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Le immatricolazioni sono state 110.869, con un calo del 22,6% sul febbraio 2021 e del 37,9% sullo stesso mese 2019, l'ultimo prima della pandemia.
Proiettando il risultato del primo bimestre sull'intero anno si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.093.415, un livello da anni ’60 del secolo scorso.
Sulla situazione, già precaria per molti motivi e in particolare per l'impatto della pandemia e per la crisi dei microchip, si sono abbattuti due nuove pesanti stangate. La prima è il fatto che il Governo non abbia ancora adottato provvedimenti per rendere operativi gli incentivi annunciati da tempo proprio da esponenti governativi. La seconda viene dalla guerra in Ucraina, che sta già incidendo negativamente sulla domanda di autovetture per gli effetti che potrebbe avere sull'economia italiana che dovrebbe vedere le sue esportazioni penalizzate dalle sanzioni alla Russia.
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l'unico contributo positivo che in questo momento si possa avere è l'adozione immediata del provvedimento per gli incentivi al settore. A questo proposito Quagliano fa comunque presente che lo stanziamento di un miliardo all'anno annunciato per il 2022 rischia di essere insufficiente se questa cifra, come sembra, dovrà coprire non solo sostegni alla domanda di auto, ma anche interventi per compensare l’impatto negativo della transizione ecologica sulla produzione di componenti e sull'occupazione.