mercoledì 5 gennaio 2022

Settore auto in caduta libera: catastrofiche le statistiche del 2021

Foto dal profilo Instagram "Car and Girls"
E' ancora in profondo rosso il mercato italiano dell'auto. Il primo dato statistico sul 2021, come testimonia il comunicato dal Centro Studi Promotor, che è quello sulle immatricolazioni di autovetture, è purtroppo catastrofico. In Italia nello scorso anno sono state immatricolate 1.457.952 autovetture, dato molto lontano dal minimo necessario per assicurare la regolare sostituzione del nostro parco circolante (40 milioni di autovetture).
La conseguenza di questa disastrosa situazione è un ulteriore invecchiamento delle auto che circolano sulle nostre strade con effetti fortemente negativi sia sull'inquinamento che sulla sicurezza. Rispetto al 2020 le immatricolazioni del 2021 fanno registrare una crescita del 5,5%, ma il 2020 è stato fortemente funestato dalla pandemia e dai lockdown e di conseguenza non fa testo. L'anno a cui fare riferimento è quello precedente la pandemia, cioè il 2019, nei cui confronti il mercato dell'auto ha accusato nello scorso anno un calo di ben il 23,9%.
Venendo al 2022, in assenza di interventi immediati ed efficaci, la previsione del Centro Studi Promotor è di 1.500.000 immatricolazioni. Se così fosse, nel triennio 2020-2022 verrebbero immatricolate in Italia 4.339.708, contro il livello minimo di sei milioni che sarebbe necessario per evitare un ulteriore decadimento del nostro vetusto parco auto.
I fattori che porteranno il 2022 ad attestarsi al livello assolutamente depresso di immatricolazioni di cui si è detto sono gli stessi che hanno determinato i disastrosi risultati del 2021 e cioè: il persistere della pandemia, l'economia in recupero ma con molti settori e molte persone ancora in difficoltà, la crisi del microchip, il disorientamento degli acquirenti in vista di una transizione ecologiche che si annuncia ma che non decolla, il turbamento dei concessionari per la decisione di molte case automobilistiche di voler superare il sistema di distribuzione basato sulle concessionarie.
In mancanza, da parte del Parlamento e del Governo, di una corretta presa di coscienza della precarietà della situazione della mobilità e della necessità di provvedere con misure adeguate sul piano della qualità e dell'entità degli stanziamenti, la transizione all'elettrico rischia di diventare una pia illusione, con tutto quello che ne consegue.