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venerdì 2 febbraio 2024

Mercato dell'auto: gennaio 2024, immatricolazioni in aumento in attesa degli incentivi

(foto Unsplash - Ilya Shishikhin)
Il mercato italiano dell’auto apre il 2024 con il segno positivo. In gennaio sono state infatti immatricolate 141.946 autovetture con un incremento sul gennaio 2023 del 10,61%. Questo dato va però confrontato con la crescita del 19% dell’intero 2023 ed è dovuto al portafoglio ordini acquisito nello scorso anno.
In gennaio infatti la raccolta ordini langue e scarso successo sta riscuotendo la piattaforma del Governo per prenotare gli incentivi secondo la formula in vigore nel 2023 (con alcune modifiche). A oggi infatti per le persone fisiche lo stanziamento disponibile per l’acquisto di un’auto con emissioni da 0 a 20 gr/km di CO2 è stato utilizzato soltanto per il 3%, mentre quella per le vetture con emissioni di CO2 da 21 a 60 gr/km è stato utilizzato per l’1,2%, mentre la piattaforma per le auto con emissioni da 61 a 135 gr/km di CO2 è stata invece utilizzata per l’87%.
Questi dati mettono in luce che l’interesse del pubblico è forte soprattutto per le auto tradizionali, mentre per le auto elettriche occorrerebbero incentivi molto più robusti di quelli previsti nella piattaforma citata. Incentivi più robusti arriveranno però con il nuovo piano dell’auto presentato a Roma dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che prevede uno stanziamento di 950 milioni. Questo piano dovrebbe diventare operativo nei prossimi mesi con soluzioni molto più efficaci di quelle del passato, favorendo le famiglie con redditi più bassi e l’acquisto di vetture elettriche, anche se il 40% delle risorse dovrebbero essere riservate ad auto con emissioni di CO2 contenute tra 61 e 135 gr/km e con qualsiasi tipo di alimentazione.
Data questa situazione le immatricolazioni si dovrebbero mantenere su bassi livelli fino all’entrata in vigore del nuovo pacchetto di incentivi.
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è quindi necessario che il nuovo piano del Governo sia varato nel più breve tempo possibile anche per sostenere gli automobilisti italiani nella sostituzione delle loro auto in una fase di mercato che ha visto i prezzi delle auto subire aumenti molto rilevanti.
Dal 2019 al 2022 infatti vi sono stati aumenti del 34,3%, nel 2023 vi sono stati altri aumenti e dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor di gennaio emerge che il 52% dei concessionari giudica alto il livello dei prezzi delle auto e il 26% ritiene che potrebbero esserci nuovi aumenti.

mercoledì 2 marzo 2022

Mercato dell'auto sempre più giù, le sanzioni alla Russia sono un problema

L'apertura del sito di Promotor
Prosegue il trend negativo per il mercato dell'auto italiano dopo un già disastroso risultato di gennaio.
Le immatricolazioni sono state 110.869, con un calo del 22,6% sul febbraio 2021 e del 37,9% sullo stesso mese 2019, l'ultimo prima della pandemia.
Proiettando il risultato del primo bimestre sull'intero anno si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.093.415, un livello da anni ’60 del secolo scorso.
Sulla situazione, già precaria per molti motivi e in particolare per l'impatto della pandemia e per la crisi dei microchip, si sono abbattuti due nuove pesanti stangate. La prima è il fatto che il Governo non abbia ancora adottato provvedimenti per rendere operativi gli incentivi annunciati da tempo proprio da esponenti governativi. La seconda viene dalla guerra in Ucraina, che sta già incidendo negativamente sulla domanda di autovetture per gli effetti che potrebbe avere sull'economia italiana che dovrebbe vedere le sue esportazioni penalizzate dalle sanzioni alla Russia.
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l'unico contributo positivo che in questo momento si possa avere è l'adozione immediata del provvedimento per gli incentivi al settore. A questo proposito Quagliano fa comunque presente che lo stanziamento di un miliardo all'anno annunciato per il 2022 rischia di essere insufficiente se questa cifra, come sembra, dovrà coprire non solo sostegni alla domanda di auto, ma anche interventi per compensare l’impatto negativo della transizione ecologica sulla produzione di componenti e sull'occupazione.

venerdì 2 luglio 2021

Mercato dell'auto, non si ferma la crisi

Donne e motori, EICMA 2013 (foto Bordignon)
Se la risalita dell’economia italiana sta accelerando il recupero degli effetti negativi del lockdown da Covid-19, il mercato italiano dell’auto continua a essere in grave difficoltà. In giugno le immatricolazioni di autovetture accusano un calo del 13,3% su giugno 2019 (su giugno 2020 vi sarebbe una crescita del 12,6% ma giugno 2020 non fa testo perché troppo fortemente penalizzato dalla pandemia) e decisamente negativo è anche l’andamento dell’intero primo semestre dell’anno.
Le auto immatricolate sono state 884.750, mentre nel giugno 2019 erano state 1.083.184. Mancano dunque all’appello ben 198.434 autovetture che valgono un fatturato di 3,69 miliardi di euro e un gettito Iva di 813 milioni.
Se si proietta il risultato dei primi sei mesi di quest’anno sull’intero 2021, tenendo conto dell’incidenza media del fatturato del primo semestre sull’intero anno, emerge poi che il volume delle immatricolazioni dell’intero 2021 potrebbe attestarsi a quota 1.566.000 con una perdita, rispetto al 2019, di 351.022 immatricolazioni e con un conseguente calo di fatturato (Iva esclusa) di 6,53 miliardi di euro e un minor gettito Iva di 1,43 miliardi di euro.
La precarietà del mercato dell’auto italiano e le preoccupazioni degli operatori del settore emergono con grande chiarezza dall’inchiesta congiunturale condotta a fine giugno dal Centro Studi Promotor da cui risulta che il 77% degli operatori valuta bassa in giugno l’affluenza di interessati all’acquisto nei saloni di vendita, che il 74% degli operatori valuta basso, sempre in giugno, il livello di acquisizione di ordini, mentre il 58% si attende nuovi cali nelle vendite. 
In questo quadro – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il Governo, che ha già manifestato l’intenzione di utilizzare il PNRR anche per il rilancio del comparto dell’automobile, dovrebbe rompere gli indugi e adottare un sistema di incentivi per l’acquisto di auto volti a sostenere la domanda fino al rilancio duraturo del settore che si avrà con il miglioramento del quadro economico generale e con i positivi effetti del PNRR.

domenica 2 agosto 2020

Italia in piena recessione, peggio solo nella Seconda Guerra Mondiale

Gli effetti disastrosi della pandemia si fanno sentire, inevitabilmente, sull'economia nazionale. Il PIL italiano è andato, e sta andando così incontro a un vero e proprio crollo, che lo porterà ai livelli del 1996-97. Si tratta del caso di recessione più grave nella storia dell'unità d'Italia dopo quelle del 1943 e del 1944.
Con il pesantissimo calo del primo trimestre 2020, (-5,3%) che aveva fatto seguito alla contrazione dello 0,2% registrata nel quarto trimestre 2019, il PIL italiano era entrato in recessione tecnica. Con l’ancor più pesante calo che emerge dai dati diffusi oggi dall’Istat (-12,4% nel secondo trimestre 2020 sul trimestre precedente) l’Italia entra clamorosamente in recessione conclamata.
E’ facile prevedere che l’andamento del secondo semestre dell’anno sarà ancora negativo, ma non è certo impresa facile ipotizzare l’entità del calo dell’intero 2020. Secondo l’ultima stima della Commissione Europea la contrazione di quest’anno dovrebbe essere dell’11,2% e sarebbe il calo più pesante registrato dal PIL nella storia dell’Italia unita dopo quelli del 1943 e del 1944. Il PIL italiano (a prezzi costanti 2010) tornerebbe indietro di 23 anni, scendendo a quota 1.440 miliardi, cioè allo stesso livello degli anni 1996-1997.
Come mostra il grafico, negli ultimi 30 anni il Pil italiano in euro 2010 è passato da quota 1.327 miliardi del 1990 a quota 1.687 miliardi nel 2007 per sprofondare poi nel 2013 a 1.541 miliardi (livello uguale a quello del 2000), per recuperare quindi fino a 1.621 nel 2019 e sprofondare di nuovo nel 2020 fino al livello di 23 anni fa.
E’ del tutto evidente - sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - che per superare questa difficilissima situazione il nostro Paese ha bisogno di interventi, non solo immediati ma anche radicali ed incisivi. Anche ammettendo che il crollo dovuto alla pandemia da Coronavirus potesse essere colmato in tempi ragionevolmente brevi, rimarrebbe sempre da recuperare il ritardo che già nel 2019 vi era rispetto al 2007, ritardo che segna una pesante interruzione nel percorso secolare di crescita del PIL italiano ed anche una drammatica anomalia rispetto alle altre economie avanzate che hanno superato in pochi anni la crisi del 2008 per continuare poi a crescere fino alla battuta d’arresto del 2020. (fonte: Centro Studi Promotor)

martedì 21 gennaio 2020

Auto elettriche, servono incentivi

Gian Primo Quagliano e Luca Patanè (foto Bordignon)
Incentivi per le auto elettriche, se ne è parlato a Milano, nell'elegante cornice dell'Hotel Westin Palace. “Per il nostro Paese occorre una grande campagna di incentivi alla rottamazione per l’acquisto sia di auto elettriche che di nuove auto ad alimentazione tradizionale”. Lo ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, nella 27.a conferenza stampa annuale organizzata dal centro sulle prospettive del mercato dell’auto.
Per l’Italia l’obiezione all’introduzione di significativi incentivi alla rottamazione è che la situazione economica non consente di sostenere il grande sforzo per rinnovare in maniera significativa il parco circolante. La nazione italiana è l’unica ad economia avanzata che non abbia ancora superato la crisi del 2008, già oggi la più lunga dall’Unità, mentre il PIL pro capite 2018, contrariamente a quanto avviene in tutta l'Unione Europea, con l’esclusione della sola Grecia, è più basso di quello del 2001 (-3,96%). Esistono però formule di incentivazione alla rottamazione che possono dare una spinta anche al PIL ed essere a costo zero, perché il bonus viene completamente recuperato attraverso il gettito IVA sulle auto immatricolate in più.
Una formula di questo tipo fu adottata proprio in Italia con i primi incentivi alla rottamazione del 1997, che determinarono una crescita delle immatricolazioni del 39%, un gettito aggiuntivo per l’Erario di 1400 miliardi di lire e una crescita del PIL calcolata dalla Banca d’Italia in 0,4 punti%.
“Nel 2020 – ha affermato Quagliano – le immatricolazioni supereranno la soglia dei 2 milioni e si attesteranno a quota 2.010.000 (+5%), un risultato tutto sommato modesto (-19,4% sui livelli ante-crisi). Se vi fosse però una efficace campagna di rottamazione come quella che proponiamo anche le immatricolazioni nel 2020 avrebbero un notevole impulso che consentirebbe di colmare il divario rispetto ai livelli ante-crisi”.
Ancora Quagliano ha poi esaminato le prospettive per l’auto elettrica e per quella a guida autonoma. “L’auto elettrica arriverà perché la vuole la gente, la politica, le case auto, le compagnie elettriche e il più grande mercato del mondo: la Cina”. Il processo sarà molto lungo anche perché nel mondo, alla fine del 2018, circolavano 1,4 miliardi di autoveicoli. Gli anni ‘20 di questo secolo dovrebbero però vedere il decollo della mobilità elettrica. Perché ciò accada occorre un radicale cambiamento nei comportamenti delle autorità politiche che, finora, salvo eccezioni, hanno posto soltanto limiti alle emissioni e alla circolazione di determinati tipi di auto. Poiché l’impegno economico per passare all’elettrico sarà di enorme portata, i governi dovranno impegnarsi a sostenere l’industria, nella fase di transizione, a favorire il ricollocamento dei lavoratori espulsi dal processo produttivo per il fatto che l’auto elettrica è notevolmente più semplice da produrre rispetto agli standard tradizionali e soprattutto gli Stati dovranno sostenere gli automobilisti per accelerare la scelta di auto elettriche.