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mercoledì 1 dicembre 2021

Bassetti conferma: "La mascherina all'aperto non salva la vita"

Una ragazza russa con mascherina (foto vperemen.com)
Indossare la mascherina all'aperto per salvarsi dal Covid? Non ci vuole un genio per capire che, come idea, non sia il massimo. Lo conferma il virologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Credo che sia un ritorno indietro e personalmente non condivido questa scelta", ha detto, ripreso dall'Agenzia ANSA.
Proprio la città ligure, con il sindaco Marco Bucci, al pari della stragrande maggioranza dei sindaci italiani, ha preso questa decisione per 'salvare il Natale'.
"La posizione di Genova purtroppo segue quella di altri sindaci italiani - continua il professore - io credo che sarebbe stato molto più intelligente pensare d'introdurre, in quelle situazioni dove c'è veramente tanta calca, un 'green pass', come si fa allo stadio o ai concerti". Secondo Bassetti, "l'obbligo di mascherine all'aperto è un tornare indietro anche perché il messaggio che passa è che la mascherina salva la vita - afferma - ed è un messaggio molto sbagliato. Il vaccino ti salva la vita - conclude il virologo -, non le mascherine, attenzione a dare questi messaggi perché poi le persone non capiscono più quello che noi stessi diciamo". (fonte: ANSA)

martedì 16 novembre 2021

EICMA 2021, arriva la Urban Mask di Narvalo

La Narvalo Urban Mask (foto ufficio stampa)
La startup Narvalo, creatrice della mascherina Narvalo Urban Mask, sarà presente all'edizione 2021 di EICMA, la più importante esposizione internazionale per l'industria delle due ruote che si svolgerà a Milano (Rho Fiera) dal 23 al 28 novembre.
Insieme ad altre 14 realtà innovative internazionali, Narvalo sarà ospitata all'interno dell'area Startup e Innovation per 'raccontare' la nuova mascherina protettiva certificata FFP3 anti-smog e il suo progetto di sensibilizzazione a 360 gradi sul problema dell'inquinamento e sulla mobilità urbana.
Nonostante la pandemia da Covid-19 abbia lo scorso anno inizialmente ridotto il traffico delle città e dunque l’inquinamento, l’emergenza smog in Italia non si è infatti fermata: secondo il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, nel 2020 un terzo dei capoluoghi italiani analizzati per quanto riguarda le concentrazioni di polveri sottili (PM10) in atmosfera ha superato i 35 giorni consentiti di sforamento del valore limite per la protezione della salute umana (50 µg/mc). L'inquinamento delle città è ampiamente percepito anche dai motociclisti: secondo un sondaggio realizzato proprio da Narvalo, per il 75% di loro è fondamentale proteggere il proprio respiro mentre si è in moto e nel 37% dei casi ammettono di valutare l’utilizzo di una mascherina per proteggersi dallo smog in città.
Le Narvalo Urban Mask sono infatti pensate proprio per proteggere gli 'urban commuters' come i motociclisti da agenti inquinanti e pollini in città: grazie a uno strato in carbone attivo e alla tecnologia filtrante BLS Zero di BLS, garantiscono un livello di filtrazione superiore al 99% di smog, batteri, pollini e virus, mentre una valvola di espirazione studiata per massimizzare il deflusso d'aria evita eccessivi accumuli di calore e umidità all'interno. A completare il prodotto c'è l'Active Shield, dispositivo IoT proprietario che sarà disponibile entro fine 2021: posizionato sulla parte anteriore della mascherina, traccia la frequenza respiratoria e ottimizza a flusso continuo il ricambio di ossigeno e anidride carbonica. Infine, la Narvalo App, che consente il monitoraggio di spostamenti e qualità dell'aria respirata sia che ci si muova a piedi, che a bordo di una moto.
"Questa edizione di EICMA ha un grande valore simbolico, dovuto anche al protagonismo che le due ruote hanno conquistato nella mobilità post-Covid", sottolineano Venanzio Arquilla e Ewoud Westerduin, fondatori di Narvalo. Nel 2020 infatti, secondo i dati Confindustria ANCMA, la vendita dei veicoli a due ruote a trazione elettrica è aumentata dell'84,5%, superando per la prima volta i 10.000 veicoli immatricolati. In particolare, il mercato degli scooter ha registrato la crescita più significativa in termini percentuali con un +268,8% (6.088 veicoli immatricolati), seguito da quello delle moto (+125,7%, 377 veicoli) e dei ciclomotori (+8,3%, 4.378 mezzi).

lunedì 18 ottobre 2021

Cile, tanti vaccinati ma il governo lancia appello ai ritardatari

La prima pagina de "El Mercurio" di Santiago del Cile
Appello da parte del governo del Cile nei confronti di oltre un milione di cosiddetti 'ritardatari' del vaccino contro il Covid-19, sottolineando però che ben 13,9 milioni di persone sopra i 18 anni (la popolazione totale del Cile ammonta a poco meno di 18 milioni di abitanti) hanno ricevuto l'immunizzazione completa contro la malattia.
Le autorità sanitarie hanno segnalato nelle ultime 24 ore 1.357 nuovi casi di Coronavirus e 7.789 casi attivi. Undici persone sono morte nelle ultime 24 ore, portando il numero totale di decessi per Covid a 37.620 dall'inizio della pandemia, mentre sono 1,67 milioni i contagi finora registrati.
Dai dati riportati emerge che per il quinto giorno consecutivo i contagi giornalieri hanno superato il migliaio, fatto che non accadeva da luglio. Il ministro della Sanità, Enrique Paris, ha sottolineato il calo del 91% dei ricoveri di contagiati nelle unità di terapia intensiva (UTI) di ospedali e cliniche e ha evidenziato il minore tasso di mortalità.
"Tutto questo grazie alle importanti campagne di prevenzione e vaccinazione", ha sottolineato Paris. Finora, la percentuale di popolazione di età superiore ai 18 anni completamente vaccinata ha raggiunto l'89,2%.
Le autorità sottolineano che uno dei problemi persistenti riguarda l'elevato tasso di positività che ha raggiunto il 2,46% a livello nazionale, il 3% nella capitale Santiago, il 4% nel porto di Valparaiso, il dato più alto nel Paese. (fonte: ANSA)

mercoledì 18 agosto 2021

Covid nato per caso, cocktail di vaccini, BLM e dialogo con i talebani, la 'devoluzione' dell'uomo è completa

Booji Boy, il ragazzo 'idiota' protagonista dei video dei Devo
Il QI dell'umanità dev'essere paurosamente sceso in questi ultimi anni, e un extraterrestre sceso sulla Terra a distanza di mezzo secolo forse penserebbe di avere a che fare con una specie umana diversa, o addirittura con un animale incrociato con qualche bipede minore.
Quali storture devono essersi messe in moto nel cervello umano per convincerlo ad accettare l'inaccettabile?
Come può un'intera umanità essersi 'bevuta' la storiella, costruita a uso e consumo della Cina, che il Covid-19 sia 'casualmente' arrivato attraverso un orsetto della giungla dell'entroterra di Wuhan, quando in quella medesima area prospera un laboratorio chimico militare che opera sugli stessi virus?
Come può un'umanità che si dica tale avere subito impotente il tragico balletto dei vaccini e delle 'bufale' correlate al comportamento anti-Covid, dalle mascherine prima inutili e poi obbligatorie pena l'arresto, fino al leggendario 'cocktail dei vaccini', prima sbandierato come migliore soluzione per debellare l'infezione e poi resettato sotto al tappeto del silenzio per evitare guai peggiori?
Come può una consistente parte di mondo essersi indignata per la morte di un criminale di colore, ucciso sì in maniera violenta da un poliziotto americano, ma certamente non di più di migliaia di altri criminali di tutto il mondo, per cui, peraltro, la morte dovrebbe essere un 'rischio calcolato' del mestiere? Una morte da cui poi nascerà tutta la litania mediatica del Black Lives Matter...
Arriviamo allo zuccherino finale, quel dialogo auspicato con i talebani da parte dell'Occidente, una frase che già di per sé rappresenta un ossimoro, perché non è possibile 'dialogare' con gente che decapita i propri nemici, che lapida le donne in strada e che crede di essere attesa da decine di vergini in cielo se riuscirà a immolarsi nel nome del proprio dio.
Ecco. Pare così arrivare a conclusione, o comunque a un buon punto, quella 'devoluzione' di cui parlavano i Devo sul finire degli anni '70, in brani tanto acuti quanto graffianti, musica elettronica alterata da quella fine percezione che solo il movimento post-punk di quel periodo seppe cogliere. "Jocko Homo" e "Mongoloid" sono due canzoni che rappresentano appieno il traumatico momento vissuto da un'umanità ormai 'schiava' di un'informazione distorta e guidata dai grandi 'social' del momento. Non molto di cui vantarsi, semmai un passo ulteriore verso il baratro di una 'de-intelligenza' sempre più palpabile e sempre meno rilevata da una plebe di 'utili idioti'.

venerdì 13 agosto 2021

Il Nobel Montagnier, considerato no-vax, arriva in Italia, ma i giornali lo ignorano

La locandina dell'evento cui ha preso parte Luc Montagnier
E' arrivato in Italia Luc Montagnier, nel più totale disinteresse della stampa schierata, ovvero quella stragrande maggioranza di giornalisti 'servi' della monocultura globalista espressa dal governo italiano schiavo dell'Europa schiava a sua volta dei 'poteri forti' e via di questo passo.
Un Montagnier che, guarda caso, rappresenta una delle pochissime voci critiche nei confronti dei vaccini.
Premio Nobel per la medicina scopritore del virus dell'HIV e presidente della fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell'AIDS, il professore di Chabris non è proprio l'ultimo dei pirla. Ma della sua presenza in terra italiana, a Firenze, su invito dell'organizzazione no-profit Atto Primo: Salute Ambiente Cultura non viene riportata traccia sui media.
Quegli stessi media che da tempo si sono preoccupati di screditare qualsiasi sua possibile affermazione potesse le verità inconfutabili provenienti dalla comunità scientifica incaricata di 'normalizzare' la conoscenza legata al Covid-19, escludendo ogni riferimento a un diretto coinvolgimento della Cina, stretta compagna di viaggio di gran parte delle pseudo potenze occidentali. Il 21 aprile 2020 "La Stampa", uno dei principali organi di regime, titolava con sicumera: "Coronavirus, la comunità scientifica demolisce le tesi di Montagnier sul Covid-19 creato in laboratorio" (leggi l'articolo). Su Montagnier, prima ancora dell'esplosione del Coronavirus, si era esercitata anche "La Repubblica" nel 2017, con un titolo ancora più incisivo: "Dal Nobel alle bufale, il declino di Luc Montagnier: scoprì il virus Hiv, ora è no-vax" (leggi l'articolo). Una posizione, quella sull'origine artificiale del Covid, cui poi alla fine ci si è dovuti inchinare, come sostiene la dottoressa Silvana De Mari sul quotidiano "La Verità", del cui articolo riporto uno stralcio nell'immagine qui sotto.
Montagnier, a Firenze, come si legge sull'organo ufficioso di informazione online Imolaoggi.it ha parlato dei rischi dei vaccini anti-covid: “un’operazione di marketing che impedisce di concentrarsi sulle cure migliori”.
Nell'articolo di Valentina Rebecca Soluri si legge anche: "nel corso della conferenza stampa è stato più volte ribadito che le associazioni coinvolte e il Professor Montagnier non intendono assumere una posizione “no vax” ma vogliono piuttosto contestare l’obbligatorietà del trattamento, sulla base della dichiarata mancanza di studi sperimentali che ne possano garantire efficacia e sicurezza e nell’attuale assenza di dati replicabili sugli effetti di breve, medio e lungo periodo, soprattutto sui giovani e sulle generazioni future".
Peccato non esserci stati. Peccato che la maggioranza dei media abbia ignorato la notizia.

venerdì 2 luglio 2021

Mercato dell'auto, non si ferma la crisi

Donne e motori, EICMA 2013 (foto Bordignon)
Se la risalita dell’economia italiana sta accelerando il recupero degli effetti negativi del lockdown da Covid-19, il mercato italiano dell’auto continua a essere in grave difficoltà. In giugno le immatricolazioni di autovetture accusano un calo del 13,3% su giugno 2019 (su giugno 2020 vi sarebbe una crescita del 12,6% ma giugno 2020 non fa testo perché troppo fortemente penalizzato dalla pandemia) e decisamente negativo è anche l’andamento dell’intero primo semestre dell’anno.
Le auto immatricolate sono state 884.750, mentre nel giugno 2019 erano state 1.083.184. Mancano dunque all’appello ben 198.434 autovetture che valgono un fatturato di 3,69 miliardi di euro e un gettito Iva di 813 milioni.
Se si proietta il risultato dei primi sei mesi di quest’anno sull’intero 2021, tenendo conto dell’incidenza media del fatturato del primo semestre sull’intero anno, emerge poi che il volume delle immatricolazioni dell’intero 2021 potrebbe attestarsi a quota 1.566.000 con una perdita, rispetto al 2019, di 351.022 immatricolazioni e con un conseguente calo di fatturato (Iva esclusa) di 6,53 miliardi di euro e un minor gettito Iva di 1,43 miliardi di euro.
La precarietà del mercato dell’auto italiano e le preoccupazioni degli operatori del settore emergono con grande chiarezza dall’inchiesta congiunturale condotta a fine giugno dal Centro Studi Promotor da cui risulta che il 77% degli operatori valuta bassa in giugno l’affluenza di interessati all’acquisto nei saloni di vendita, che il 74% degli operatori valuta basso, sempre in giugno, il livello di acquisizione di ordini, mentre il 58% si attende nuovi cali nelle vendite. 
In questo quadro – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il Governo, che ha già manifestato l’intenzione di utilizzare il PNRR anche per il rilancio del comparto dell’automobile, dovrebbe rompere gli indugi e adottare un sistema di incentivi per l’acquisto di auto volti a sostenere la domanda fino al rilancio duraturo del settore che si avrà con il miglioramento del quadro economico generale e con i positivi effetti del PNRR.

giovedì 17 giugno 2021

Vaccini anti Covid, il dilemma dei placebo

Forse non molti lo sanno, o forse quasi nessuno, almeno fra noi, comuni mortali. I vaccini anti Covid che ci vengono normalmente iniettati, in quanto in fase attuale di studio, potrebbero essere anche un placebo.
Iniettare un placebo secondo numeri precisi è, del resto, una normalissima routine, quando un vaccino viene testato, senza avere ancora dei risultati sicuri, come nel caso dei vari Astrazeneca, Moderna, Johnson & Johnson, Pfizer, Sputnik, eccetera.
Ve lo giuro, non me lo ha detto 'mio cugggino', né l'amico dell'amico, né la portinaia o il droghiere sotto casa. Me lo ha 'spiattellato' un medico di provata cultura e conoscenza accademica., lasciandomi a bocca aperta, da bravo ignorante quale sono.
Quello che non mi è chiaro, e condivido con voi questo mio dilemma, è se, a noi che dovremmo vaccinarci in questi giorni (a cui viene quasi 'intimato' di vaccinarsi), venga insomma fornito un vaccino che, inevitabilmente, è ancora in fase di sperimentazione, o se, in alcuni casi, venga iniettato un placebo. Intendo lasciare un margine di incertezza perché non voglio creare allarmismi, ma credo sia giusto che una risposta venga data e sia data in maniera esemplare.
Perché, altrimenti, passerebbe il concetto che tutti saremmo cavie umane di uno studio gigantesco su base mondiale, i cui risultati non si avranno prima di un paio d'anni.
Un'affermare che non è frutto di un delirio 'no vax', ma la semplice constatazione di un gesto che non corrisponde a quanto divulgato dalla gran parte dei media.
Primo, perché quanto ci viene iniettato non è un vaccino i cui risultati possano dare delle certezze assolute (e il continuo cambio dei cocktail vaccinali ne dovrebbe essere una plateale constatazione di chi, in corsa, stia cercando di aggiustare il... tiro), secondo perché un buon numero di persone il vaccino 'vero' non l'hanno nemmeno ricevuto, in cambio di un placebo che, come detto sopra, serve a scopi di studio, ma non di cura.
Queste righe non vogliono essere un contributo a chi voglia svilire o contrastare il legittimo sforzo vaccinale di contrasto al Covid-19. Semplicemente affermano una verità che, ancora una volta, in quest'ultimo anno e mezzo di storia umana, è stata stravolta e oscurata.
Leggi anche:
Medico scopre di avere ricevuto il placebo e pretende il vaccino vero
COVID-19: il dilemma etico del placebo nella sperimentazione del vaccino

venerdì 7 maggio 2021

G7, l'agenda britannica per il futuro

L'ambasciatrice Jill Morris
di Jill Morris
AMBASCIATORE DEL REGNO UNITO PRESSO LA REPUBBLICA ITALIANA E SAN MARINO
Il nostro Pianeta si trova a fronteggiare importanti sfide che segneranno i decenni a venire, quali i cambiamenti climatici, l’evoluzione rapida delle tecnologie e la pandemia da Covid-19. Si tratta di sfide che coinvolgono tutti e necessitano di una risposta collettiva.
La strategia del governo britannico lanciata nel mese di marzo, Global Britain in a Competitive Age: the Integrated Review of Security, Defence, Development and Foreign Policy, presenta la visione del ruolo che il Regno Unito vuole giocare sullo scacchiere internazionale nel prossimo decennio, nonché le numerose iniziative che intendiamo intraprendere, a livello interno e internazionale, per essere un Paese più forte, sicuro e prospero.
Mentre il mondo continua a far fronte alla pandemia, dobbiamo guardare con ottimismo al futuro e muoverci di concerto verso una ripresa economica e sociale che sia sostenibile e inclusiva, che porti benefici a tutti e offra lavoro, prosperità e benessere ai nostri cittadini. La presidenza britannica del G7 riunisce le principali democrazie attorno a un comune tavolo di lavoro, attingendo ai nostri punti di forza e valori condivisi di economie e società democratiche e aperte.
Il Regno Unito ricopre il ruolo di Presidente di turno del G7 in un momento cruciale, in parallelo alla Presidenza di turno italiana del G20. Nella seconda metà del 2021 inizierà il periodo di Presidenza congiunta dei nostri due Paesi della Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici, la COP26. Siamo in una posizione impareggiabile per dare impulso alla ridefinizione dell’agenda globale e costruire un mondo migliore attorno allo slogan Build Back Better. L'ambiziosa agenda delle nostre presidenze, in questa importante congiuntura, si propone di lasciare un'eredità duratura: diffondere crescita economica, favorire scambi commerciali liberi ed equi e tutelare il pianeta per le prossime generazioni.
Building Back Better racchiude la visione olistica del Regno Unito per il futuro, avvalendosi del multilateralismo e adottando un approccio globale per consentire ai Paesi di collaborare e trovare soluzioni insieme. Il G7, il più autorevole consesso di Paesi democratici al mondo, è stato a lungo un catalizzatore di iniziative internazionali decisive per far fronte alle più importanti sfide dei nostri tempi.
Leggi l'intero articolo su Ispionline

venerdì 23 aprile 2021

Covid, il Giappone ritorna in stato di emergenza

Yasutoshi Nishimura
Paura del Covid, forse di una nuova variante ancora più infettiva. La notizia arriva dall'agenzia AGI/AFP, ma in particolare dal Giappone. Il governo giapponese - cita la notizia - si prepara a dichiarare lo stato di emergenza ancora una volta a Tokio e in altri tre dipartimenti venerdì, tre mesi prima dell'inizio dei Giochi Olimpici in programma nella capitale giapponese, di fronte a un forte aumento locale del coronavirus. Le misure saranno più rigorose del precedente stato di emergenza imposto in alcune parti del Paese a gennaio, pur restando molto più leggere rispetto ai blocchi decretati in altre parti del mondo per più di un anno. "Abbiamo un forte senso di crisi - ha detto venerdì il ministro giapponese incaricato della lotta contro il virus, Yasutoshi Nishimura - non saremo in grado di contenere le varianti che hanno potenti capacità infettive, a meno che non adottiamo misure più forti di quelle adottate finora", ha aggiunto.

mercoledì 24 marzo 2021

Confcommercio delusa, ristori inadeguati

Confcommercio non ci sta. I ristori sono pochi e inadeguati. Intanto ha preso il via la campagna nazionale “Il Futuro non (si) chiude” e Confcommercio Lombardia lancia l’allarme: "In Lombardia il 2020 si è chiuso con un calo dei consumi di 22 miliardi di euro. Un vero shock economico per le imprese, che non possono sopportare ancora a lungo chiusure non accompagnate da adeguati indennizzi. Abbiamo di fronte tre emergenze: vaccini, sostegni e riaperture”. “La crisi è profonda e trasversale: dal comparto turistico alla ristorazione e all’accoglienza; dalla filiera degli eventi e dei catering al commercio al dettaglio e all’ingrosso” spiega Confcommercio Lombardia. “Le chiusure, il coprifuoco, le restrizioni di movimento, pur motivate dall’emergenza sanitaria, hanno messo in crisi l’intero sistema. Per questo servono azioni concrete e servono subito”.
“Sui sostegni c’è molta delusione” rileva Confcommercio Lombardia “perché si tratta di risorse assolutamente non adeguate alle esigenze e alle aspettative delle imprese. Conti alla mano, ogni attività si ritroverà con cifre che copriranno a malapena qualche spesa fissa, non di più. E ricordiamo sempre la zona rossa in cui finì per errore la Lombardia a metà gennaio, per la quale le imprese aspettano ancora risarcimenti specifici. Sul fronte vaccini la parola d’ordine è una soltanto: accelerare”.
Per questo Confcommercio Lombardia aderisce e rilancia la campagna nazionale di Confcommercio “Il Futuro non (si) chiude” che, con un video e scatti fotografici d'autore dal forte impatto emotivo mostra, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia soprattutto nel commercio, nel turismo e nella cultura.

sabato 20 marzo 2021

Feste abusive, in 14 sanzionati dai Baschi Verdi a Milano

foto TorontoNightClub
Non si placano le feste 'abusive' tra universitari a Milano, quegli incontri nascosti che avvengono in piena violazione delle norme anti-Covid
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno infatti scoperto, nella notte di venerdì un party festa abusivo nel centro di Milano tra universitari, sanzionando 14 persone per violazione delle norme anti-Covid.
In particolare, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, una pattuglia dei Baschi Verdi milanesi, transitando verso l’1 di notte lungo via D’Annunzio in zona Darsena, ha notato quattro ragazzi in evidente stato di alterazione psico-fisica all’ingresso di un condominio.
Durante l’identificazione dei giovani, i Finanzieri udivano urla e schiamazzi provenienti dal sesto piano del palazzo e, a seguito degli immediati accertamenti svolti, riscontravano come fosse in corso una festa organizzata con abbondante alcol e musica tra studenti universitari, nonostante i divieti vigenti.
Sul luogo sono state scoperte e identificate 14 persone, di età tra i 19 e i 22 anni, che sono state immediatamente verbalizzate per la violazione delle norme anticovid, con le conseguenti sanzioni. (tutte le foto tratte dal sito TorontoNightClub)

giovedì 11 marzo 2021

Covid-19, via libera al vaccino Johnson&Johnson

Johnson&Johnson ha annunciato oggi che la Commissione Europea (CE) ha concesso l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio Condizionata (CMA) per il proprio vaccino a dose singola contro il COVID-19, sviluppato da Janssen, azienda farmaceutica di Johnson&Johnson, per prevenire il COVID-19 negli individui di età pari o superiore ai 18 anni.
L'Autorizzazione all'Immissione in Commercio Condizionata segue il parere positivo del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). L'Autorizzazione è valida in tutti i 27 stati membri dell'Unione Europea (UE), oltre a Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
I dati dello studio ENSEMBLE di fase 3 hanno mostrato che il vaccino contro il COVID-19 di Johnson & Johnson è stato ben tollerato e ha dimostrato una riduzione del 67% della malattia sintomatica da COVID-19 nei partecipanti che hanno ricevuto il vaccino rispetto a quelli a cui è stato somministrato il placebo. L'insorgenza della protezione è stata osservata dal 14° giorno ed è stata mantenuta nei 28 giorni successivi alla vaccinazione. I dati hanno anche dimostrato che il vaccino è risultato efficace all'85% nel prevenire le forme gravi di malattia in tutte le aree geografiche studiate, e ha mostrato una protezione completa contro l'ospedalizzazione e la morte correlate al COVID-19, a partire da 28 giorni dopo la vaccinazione.
"Per più di un anno abbiamo lavorato senza sosta, avvalendoci delle menti scientifiche, delle dimensioni e delle risorse della nostra organizzazione globale per fornire un vaccino contro il COVID-19", ha dichiarato Alex Gorsky, Presidente e Amministratore Delegato di Johnson & Johnson. "Siamo entusiasti dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio Condizionata rilasciata oggi dalla Commissione Europea, che permette al nostro vaccino a dose singola di raggiungere molte altre comunità in difficoltà, mentre continuiamo a fare tutto il possibile per contribuire a porre fine a questa pandemia".
(tratto dal comunicato stampa agenzia MSLGroup per JnJ)

sabato 6 marzo 2021

Il lockdown ferma anche le auto: ecco perché controllarle

La modella venezuelana Claudia Suárez stesa su dei pneumatici
La pandemia da Covid-19 colpisce anche le automobili
, molte delle quali, a causa delle restrizioni imposte, sono rimaste per lungo tempo ferme e inutilizzate, vuoi all'aperto o nei box.
Il 54% degli automobilisti non sa di preciso quando sia arrivato il momento di eseguire un controllo per la manutenzione regolare del proprio veicolo. Inoltre, quasi un terzo degli automobilisti (il 32%) ritiene sufficiente eseguire “solo ogni tanto o addirittura mai” la manutenzione ordinaria del proprio veicolo (per esempio, verifica della pressione dei pneumatici, del livello dell’olio o dello stato delle batterie).
È quanto emerge da una recente indagine di Highways England (ente governativo che gestisce le autostrade britanniche), indagine che è stata condotta nel Regno Unito durante il terzo lockdown nazionale imposto dal governo a causa dell’aumento di casi di Coronavirus. A darne evidenza nel nostro Paese è Federpneus, l’Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici.
L’indagine pone l’accento sull’importanza di eseguire una corretta e regolare manutenzione del proprio veicolo anche quando quest’ultimo si trova in condizioni di lunga inattività per motivi legati ad emergenze come quella che stiamo vivendo. Infatti, una lunga permanenza dei veicoli fermi porta a vantaggi, come il risparmio del carburante o dell’usura di alcune parti, ma anche a conseguenze negative come il danneggiamento della batteria o dei pneumatici o, ancora, può causare il mancato avvio del motore. Per questi motivi è necessario mantenere in buono stato di salute il proprio veicolo anche se inutilizzato, soprattutto per averlo pronto quando ci si potrà spostare più liberamente o anche per eventuali emergenze.
A questo proposito Federpneus ricorda che una particolare attenzione meritano i pneumatici, la cui manutenzione (specie dopo un lungo periodo di sosta) è di fondamentale importanza non solo per la sicurezza della circolazione, ma anche per ridurre i consumi e, di conseguenza, il livello di emissioni nell’atmosfera. In particolare sono da controllare lo stato di usura, le condizioni esterne (per rilevare che non siano presenti tagli, abrasioni o altre anomalie) e, soprattutto, la pressione di gonfiaggio.

venerdì 1 gennaio 2021

Buon Anno Nuovo, buon 2021 a tutti!

Dimenticare l'anno del Covid e di tante tragedie, quello di cui tanti non hanno potuto festeggiare la fine, o l'hanno festeggiata da soli, o per colpa del lockdown o per via delle perdite subite in questo maledetto 2020 appena terminato.
Dal 2021 che va a cominciare ci si aspetta tanto, forse non tutto, ma di certo un passo importante che ci riporti verso la normalità, quell'agognato 'status' negatoci d quei governi che hanno preferito chinare il capo di fronte al virus, di fronte a chi l'ha diffuso, la Cina, trovando in esso anzi, un insperato quanto inatteso laboratorio per creare, ancora più velocemente, una quiescenza da parte della nuova plebe, nei confronti di un ordine mondiale gestito da un nucleo sempre più ristretto di persone a scapito di una grande immaginaria.
George Orwell e "1984", Ridley Scott e "Blade Runner", il Medioevo del Futuro, come lo chiamavo nei miei temi da 13enne, è arrivato, come le campane a morto. Sta a rompere il cerchio, contrattaccare il mondo di coloro che ci vogliono tutti tristemente eguali, in fila, condannati dietro ai nuovi computer. Che il 2021 risvegli le nostre coscienze, ci riporti nelle strade, sporchi e peccatori, ma certi di essere uomini. Anarchici e nel caos. Ma liberi. 

Il saluto al nuovo anno da parte del Milan

giovedì 31 dicembre 2020

Un italiano su due pronto a denunciare il vicino: ecco l''altro' virus cinese

Un italiano su due è pronto a denunciare il vicino di casa se solo penserà o, comunque, sospetterà, che non si stia attenendo alle regole imposte dal Governo in tema di lotta al Coronavirus.
Non è un caso che tutto ciò, ovvero la realizzazione dell'agognato sogno prospettato dal socialismo, ovvero dividere e distruggere l'umanità attraverso la paura, parta proprio da un virus diffuso dalla Cina, tuttora regina di un mondo comunista mai sepolto, e ancora in grado di farsi strada in maniera vincente attraverso le maglie della globalizzazione, riuscendo perfino a umiliare le proprie vittime: dopo averle 'infette', ecco infatti che la Cina stipula con l'Europa (o meglio, con i suoi rappresentanti) un importantissimo accordo commerciale, autentico schiaffo in faccia alla 'nuova' America di Joe Biden.
Fatevi avanti dunque, spie e delatori, l'orrore dipinto da George Orwell è ormai calato fra noi.

martedì 17 novembre 2020

Centinaio: "Si sta massacrando il turismo"

Gian Marco Centinaio, già ministro del Turismo, ospite del Tg4, critica duramente l'operato del Governo e, in particolare, dell'attuale del ministro Dario Franceschini in questo duro momento legato alla pandemia da Covid-19.
"E' una situazione drammatica. Lo stanno dicendo le associazioni di categoria, lo sta dicendo il settore del turismo, un settore totalmente dimenticato dal ministro Franceschini. Il presidente di ASTOI, la più importante associazione di categoria dei tour operator italiani, prevede che, quando si potrà ritornare a licenziare, quando finirà la cassa integrazione, ci saranno licenziamenti pari al 50% dei dipendenti del settore del turismo".
Prosegue Centinaio: "Stiamo dando dei dati veramente devastanti per un Paese che non è il Belpaese, in cui i turisti arrivano o arriveranno. Si sta massacrando un settore, e mi dispiace, perché è uno dei settori trainanti, è il 13% del PIL".

venerdì 13 novembre 2020

Africo, il paese della Calabria che ha frodato sul bonus Covid

Il piccolo borgo di Africo
Africo
, provincia di Reggio Calabria, zona della Locride, l'area tristemente nota per tanti omicidi di 'ndrangheta: 91 bonus Covid-19 percepiti irregolarmente su 98. Tutti nello stesso Comune. La scoperta è stata fatta dalla Guardia di Finanza, che ha effettuato controlli a tappeto fra gli abitanti del paese, composto da una popolazione di 2800 abitanti.
Insomma, la quasi totalità dei nuclei familiari che usufruiva dell’integrazione dovuta alla pandemia lo aveva fatto sulla base di certificati medici contraffatti o compiacenti. In alcuni casi era stato anche falsificato lo stato di famiglia, facendo figurare soggetti in realtà inesistenti per aumentare la cifra da percepire. Il bonus spesa era stato istituito in seguito alla seconda ondata dal comune calabrese per dare un sostegno economico alle famiglie che, a causa del virus, non avrebbero più potuto contare su un reddito.
In realtà la stragrande maggioranza di coloro che l’avevano ottenuto aveva un impiego sicuro (e dunque continuava a percepire lo stipendio) o beneficiava anche del reddito di cittadinanza.
La Guardia di Finanza ha calcolato che le 91 famiglie avevano percepito una somma totale pari a 21.500 euro, pari a poco più di 200 euro a testa.
Un sommario calcolo delle persone coinvolte porta a pensare come circa il 10% di questa piccola cittadina fosse coinvolto nel losco affare. Facendo un paragone con Milano, è come se 150mila milanesi avessero tramato fra di loro per ricevere 'benefit' irregolari.
Ai trasgressori sono state inflitte multe per complessivi 65mila euro. Il fatto è stato segnalato anche alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

Garosci, AICE: scambi internazionali, guardare oltre il Covid

Un'immagine della home page di AICE
Il Covid-19 non ha solo fortemente frenato il commercio internazionale - WTO (World Trade Organisation) stima un calo fino al 13% per il 2020 – ma ha anche accresciuto la tendenza al protezionismo. Bisogna, però, saper guardare avanti. Riccardo Garosci, presidente di AICE, Associazione Italiana Commercio Estero, e vicepresidente di Confcommercio - intervenuto all’audizione della III Commissione Affari Esteri e comunitari della Camera – ha sottolineato l’importanza di “attivare progettualità legate all’import strategico, con l’obiettivo di rendere più fluido il flusso di merci e rendere più competitivo in export il comparto manifatturiero”. “Azioni di sostegno e razionalizzazione dei processi di import – ha detto Garosci – non possono che produrre risultati positivi per l’intero sistema Paese”: sia come minori prezzi d’acquisto di materie prime e beni intermedi, sia per il vantaggio competitivo che può derivare alle imprese italiane.
“L’export – ha ricordato Garosci – è stato e continua ad essere l’unica componente positiva della domanda aggregata, rivelandosi uno strumento essenziale di crescita e sviluppo per le imprese”: nel 2019 sono stati 135.760 gli operatori italiani impegnati nelle esportazioni (fatturati superiori ai 5 milioni di euro per l’8% delle imprese).
Lo scorso anno e in questo 2020, ha proseguito Garosci “sono divenuti operativi gli accordi con Giappone e Vietnam con benefici per l’export italiano. Aice si impegna affinché l’Unione Europea continui sulla via delle riduzioni delle barriere tariffarie e non tariffarie, nella semplificazione e facilitazione degli scambi” in una “cornice fatta di regole certe e condivise”. “Gli accordi di libero scambio – ha sottolineato Garosci – sono, in questo momento, una grande opportunità per le imprese” ed occorre saperne cogliere le potenzialità.
L’effetto Covid sta creando gravi scompensi per l’Italia anche nell’andamento del commercio con l’estero: nei primi cinque mesi del 2020 si è registrato un - 16% nelle esportazioni e un – 17,6% nell’import, con i settori automotive e tessile-moda in maggiore sofferenza. Lieve incremento, invece, nei settori farmaceutico ed alimentare. Export italiano in calo del 33,9% con l’India, del 21,9% con la Cina, del 12,3% con la Germania. “E’ opinione condivisa – ha concluso Garosci – che ci vorrà tutto il 2021 per superare i 500 miliardi di euro di export previsti per il 2020 (erano 476 miliardi di euro nel 2019)”.

venerdì 30 ottobre 2020

Premio Michele Cea, la 5.a edizione va a Giuseppe Micciché

Giuseppe Micciché con il premio (foto Bordignon)
E’ andata a Giuseppe Micciché la quinta edizione del Premio Michele Cea, manifestazione dedicata al giovane artista prematuramente scomparso e sorta con l'intenzione di promuovere il lavoro e la passione di giovani talentuosi italiani ma non solo, evento organizzato dai genitori Lina Bavaro e Nicola Cea, con il sottotitolo “Con la luce negli occhi”.
Infatti, oltre a un simbolico premio in denaro e all’opera in vetro realizzata dallo scultore Germano Caiano, Micciché, proveniente da Agrigento, avrà la possibilità, Covid-19 permettendo, di allestire una mostra in data e luogo da definire, di pubblicare il proprio lavoro sulla rivista “Arte” di Cairo Editore e di vederlo segnalato sul “Catalogo di Arte Moderna” 2020.
La manifestazione, che si è svolta presso lo spazio culturale ex Fornace Gola di Milano, ha ottenuto il sostegno, fra gli altri, di Fondazione Cariplo, dell’Associazione Regionale Pugliesi e del Liceo Artistico di Brera e a consegnare i premi finali è stato il Prefetto di Milano, Renato Saccone. Micciché, che si è imposto grazie alla sua opera “#PrigioneSilenzioSA3… Silenzio”, scultura in argilla cotta e dipinta con vernici ad acqua. ha preceduto Stefano Garbuglia, autore del “Trittico della Diaspora o sulla Dispersione” (tecnica mista su tavola) ed Enrica Viola, autrice di “Pace e Guerra”, opera in gesso e carta semitrasparente su legno.

Qui sotto, il videoservizio della giornata e le foto, tutte di Massimiliano Bordignon










martedì 27 ottobre 2020

Feccia rossa, parafascisti e clandestini, ecco chi si cela dietro la violenza di questi giorni

L'articolo de "Il Corriere della Sera"
Non sono certo i proprietari di bar e ristoranti, stanchi dopo una lunga, l'ennesima, giornata di lavoro, a celarsi dietro la violenza avvenuta nei giorni scorsi nelle principali città italiane, dapprima Napoli, e poi a ruota Roma, Milano e Torino, contro l'ultimo, anche in questo caso l'ennesimo, Dpcm pieno di restrizioni goffe e demagogiche, orchestrato dal Governo Conte.
Se in Meridione, come storia insegna, è la criminalità organizzata e criminali parafascisti a orchestrare e dirigere le cosiddette 'proteste', al Nord il colore della violenza criminale ha assunto i toni opposti, quelli della 'feccia rossa', il cosiddetto 'comunismo straccione', quello dei Centri Sociali, degli anarchici presunti tali, dei contestatori nullafacenti, associati ai loro 'amici di pelle', clandestini, stranieri vari, ladri, spacciatori, gruppuscoli dell'estrema destra e gentaglia racimolata un po' ovunque pur di causare danni a coloro che, in prima persona, avrebbero dovuto pensare a tutelare, sempre ammesso che la protesta di piazza andata in scena avesse una sua veridicità.
Non c'è disprezzo che tenga, e pure c'è, nei confronti di questo governo giallorosso, che possa giustificare gli atti di violenza perpetrati in questi giorni. Ma possiamo essere altrettanto sicuri che, chi abbia costruito la propria esistenza, umana e lavorativa, attraverso le fatiche quotidiane, non abbia preso parte alle pagliacciate di queste ultime ore.
Una battuta ANSA, agenzia che non si può certo accusare essere di Destra, cita: "Sono state 28 le persone denunciate per danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale a seguito degli incidenti verificatesi ieri a Milano in una manifestazione non autorizzata contro il nuovo Dpcm per contenere il Coronavirus. Tredici dei denunciati sono minorenni, tra questi alcuni hanno piccoli precedenti. Diciotto sono italiani e dieci stranieri. Denunciata anche una ragazza anarchica mentre i restanti non sono riconducibili a gruppi conosciuti".
Rincara la dose l'articolo de "Il Giornale", riferito ai fatti di Torino: "Gli scontri di ieri, a sentire chi in piazza c’era in tenuta antisommossa, sono stati animati da tifosi, antagonisti e anche 'giovani extracomunitari'. Due egiziani, un maggiorenne e un minorenne, a Torino sono stati arrestati con la refurtiva rubata dal negozio di Gucci".
E' importante saperlo, per identificare chi si celi dietro ai violenti che cercano spazi per giustificare se stessi e le proprie vite da falliti.

L'articolo de "Il Giornale"