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domenica 6 febbraio 2022

Inter-Milan: Maignan punge i nerazzurri "San Siro è la casa del Milan"

Il 'tweet' di Mike Maignan
Mike Maignan
sempre più protagonista dei cuori dei tifosi del Milan: dopo avere parato l'impossibile nel derby vinto contro l'Inter, il portiere francese si è infatti reso protagonista di una battuta ficcante nei confronti dei 'cugini'.
Sul proprio profilo Twitter l'estremo difensore transalpino ha raccontato un aneddoto collegato alla stracittadina: "Ieri quando ho voluto parcheggiare la macchina allo stadio, il parcheggiatore mi ha detto 'Scusa ma oggi la tua macchina deve stare fuori! Questa è la casa dell’Inter questo fine settimana!'. Io gli ho risposto: 'Hai appena cambiato l’arredamento senza il mio permesso! San Siro mi è stata presentato come la casa del Milan'".
Questo l'originale: "Hier quand j'ai voulu garer ma voiture au stade, le voiturier: désolé mais aujourd'hui ta voiture doit rester dehors! C'est la maison de l'Inter ce week-end! Moi: t'as juste changé le décor sans mon autorisation! San Siro m'a été présenté comme la maison de l'AC Milan".
Il tutto corredato da quattro foto che raccontano la storia del derby di sabato: due con lui protagonista di altrettante parate, una della spettacolare coreografia della Curva Sud e una della squadra che, a fine gara, corre a ringraziare i tifosi rossoneri.
Maignan ha comunque centrato la notizia: lo stadio di San Siro (poi ribattezzato "Giuseppe Meazza" da una compiacente giunta a maggioranza interista) è stato costruito nel 1926 da Piero Pirelli, presidente del Milan, come impianto ufficiale del club rossonero, mentre l'Inter, poi divenuta Ambrosiana, giocava le proprie gare interne prima al Campo Goldoni e poi all'Arena.
Nel 1935 l'impianto venne acquistato dal Comune di Milano, ma fu solo nel 1947 che cominciò a giocarvi anche l'Inter, ovvero dopo 21 anni di attività rossonera.
Insomma, Maignan, senza saperlo, ha ribadito una verità troppo spesso dimenticata: ovvero che, in effetti, San Siro è veramente lo stadio del Milan.

Inter-Milan: Oliviero Orgasmo Vero, e io continuo a godere

Il tifo della Curva Sud al derby (foto sito AC Milan)
Il Milan ha vinto il derby contro la seconda squadra di Milano per 2-1 e io godo. Tanto. Eppure, in rapporto, gioisco meno quando il Milan vince il derby rispetto alla sofferenza che provo quando lo perde.
Sono riuscito a passare in tranquillità il 'sabato del villaggio sportivo' che mi avrebbe portato alle ore 18, orario d'inizio della sfida contro 'quelli là', quelli nati 'dopo' e, come si dice, nati 'male'.
In mattinata ho accompagnato mia madre per commissione varie quindi, insieme, siamo stati a fare un giro dei negozi del quartiere, dov'è riuscita a raccogliere le effusioni e gli applausi di chi non la vedeva da tempo per una zona, quella Poliziano/Piero della Francesca, che per una metropoli come Milano è quasi un grande paese', dove in tanti si conoscono e si salutano come un tempo.
Ci siamo regalati anche un pranzo al ristorante dove, per quanto mi riguarda, ho gustato una sogliola alla mugnaia con delle patatine fritte al fiammifero, con un calice di prosecco, una coppetta di maionese deliziosa e un caffè corretto con una grappa barricata che ho goduto con estrema libidine, quasi paragonabile alle due reti di 'Oliviero Orgasmo Vero'.
Tornato a casa ho guardato con simpatia, viste le mie origini, lo splendido programma di TVA Vicenza "Diretta Biancorossa", con la splendida Sara Pinna, sensuale unico sorriso per un Vicenza che sta filando diritto in Serie C.
Arriva il momento del derby, traffico con i fili di DAZN, mi siedo e osservo, irrigidendo la mia espressione sempre di più ogni minuto che passava fino alla marmorizzazione completa al gol di Perišić. Come al solito il 'derby del tifo' lo vinciamo noi, complice la scelta della curva interista di non piazzare gli striscioni (affari loro...): un 'refrain' che ricordo fin dalla fine degli anni '70 e che da allora porta sempre una sfiga immensa. "Eh, ma sugli spalti abbiamo vinto noi"... in campo c'era invece il Piccolo Diavolo di anni '80 memoria.
Comincia il secondo tempo, si mischiano sfiducia, pessimismo cosmico e fatalismo verso l'inevitabile sconfitta, ennesima prostrazione verso un'Inter non impressionante, ma che in confronto a un Milan inesistente sembra di un altro pianeta. Poi... poi arriva lui, anzi lü, implacabile all'improvviso, come un certo Maurizio Ganz.
Mister derby, ovvero Olivier Giroud piazza la prima zampata e poi anche la seconda. Non ci credo, svegliatemi. Non sta succedendo. Ciò che appariva inevitabile assume i contorni dell'incertezza. Anzi, ora più passano i secondi più il traguardo finale diventa sempre più chiaro. Battere l'Inter, vincere il derby, e poi vada come vada.
Stasera è puro 'walking on the moon', osservo in 'loop' le due reti di 'Oliviero Orgasmo Vero', ho ascoltato tutte le interviste, ho osservato con emozione lo sguardo e gli occhi dei miei alfieri rossoneri, ho ascoltato le loro parole ma anche quelle di chi, ahilui, ha perso (spiaze...), godendo ancora di più ascoltando le consuete recriminazioni sugli arbitri che da sempre costellano la storia di quelli 'nati dopo'. Come se la direzione di Guida non fosse stata chiaramente, fin dall'inizio, tesa a ignorare i contrasti, anche duri di gioco, nella consueta direzione definita "all'inglese".
Ma chissenefrega, abbiamo vinto e, per un attimo, sono stato anche sul punto di esporre la bandiera delle 'grandi occasioni'. Poi, giustamente, ci ho ripensato. Nella sua storia il Milan ha vissuto ben altri trionfi che vincere un derby contro quei 'cugini' mai amati. Probabilmente la 'seconda squadra di Milano' vincerà lo scudetto. Ma stanotte quanto godo... e buon derby a tutti!

Inter-Milan: Diletta Leotta e la 'coda di cavallo'

Diletta Leotta prima dell'inizio del derby
Il Milan vince il derby superando l'Inter con il punteggio di 2-1 e ringrazia Olivier Giroud, ma nella sfida della bellezza ancora una volta, pur con le solite pose, si è distinta Diletta Leotta.
La conduttrice catanese di DAZN, coadiuvata nel pre e nel post partita da Massimo Ambrosini e Borja Valero, e accompagnata successivamente nella telecronaca di Pierluigi Pardo, con il commento tecnico di Marco Parolo, si è presentata in un completo di colore nero, con giubbino, pantaloni, maglione e cinturone, i capelli raccolti in una sventolante coda di cavallo.
Un bell'effetto, senza dubbio, sebbene resti sempre l'impressione che la fanciulla si creda ancora più bella di quanto effettivamente sia.
Vale comunque la pena dedicarle una piccola galleria fotografica con 'stop frame' scattati durante il derby, giusto a corredo di una serata speciale per i colori rossoneri.




sabato 5 febbraio 2022

Inter-Milan: Giroud ribalta il derby

Olivieri Giroud esulta dopo la rete vincente (foto sito AC Milan)
Il Milan vince il Derby della Madonnina nella maniera più incredibile eppure, alla fine, se lo porta a casa quasi in carrozza, superando 2-1 un'Inter incredula e sbigottita, tramortita nel giro di tre minuti da Olivier Giroud, prima autore di un tocco rapace sotto porta, e poi di un guizzo improvviso che vale la vittoria, complice una difesa imperfetta sull'uomo da parte di Stefan de Vrij e un intervento rivedibile di Samir Handanovič.
Il Milan però la vince anche sul piano tattico, dopo che nel primo tempo proprio su quel piano l'aveva nettamente persa. I rossoneri escono dai primi 45 minuti travolti e soggiogati, e il solo gol di Ivan Perišić pare perfino uno scarto generoso nei confronti del Diavolo, che non ne combina una giusta. Franck Kessié, tanto decantato a Empoli nel ruolo di trequartista, non incide e non imbrocca un pallone, Alexis Saelemaekers non si vede e perde ogni palla toccata, la coppia composta da Rafael Leão e Theo Hernández si infrange sui raddoppi nerazzurri e sulla prestanza fisica di Denzel Dumfries.
Se però, nel primo tempo, l'Inter l'aveva fatta da padrone (bloccata solo da uno spettacolare Mike Maignan, unico rossonero sufficiente nel primo tempo), nella ripresa lo spartito cambia.
Merito di Stefano Pioli che, fa ammenda degli errori di formazione e inserisce Junior Messias per Saelemaekers fin dal 46' ma, soprattutto Brahim Díaz dal 58' per uno spento Kessié. E la gara gira completamente. Complici però anche i cambi di Simone Inzaghi, che pensa di togliere Perišić per Federico Dimarco e Lautaro Martínez per Alexis Sánchez al 70' e il fischiatissimo (da parte milanista) Hakan Çalhanoğlu per Arturo Vidal al 73'.
Il momento decisivo arriva al 75', protagonista un Giroud fin lì lottatore sì ma impalpabile che, a centrocampo, dà una vigorosa spallata a Sánchez. Cadono entrambi e per l'arbitro Marco Guida non è fallo, secondo una linea tenuta fin dall'inizio (falli per i classici 'rusoni' non fischiati poco dopo il via della gara su Hernández e Nicolò Barella e poi ancora nella ripresa con vittime sacrificali Sandro Tonali e Díaz). L'azione si snoda, una palla vagante viene deviata in mezzo all'area e Giroud si stende insaccando di piede. Un risultato, quello di parità, fin lì quasi insperato. L'Inter reagisce rabbiosamente, ma passano due azioni ed è ancora Giroud a colpire, dopo uno splendido assist in area di Calabria su cui il 'bomber' francese raccoglie, si gira come un fulmine e gela Handanovič.
La partita finisce qui: ci sarebbe ancora un quarto d'ora per recuperare ma i nerazzurri ormai non ci sono più con la testa. A tempo scaduto Hernández rimedia un'espulsione per un fallo su Dumfries, necessario per rimediare a un precedente errore di impostazione di Tonali: un fallo che vale il 'rosso' ma che salva il Diavolo da una pericolosa ripartenza. L'Inter esercita solo una pressione sterile cui peraltro, con un maggior 'instinct killer', i rossoneri avrebbero potuto replicare con la terza rete. Ma sarebbe stato veramente troppo. Al Milan resta comunque una serata da incorniciare per la reazione, all'Inter un ko che non pregiudica nulla dal punto di vista della classifica.
I miei TOP 3 della serata:
1. Olivier Giroud; 2. Mike Maignan; 3. Brahim Díaz.
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