Visualizzazione post con etichetta Telelombardia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Telelombardia. Mostra tutti i post

martedì 11 gennaio 2022

Checco Zalone deride Telelombardia, Amadeus sghignazza: Sanremo comincia con una brutta figura

Amadeus e Checco Zalone sghignazzano nella clip
Checco Zalone
spernacchia Telelombardia, il presentatore Amadeus, al suo fianco, si rovescia sulla poltrona ridendo. Protagonista innocente storica televisione lombarda, tirata in causa dal comico pugliese in una clip di presentazione della prossima edizione del Festival di Sanremo.
E' la sua partecipazione in presenza alla manifestazione, evidentemente ben remunerata dalla Rai (cioè, da noi) a fungere da ossatura alla presunta 'gag': «Checco, ci vieni questa volta a Sanremo?», gli chiede Amadeus, conduttore e direttore artistico del festival nel video, andato in onda al telegiornale nazionale, riassunto delle trattative che hanno portato all'ingaggio. «Ma tu hai finito di pagare il mutuo? Hai comprato una casa a tuo figlio? Perché dopo non lavorerai più, al massimo Telelombardia», risponde il comico pugliese, accettando, con tanto di risata di Amadeus, come se Zalone avesse parlato di Telebalconara Sciù Sciù.
Zalone è stato davanti alla mia telecamera in un paio di occasioni, e sempre ha manifestato intelligenza e garbo, come da un artista del suo calibro è lecito attendersi. E' più facile pensare che la frase gli sia improvvidamente scappata, senza conoscere l'argomento in questione.
Molti citano i nomi di televisioni private a vanvera, senza sapere di stare parlando di quella che spesso è l'ossatura dell'informazione locale, e dimenticando che è grazie alle tivù regionali che è nata quella che oggi può essere definita tivù alternativa, grazie a cabaret e spettacoli che 'Mamma Rai' si è sempre rifiutata di trasmettere.
Più di tutti dovrebbe sapere questo Zalone, lanciato da Telenorba, tivù 'locale' pugliese, che in realtà copre gran parte del territorio nazionale e che, in Puglia, gode spesso di maggior credito delle testate nazionali. Quella stessa Telenorba che proprio con Telelombardia ha collaborato a vario titolo. Ma forse questo è sfuggito al comico. E ancora di più è sfuggito ad Amadeus, che dal mondo del privato è partito pure lui, ma da un gradino più basso, addirittura dalle radio.
Insomma, senza quelle radio e televisioni private tanto derise (di cui peraltro Telelombardia rappresenta una delle massime rappresentanti), Zalone e Amadeus a Sanremo quest'anno ci sarebbero andati solamente in villeggiatura. Per poi tornare, probabilmente, a qualche lavoro da sottoscala, senza gloria né clip da sventolare sul web.

sabato 13 novembre 2021

Italia-Svizzera, Donnarumma ancora una volta diventa Paperumma

La goffa uscita di piede nel finale poteva costare caro
Ancora una volta, una volta di più, Gianluigi Donnarumma, al secolo 'Gigio' per il sempre più assottigliato numero dei suoi 'fans', finisce nell'occhio del ciclone, esempio di presunto campione strapagato al soldo (è proprio il caso di dirlo) di un potente procuratore che riesce a curarne al meglio gli interessi. Sebbene, va detto, la sua ultima (e prima) destinazione, il Paris Saint Germain, sia arrivata in extremis e probabilmente controvoglia da parte dello stesso club parigino, che infatti si è affrettato a panchinare l'ingombrante presenza italica alle spalle dello stagionato ma amatissimo Keylor Navas.
E sì, nella partita Italia-Svizzera, quello che da qualcuno viene ancora pervicacemente definito "il più forte portiere del mondo" giusto perché, in un Milan più che mediocre, ha effettuato qualche parata nemmeno così importante in giovane età, ora che le primavere cominciano a passare (siamo già a quota 23, la definizione di 'baby portiere' è passata da un pezzo) fa parecchio fatica a trovare la propria dimensione. L'unica cosa che non cambia sono le sue 'papere',che hanno portato molti suoi detrattori a ri-sopannominarlo 'Paperumma'. E anche contro la Svizzera la rete subita dagli Azzurri, secondo molti era evitabile. Decisamente evitabile se si sventola un 'pedigree' come quello preteso dal portierone (vista l'altezza) di Castellamare di Stabia. Soprattutto, nel finale, l'ennesima uscita a vuoto di piede di 'Gigio' stava per costare carissimo all'Italia.
Basterebbe guardare i suoi tanti svarioni per definirlo ma, giusto per non apparire troppo di parte, ho deciso di raccogliere qui alcuni commenti del dopo-partita direttamente dai canali di Telelombardia, dove i suoi detrattori si pareggiano decisamente con coloro che ne esaltano alla qualità. Alla fine, però, per tutti, la prestazione di Donnarumma è stata decisamente insufficiente. Per qualcuno è stato solamente 'un caso', per altri 'uno fra i tanti'.
A cominciare da Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia che, nel suo commento postato anche nel suo canale online, sottolinea fra l'altro: "Donnarumma è stato veramente imbarazzante e se vogliamo, nella parabola di Donnarumma c'è anche molto della parabola della nazionale italiana e cioè, così come Donnarumma non è il miglior portiere del mondo, e neanche d'Europa, anche l'Italia non è la squadra più forte del mondo e anche d'Europa, pur avendo vinto i Campionati Europei, grazie anche a delle ottime parate di Donnarumma". E ancora riferendosi alla Nazionale: "E' una quadra che non ha fuoriclasse. L'unico giocatore potenzialmente fuoriclasse e in grado di esserne considerato l'emblema è proprio quel Donnarumma che ha dimostrato anche nella partita contro la Svizzera tutte le sue contraddizioni, che sono quelle di un portiere capace di grandissime parate ma anche di grandissimi errori. Il gol che ha preso era un tiro molto violento ma sulla sua traiettoria, e quindi un grande portiere la alza sulla traversa". Per poi concludere con il 'fattaccio' di fine partita: "Nel finale Donnarumma ha fatto due errori, uno peggiore dell'altro. Sul secondo, se non ci fosse stato Bonucci, avremmo addirittura perso anche le residue speranze di qualificarci nel prossimo giro di partite di lunedì".
Da un giornalista a un esperto di campo, allenatore stagionato e osservatore di calcio giovanile, quel Carlo Pogliani che, sempre a Telelombardia, appassiona l'uditorio con le sue fini disamine tattiche. "Per me Donnarumma ha colpa sul gol. Ha sbagliato, e da questo momento in avanti non voglio più sentire dire sempre la solita frase: 'E' il miglior portiere del mondo'. Buffon non sarebbe mai stato il secondo di Keylor Navas a 23 anni". E ancora, sulla rete subita: "La palla entra in mezzo, sei il portiere della Nazionale... il gol che ha preso Donnarumma, Maurizio Dallò (giornalista di Telelombardia, ndr) non lo prende, perche è alto come Donnarumma e rimane fermo. Donnarumma sono due partite che deve pagare il pranzo a Bonucci". Pogliani se la prende anche con quella parte di stampa 'sdraiata' continuamente osannanante verso 'Gigio' e le frasi fatte di certi telecronisti RAI ("Imparabile" secondo loro il tiro dello svizzero Widmer). "Poi devo leggere i giornali, non ha fatto una parata e gli dai 6. Se va dentro quella palla all'ultimo secondo dopo la cappellata di Donnarumma noi saremmo qua a parlare dello spareggio. Quello che fatto con i piedi è la stessa cosa che ha fatto Szczesny (portiere della Juventus, ndr) a Udine ed è andato (si riferisce sempre a Szczesny, ndr) in croce per un mese per quella roba lì e nvece io devo leggere che ha preso 6 Donnarumma. Non è possibile!".
Più pacato ma sempre negativo il giudizio di Giulio Mola, giornalista di lungo corso: "In realtà Donnarumma commette un errore. Magari era coperto, se resta in piedi quel tiro lo prende, se sei coperto istintivamente ti butti, lui invece è rimasto in piedi, un gesto strano. La responsabilità è comunque di tutta la difesa".
E persino un 'difensore' del portiere ex milanista, l'interista di fede provata Gianluca Rossi, non riesce a perdonarlo, in particolare riferendosi all'errore finale sull'uscita di piede: "L'errore che fa Donnarumma qua è pazzesco. La roba con i piedi su un pallone facilissimo da controllare. Quella lì è una roba brutta. Certamente io verso Donnarumma non ho l'acredine di altri, ma io stasera 6 non glielo dò, scusatemi. Stasera Donnarumma non ha dato sicurezza, né ha fatto la parata della vita, mi spiace essere crudele".

Perfino la "Gazzetta dello Sport", solitamente accomodante, boccia Donnarumma,
dimenticandosi comunque dell'errore sul gol subito

mercoledì 29 settembre 2021

Salvini ironico su Milan-Atletico Madrid: "Arbitro uscito da un sacchetto di patatine"

Matteo Salvini 'appoggiato' alla spalla di Vito Elia
Incursione rapidissima di Matteo Salvini durante "E' sempre derby" di Top Calcio 24. Invitato negli studi di Telelombardia per partecipare a una trasmissione politica, il leader leghista si è 'sporto' davanti alla telecamera della trasmissione sportiva per commentare la contestata sconfitta del Milan in Champions League contro l'Atletico Madrid.
Un ko in cui il peso di alcune decisioni arbitrali è parso decisivo. Sarcastico, al riguardo, Salvini: "Ieri sera ero lì - ha detto -. Una rapina del genere non me la ricordo dai tempo del Cerutti Gino (noto personaggio fittizio della 'mala' milanese, protagonista di una canzone di Giorgio Gaber, ndr)". E ancora, ironicamente: "Ma quell'arbitro lì, da che sacchetto di patatine è uscito? Non tanto per il rigore, ma per l'espulsione che ha falsato tutta la partita".

martedì 20 aprile 2021

SuperLega: Salvini "I tifosi non vogliono vincere con il trucco"

Matteo Salvini a San Siro versione Milan (foto Gazzetta)
Matteo Salvini
è stato intervistato dal programma "Lunedì di Rigore" del Gruppo Mediapason (di cui fa parte, per esempio, una televisione come Telelombardia) per commentare la vicenda SuperLega: "Se dobbiamo parlare di business parliamo di business, ma per me il calcio è la maglia, il sudore, la trasferta a detto -. Già la menata di DAZN e Sky mi fa cadere la poesia. Se pensano di campare con il mio abbonamento, hanno sbagliato a capire, io tornerò a vedere le partite dal vivo quando si potrà, ma non darò una lira a queste piattaforme".
Su un eventuale contatto avuto con i vertici italiani della SuperLega: "Ho sentito il presidente della mia squadra. Non mi permetto di dire niente, lui fa l'interesse dell'AC Milan, immagino che ragioni in termini di fatturato, fa due conti... però penso che il 99% dei tifosi milanisti, interisti e juventini non ci stiano a vincere con il trucco. Le cose vanno sudate. A Torino sto facendo telefonate per tenere in Italia il marchio Iveco e non svenderlo ai cinesi, non per motivi calcistici".
Poi una considerazione: "Oggi in Italia si parla solo di questo e non di Covid e riaperture e, da italiani, questo dovrebbe fare riflettere. Si parla di un gioco che dà posti di lavoro e questo è importante, e andrebbe fatto anche con un ragionamento sui tetti salariali, perché sentire parlare di rinnovi a 12 milioni di euro in questo periodo proprio non ci sta. Da milanista non mi va che la storia della mia società venga accomunata a qualcuno che pensa che il calcio sia di sua proprietà".
Quindi su possibili soluzioni condivise dalle parti: "Le cause da 50 miliardi non sono credibili. Serietà vorrebbe che si sedessero attorno a un tavolo e discutessero. Ci vorrebbe una riforma della Champions fatta bene e dei diritti televisivi. Le persone serie in questo momento stanno già ragionando, il muro contro muro non serve a nessuno. Che messaggio si sta dando ai ragazzini che vanno agli allenamenti? Che se hai i soldi giochi, se non li hai vai fuori?".
Infine sul possibile passaggio di Gigi Donnarumma alla Juventus: "Se uno bacia la maglia del Milan mi rifiuto di pensare che possa andare a giocare nella Juve. Io sono rimasto alle bandiere, a Franco Baresi e Beppe Bergomi. Da tifoso, senza fare il populista, non mi piacciono i litigi su queste milionate, e non è l'unico Donnarumma che chiede cifre fuori dal mondo. Che rimanga al Milan chi ci tiene alla maglia, specie adesso, quando c'è gente che fa fatica ad arrivare a mille euro".

martedì 2 marzo 2021

Sanremo 2021, bastano cinque minuti per cambiare canale

Le 'ombre' di Fiorello e Amadeus all'inizio del Festival 
Erano tanti anni che non vedevo il Festival di Sanremo, credo fosse il 1981, quando Alice si esibì nel mirabile "Per Elisa" scritto per lei da Franco Battiato. Avevo 16 anni, mi innamorai di quella splendida figura di donna selvaggia dalla voce profonda, ultimo vagito di un festival che già allora cominciava a declinare, assieme al mio interesse per quella musica sempre più scontata.
Quest'anno ho però ceduto alla tentazione di girare il canale del televisore sul programma storicamente più 'pecoreccio' della televisione italiana, dove la musica da strapazzo viene riversata nei cervelli dei telespettatori e rivenduta come nenia di successo.
Stavolta mi sono lasciato trascinare dalla tentazione di vedere Zlatan Ibrahimovic sul palco sanremese. Me lo aspettavo protagonista fin dall'inizio, come in una qualsiasi partita di calcio. Invece il festival è cominciato, come in effetti era logico aspettarsi, con le presentazioni del suo conduttore, il dj Amadeus, affiancato, e questo non lo sapevo, dal 'compagno di merende' Fiorello.
Un inizio drammatico e pagliaccesco, con una 'cover' di "Grazie dei fior" cantata da Fiorello, vestito in maniera altrettanto ridicola. Nessuna traccia dei fiori in sala (sia quelli di Nilla Pizzi che quelli di Sanremo), così come del pubblico. Applausi registrati. Una breve lettera vergata da Amadeus che avrebbe dovuto servire a mo' di 'scusa' per giustificare il perché una tonnellata di milioni di euro sia stata riversata sulla manifestazione sanremese mentre i lavoratori dello spettacolo e gli artisti di teatro, cinema e musica sono ridotti alla fame dalle farneticanti scelte di un Governo che non ha cambiato il ritmo delle chiusure senza senso.
Se a tutto ciò aggiungiamo la consapevolezza che, ad affiancare i due di cui sopra, ci sarà presto tale Achille Lauro (io ero rimasto all'armatore e presidente del Napoli...), un tizio orribile a vedersi e che, come conseguenza, deve anche essere orribile ad ascoltarsi, ho preferito lasciare scivolare i dati del mio 'share' altrove e ritornare ad ascoltare le simpatiche (e talvolta pure dotte) dissertazioni dei giornalisti-tifosi di "Qui Studio a Voi Stadio", il programma di Telelombardia dedicato, questa sera, alla partita Juventus-Spezia.
La mia speranza è che 'Ibra' non rimanga coinvolto nella solita buffonata parastatale in cui normalmente il festival decade senza speranza e che torni presto sui palcoscenici calcistici a lui più congeniali.

domenica 8 novembre 2020

Giorgia Tavella da Telelombardia a Milan TV

Giorgia Tavella su Instagram e i complimenti dei colleghi...
E' stata uno dei volti più amati fra le conduttrici di Qui Studio a Voi Stadio e di altri programmi prodotti dal Gruppo Mediapason (Telelombardia e Top Calcio 24, per intenderci). Lei è Giorgia Tavella, giovane giornalista originaria di Broni, milanista doc, ma soprattutto una grande capacità di gestire le conduzioni più complesse, compresa una che lasciò uno strascico a base di polemiche sessiste che la videro involontaria protagonista.
La Tavella, che ha lasciato Telelombardia pochi giorni fa in mezzo ad applausi e saluti commossi, oltre a centinaia di messaggi da parte dei teleascoltatori, è approdata a Milan Channel, canale tematico che non potrà se non trovare ulteriori 'follower' grazie all'arrivo della biondissima conduttrice.
Elegante, sensuale e spigliata nella sua innocenza, Giorgia Giuditta (questo il suo nome completo) è una 'ragazza fuori dal tempo', come la definii in un commento a una sua immagine pubblicata su Facebook.
Commovente e genuino il suo addio ai colleghi di Telelombardia, dopo sette anni vissuti gomito a gomito: "Le volte che sono uscita ed entrata in questo studio ormai non le conto piu’. Non conto piu’ neanche le ore di diretta e gli spazi pubblicitari a riprendere fiato. Non conto piu’ le pizze alle 18.30, i denti lavati in 30 secondi, le scalette dimenticate in redazione. Molte cose pero’ le ricordo bene, e non sono cose, e non si possono contare. Ma le ricordo oggi e le ricordero’ domani. Le custodiro’ con gelosia. Perché TL, per 7 anni, e’ stata la mia casa. E’ stato un percorso intenso, a tratti faticoso, ma sempre vero e condito di divertimento e passione. Vi lascio un po’ di me, spero, e prendo molto di Voi. Con gratitudine e immenso amore. Giorgia".
Con Giorgia Tavella in squadra, Milan Channel acquista sicuramente passione e competenza. Per la giornalista pavese un ulteriore passo in avanti, per una strada che le auguriamo piena di successi personali. E anche piena di successi del Milan...

Uno dei sempre godibili siparietti di Giorgia Tavella su Telelombardia, in questo caso con Mimmo Pesce.

sabato 31 ottobre 2020

Carola Varini protagonista, quasi, al Mimmo Pesce Show

Carola Varini ospite del "Mimmo Pesce Show"
Lui è Domenico Pesacane, in arte Mimmo Pesce, autore e protagonista di uno dei programmi più divertenti fra quelli trasmessi dalle televisioni del Gruppo Mediapason (Telelombardia e affini, per intenderci): si parla del "Mimmo Pesce Show", un misto di nonsense e demenzialità, il tutto all'insegna di un ipotetico programma di 'insuccesso', con ospiti a sorpresa apparentemente raccattati a caso.
Fra questi, ha recentemente fatto bella mostra di sé Carola Varini, al secolo 'Carola Varini Sweet Carolyna' su Instagram, una manciata di foto sensuali e ammiccanti, per colei che si definisce una 'foodblogger', o meglio 'food influencer'.
Su "foodaffairs.it" dice di sé: "Nella vita ho fatto il liceo artistico, mi sono laureata in video design ma poi ho lavorato come modella ed hostess per diversi anni. Da settembre 2018 mi sono dedicata all’arte culinaria, aprendo una mia bakery che si chiama sweet Carolyna! Nella vita amo viaggiare, mangiare e i cartoni animati!. Amo recitare, disegnare e cantare, insomma, tutto ciò che è arte!".
Durante la trasmissione di Mimmo Pesce scopriamo anche altre sue passioni: "Il mio sogno è una famiglia in stile Walt Disney, sono come Ariel la Sirenetta, mi sento molto romantica e amo viaggiare". Carola ha anche due animali da compagnia: Belix, il cane, e Gatto, il gatto. Per il resto, rimane il consiglio di sintonizzarsi su Top Calcio 24 e sul "Mimmo Pesce Show".

Un collage di foto di Carola Varini tratte dal suo profilo Instagram

martedì 29 settembre 2020

Genoa, in 14 con il Covid ma Bassetti minimizza: "Sono asintomatici"

Il comunicato del Genoa
Il dottor Matteo Bassetti, direttore del Reparto Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, è intervenuto a Telelombardia per commentare la notizia dei 14, fra giocatori e membri dello staff del Genoa risultati positivi al coronavirus. "Sconvolto? Mica tanto - la sua prima reazione -, se ci ricordiamo, la prima squadra di calcio italiana con molti giocatori positivi era stata la Sampdoria nel momento dello scoppio dell'epidemia, e anche lì buona parte della squadra era stata positiva e quasi tutti asintomtacici.Più che vederla negativamente - ha proseguito Bassetti - la vedo positivamente, con una squadra di calcio tutta asintomatica di fronte a una infezione molto contagiosa, che è la sua caratteristica prioritaria, con i giocatori che sono gente sana. Certo, dovranno stare in isolamento e non potranno disputare le partite, ma dal punto di vista medico sono tutti asintomatici".
Relativamente alla possibilità di comportamenti sbagliati tenuti dai giocatori: "Non credo che ci siano atteggiamenti sbagliati, è semplicemente una casualità. E' evidente che si è creato un piccolo cluster all'interno dela squadra, come è capitato in Emilia Romagna quando se ne creò uno in una azienda, così come è successo anche in altre parti. Può succedere, era perfettamente atteso che potesse succedere d'altronde".
E' stato il Napoli ad affrontare il Genoa nell'ultima giornata di campionato. Deve preoccuparsi? Per Bassetti sì: "Il Napoli dovrebbe essere mediamente preoccupato. Ci sono i protoccoli, eseguiranno i tamponi a distanza stabilita e vedranno chi eventualmente sia rimasto infettato. E' probabile che già qualcuno avesse il virus durante la partita e quindi è chiaro che ci possa essere qualche caso anche nel Napoli".
La conclusione di Bassetti è realistica, e rispecchia le noti opinioni del medico, da tempo allineato contro le posizioni 'terroriste' dell'OMS e di gran parte della sanità italiana: "E' una notizia, ma quello che deve fare notizia è che le persone siano asintomatiche. Il risultato più importante è sempre quello clinico, che da medico mi interessa di più. Per uscirne la media è di un paio di settimane, ma è molto variabile".

domenica 17 maggio 2020

Salvini: "La Serie A che non riparte è un disastro per lo sport italiano"

Matteo Salvini (foto profilo Facebook)
Matteo Salvini, leader della Lega, ha parlato di sport, ospite al telefono della trasmissione "Qui Studio a Voi Stadio" di Telelombardia. In particolare, sollecitato dalle domande dei conduttori, dalla possibile ripartenza della Serie A di calcio. "Voi l'avete capito? Ho sentito anche stasera il presidente del consiglio, ma alcune cose non le ho capite. Ci sono 400 consulenti, ma le mascherine ancora non ci sono, alcuni negozi non si sa se possano riaprire, per quanto riguarda lo sport, oggi ho visto un pezzo di Bundesliga con mio figlio. Per quanto riguarda l'Italia, a cominciare dalla scuola, siamo l'unico Paese che, fino a settembre non riapre nulla, e quindi, o sono matti tutti gli altri... per quanto riguarda lo sport, se non riparte il campionato non è un disastro per Ronaldo o Ibrahimovic, ma per tutto il resto dello sport italiano. Io spero che si riparta quanto prima e in sicurezza".
Salvini prosegue, tema la Serie A e un confronto con la scuola: "Il problema non sono i 200 milioni di euro legati ai contratti con Sky e DAZN, ma le decine di migliaia di posti di lavoro che rischiano di saltare. Temo che uno stop prolungato porti alla chiusura della metà delle società professionistiche e al dramma per le piccole società dilettantistiche. La domanda che mi faccio da italiano è come mai altrove hanno già trovato il modo, certo non basato sull'improvvisazione, e oggi riparte la Bundesliga e perché in italia no. Ma tornando alla scuola, in tutti i Paesi europei, le scuole dalle elementari ai licei o sono già riaperte da aprile o apriranno entro maggio. Da noi, fino a settembre, non si sa nulla o non se ne parla neanche".
Infine un argomento a lui caro, il Milan: "Poi io da milanista non ho la smania di ripartire, visti i risultati di questi anni. Ormai non so più se siano più i consulenti del Governo o gli allenatori cambiati dal Milan, il problema credo che stia in cima, non è possibile che tutti i giocatori si imbrocchiscano quando arrivano al Milan. A me piace una società con un nome e un cognome, e non un'azienda che sia un ramo azionario".
Infine un commento su Zlatan Ibrahimovic e la sua possibile partenza dal Milan: "Ibrahimovic è stato uno dei pochi sprazzi di luce degli ultimi anni. Ho cominciato a seguire il Milan in Serie B, e con Vinicio Verza che pareggiava il derby quasi a tempo scaduto, ma degli ultimi anni mi porto via Ibra, il primo tempo del derby di quest'anno e poco altro. Ma verranno tempi migliori, per il Milan ma soprattutto per l'Italia".

mercoledì 22 aprile 2020

Galliani: "Ritornare a giocare? I tempi li darà il virus"

Adriano Galliani
Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, ma storico dirigente del Milan che dominò il calcio italiano fra il 1990 e il 2010, ha parlato a Telelombardia, intervistato da Fabio Ravezzani, direttore della rete.
Sulla ripresa della Serie A di calcio: "I tempi li può dare solo il virus. Bisogna capire cosa succede con questa curva, i contagi in Lombardia aumentano e l'Italia è molto diversa da regione a regione. Il 4 maggio molte persone si potranno muovere, ma con accorgimenti tali che non c'entrano nulla con il mondo del calcio. E quando si comincerà a toccare un pallone - ha proseguito Galliani -, come dice il mio amico Max Allegri, da lì in poi ci vorranno almeno quattro settimane, perché altrimenti i giocatori si infortunano. Comincerà un vero e proprio nuovo campionato, e siamo fermi da tre mesi".
Sul futuro incerto delle squadre di calcio di Serie B e C: "Strasalteranno per aria. Con l'indebitamento che già hanno i club e la perdita dei ricavi delle televisioni, la situazione diventerà drammatica. Mancano ancora molte partite e i soldi delle coppe europee sono ancora da distribuire. Se alcuni 'top club' non finiscono i campionati rischiano davvero la bancarotta, perché non hanno più ricavi". Galliani fa due esempi: "Il solo negozio del Barcellona fattura più di 50 milioni euro all'anno, il museo del Camp Nou è il secondo museo di Spagna". E ancora: "Le squadre di Serie B e C non hanno assolutamente le risorse per ricominciare il campionato, se non quando la situazione si sarà normalizzata, perché non possono seguire protocolli che sono costosissimi. Per la Serie A, visti i ricavi elevati, ci sono dei costi che si possono affrontare, in C non ci sono ricavi, in B ce ne sono pochissimi".
Ecco la soluzione sul futuro prospettata da Galliani: "Non vogliamo (parla del Monza in riferimento alla promozione in Serie B, ndr) nessuna vittoria a tavolino. Un bel giorno si ricomincerà a giocare e bisognerà ripartire da dove ci siamo fermati".
Galliani ha poi risposto a una serie di domande legate alla sua ultradecennale esperienza al Milan: "Con tutti gli allenatori ho avuto un ottimo rapporto, li ho sempre difesi". Quindi due stoccate alla Juventus. La prima: "Nel 1990 avevo preso Baggio. Poi cosa è successo? E' successo che è andato alla Juventus". La seconda ala domanda se ritenesse la Juventus veramente favorita dagli arbitri: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Nessun dubbio su quale sia stato il più forte giocatore che abbia vestito la maglia del Milan: "Non ho dubbi. E' stato Marco Van Basten". E nemmeno su quale sia stata la decisione più contrastata fra lui e l'allora presidente rossonero Silvio Berlusconi: "Convincerlo a non prendere Borghi e a prendere Rijkaard".