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Fact-checking che, invece, resiste, almeno per ora in Europa, 'vecchio continente' in tutti i sensi, l'ultimo ad accodarsi alle nuove ideologie 'woke' nordamericane, e ora, purtroppo, ancora l'ultimo a mantenerle in vita e a staccarsene.
L'auspicabile fine del fact-checking anche in terra europea contribuirebbe all'abbattimento di una delle più potenti armi della censura del pensiero organizzate dai governi e dai loro spalleggiatori economici. I cosiddetti 'fact-checkers', personaggi mai dichiaratisi nella propria identità e sempre auto-definitisi 'indipendenti' (ma verso chi o che cosa?) sono stati utilizzati in massa per smontare le teorie anti-vaccino di chi proponeva valide alternative al contrasto del Covid, oppure, in misura ancora superiore, per corroborare l'idea della difesa a tutti i costi dell'Ucraina nei confronti della Russia, 'dimenticandosi' tutto ciò che dietro l'attacco russo a Kiev stava, a livello di storia e motivazioni.
Covid e Ucraina sono stati i due grandi fallimenti dei 'fact-checkers', quasi sempre accodati al mondo progressista e 'woke', in grado di imporre le proprie presunte verità a coloro che, non sempre forniti della cultura necessaria ma in grado in ogni caso di esprimere una propria opinione eun proprio pensiero, ne venivano frernati dalle 'verità sventolate' di quelli 0' che ne sanno'. Chi poii questi fossero e al soldo di chi lavorassero, questo è sempre stato un mistero saperlo. O forse era fin troppo facile immaginarlo. Quindi ringraziamo Donald Trump e la sua guerra al mondo dei 'moderni', se i moderni quelli che vogliono contrastare la verità. O imporci la loro.