile errore di Donnarumma in disimpegno.
Il 3-1 finale fa stappare le bottiglie agli appassionati di calcio, che nel PSG vedono l'immagine di un calcio 'drogato' dai petrodollari, e addirittura esalta i milanisti, che godono per la sconfitta, l'eliminazione e l'errore clamoroso del mai rimpianto 'ex'.

Alcune delle reazioni su Facebook all'errore di Donnarumma

sabato 13 novembre 2021

Italia-Svizzera, Donnarumma ancora una volta diventa Paperumma

La goffa uscita di piede nel finale poteva costare caro
Ancora una volta, una volta di più, Gianluigi Donnarumma, al secolo 'Gigio' per il sempre più assottigliato numero dei suoi 'fans', finisce nell'occhio del ciclone, esempio di presunto campione strapagato al soldo (è proprio il caso di dirlo) di un potente procuratore che riesce a curarne al meglio gli interessi. Sebbene, va detto, la sua ultima (e prima) destinazione, il Paris Saint Germain, sia arrivata in extremis e probabilmente controvoglia da parte dello stesso club parigino, che infatti si è affrettato a panchinare l'ingombrante presenza italica alle spalle dello stagionato ma amatissimo Keylor Navas.
E sì, nella partita Italia-Svizzera, quello che da qualcuno viene ancora pervicacemente definito "il più forte portiere del mondo" giusto perché, in un Milan più che mediocre, ha effettuato qualche parata nemmeno così importante in giovane età, ora che le primavere cominciano a passare (siamo già a quota 23, la definizione di 'baby portiere' è passata da un pezzo) fa parecchio fatica a trovare la propria dimensione. L'unica cosa che non cambia sono le sue 'papere',che hanno portato molti suoi detrattori a ri-sopannominarlo 'Paperumma'. E anche contro la Svizzera la rete subita dagli Azzurri, secondo molti era evitabile. Decisamente evitabile se si sventola un 'pedigree' come quello preteso dal portierone (vista l'altezza) di Castellamare di Stabia. Soprattutto, nel finale, l'ennesima uscita a vuoto di piede di 'Gigio' stava per costare carissimo all'Italia.
Basterebbe guardare i suoi tanti svarioni per definirlo ma, giusto per non apparire troppo di parte, ho deciso di raccogliere qui alcuni commenti del dopo-partita direttamente dai canali di Telelombardia, dove i suoi detrattori si pareggiano decisamente con coloro che ne esaltano alla qualità. Alla fine, però, per tutti, la prestazione di Donnarumma è stata decisamente insufficiente. Per qualcuno è stato solamente 'un caso', per altri 'uno fra i tanti'.
A cominciare da Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia che, nel suo commento postato anche nel suo canale online, sottolinea fra l'altro: "Donnarumma è stato veramente imbarazzante e se vogliamo, nella parabola di Donnarumma c'è anche molto della parabola della nazionale italiana e cioè, così come Donnarumma non è il miglior portiere del mondo, e neanche d'Europa, anche l'Italia non è la squadra più forte del mondo e anche d'Europa, pur avendo vinto i Campionati Europei, grazie anche a delle ottime parate di Donnarumma". E ancora riferendosi alla Nazionale: "E' una quadra che non ha fuoriclasse. L'unico giocatore potenzialmente fuoriclasse e in grado di esserne considerato l'emblema è proprio quel Donnarumma che ha dimostrato anche nella partita contro la Svizzera tutte le sue contraddizioni, che sono quelle di un portiere capace di grandissime parate ma anche di grandissimi errori. Il gol che ha preso era un tiro molto violento ma sulla sua traiettoria, e quindi un grande portiere la alza sulla traversa". Per poi concludere con il 'fattaccio' di fine partita: "Nel finale Donnarumma ha fatto due errori, uno peggiore dell'altro. Sul secondo, se non ci fosse stato Bonucci, avremmo addirittura perso anche le residue speranze di qualificarci nel prossimo giro di partite di lunedì".
Da un giornalista a un esperto di campo, allenatore stagionato e osservatore di calcio giovanile, quel Carlo Pogliani che, sempre a Telelombardia, appassiona l'uditorio con le sue fini disamine tattiche. "Per me Donnarumma ha colpa sul gol. Ha sbagliato, e da questo momento in avanti non voglio più sentire dire sempre la solita frase: 'E' il miglior portiere del mondo'. Buffon non sarebbe mai stato il secondo di Keylor Navas a 23 anni". E ancora, sulla rete subita: "La palla entra in mezzo, sei il portiere della Nazionale... il gol che ha preso Donnarumma, Maurizio Dallò (giornalista di Telelombardia, ndr) non lo prende, perche è alto come Donnarumma e rimane fermo. Donnarumma sono due partite che deve pagare il pranzo a Bonucci". Pogliani se la prende anche con quella parte di stampa 'sdraiata' continuamente osannanante verso 'Gigio' e le frasi fatte di certi telecronisti RAI ("Imparabile" secondo loro il tiro dello svizzero Widmer). "Poi devo leggere i giornali, non ha fatto una parata e gli dai 6. Se va dentro quella palla all'ultimo secondo dopo la cappellata di Donnarumma noi saremmo qua a parlare dello spareggio. Quello che fatto con i piedi è la stessa cosa che ha fatto Szczesny (portiere della Juventus, ndr) a Udine ed è andato (si riferisce sempre a Szczesny, ndr) in croce per un mese per quella roba lì e nvece io devo leggere che ha preso 6 Donnarumma. Non è possibile!".
Più pacato ma sempre negativo il giudizio di Giulio Mola, giornalista di lungo corso: "In realtà Donnarumma commette un errore. Magari era coperto, se resta in piedi quel tiro lo prende, se sei coperto istintivamente ti butti, lui invece è rimasto in piedi, un gesto strano. La responsabilità è comunque di tutta la difesa".
E persino un 'difensore' del portiere ex milanista, l'interista di fede provata Gianluca Rossi, non riesce a perdonarlo, in particolare riferendosi all'errore finale sull'uscita di piede: "L'errore che fa Donnarumma qua è pazzesco. La roba con i piedi su un pallone facilissimo da controllare. Quella lì è una roba brutta. Certamente io verso Donnarumma non ho l'acredine di altri, ma io stasera 6 non glielo dò, scusatemi. Stasera Donnarumma non ha dato sicurezza, né ha fatto la parata della vita, mi spiace essere crudele".

Perfino la "Gazzetta dello Sport", solitamente accomodante, boccia Donnarumma,
dimenticandosi comunque dell'errore sul gol subito

mercoledì 6 ottobre 2021

Donnarumma, il pavido frignone raccoglie due pere nel sacco

Lo striscione d'accoglienza per 'Gigio' Donnarumma
Gianluigi Donnarumma
, il pavido frignone che del Milan aspirò a essere bandiera, torna a Milano per essere accolto dai fischi e dagli insulti dei tifosi, non solo del Diavolo, ma di tutti gli appassionati di calcio, che negli atteggiamenti equivoci del più sopravvalutato fra i portieri europei hanno riconosciuto l'anima del doppiogiochista: dapprima 'stellina' milanista, quindi esoso e pretenzioso giocatore autore spesso di 'papere' che alla squadra rossonera sono costate l'eliminazione da due Europa League, diversi derby (che sono la partita più importante per ogni appassionato milanese di calcio) e anche varie partite di campionato. Punti fondamentali per quegli accessi negati stagione dopo stagione alla Champions League, esattamente il contrario di quanto sostenuto da gran parte della stampa asservita al potente 'figuro' che di Donnarumma cura gli interessi, quel Mino Raiola che l'ha venduto a peso d'oro all'unica squadra prona e pronta ad asservire i suoi voleri, in cambio del rischio di un 'parcheggio' prolungato sulla panchina di Parigi.
Un addio alla chetichella, senza parole di commiato o di saluto verso la squadra che l'ha consegnato alla gloria, per quanto fittizia. Un confronto falso e ipocrita con i tifosi, giusto per avere la garanzia di non venire fischiato, in cui spergiurò che non avrebbe lasciato il club in cui è nato calcisticamente. E ancora, frasi prime di riconoscenza una volta arrivato alla corte del Paris Saint Germain, per giunta con il corollario di una conferenza stampa, prima di Italia-Spagna, in cui, improvvisamente, si ricorda di essere milanista e lo dichiara ai quattro venti, patetico tentativo di raccogliere una immeritata benevolenza da parte dei tifosi per non venirne fischiato.
Milano però non perdona l'infamia, e così gli appassionati milanisti e milanesi hanno accolto il 'figliol non prodigo' con uno striscione esemplificativo: "A Milano non sarai mai più il benvenuto. Uomo di merda", recitava la 'pezza' disposta su un ponte in zona San Siro. E allo stadio, nella partita contro gli iberici, due reti raccolte nel sacco degli azzurri e un'altra papera, l'ennesima della carriera, nel corso del primo tempo. E fischi. Tanti, tutti meritati.