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domenica 12 gennaio 2025

I cortei per Ramy, criminali che ricordano un criminale

L'articolo del Corriere della Sera
L'Italia è il Paese dei falsi miti, dei finti martiri e delle vere stupidaggini. Fra cui si erge solenne la serie di manifestazioni a 'difesa della memoria' di Ramy Elgamlun extracomunitario egiziano residente da anni in Italia, di cui si conosce con certezza solo una cosa: era un criminale.
Infatti l'ANSA sottolinea come sia lui, sia l'altra persona con cui si trovava sullo scooter inseguito dai carabinieri il 24 novembre, un tunisino (altro nordafricano, guarda caso, la 'crema' dell'autoemarginazione nel Nostro Paese), avevano precedenti. Non solo. I due non si sono fermati all'alt richiesto da una pattuglia di forze dell'ordine in piena notte (sarebbe anche lecito chiedersi cosa faccia in strada a quell'ora una coppia di 'brave persone').
Straniero, con precedenti e senza fermarsi all'alt in piena notte. Ce n'è abbastanza e anche di più per giustificare un inseguimento da parte dei carabinieri. Di più: se le forze dell'ordine vi intimassero l'alt o, addirittura, vi stesero inseguendo, voi non vi fermereste? Certo, non vi fermereste se aveste la coscienza sporca.
Quello che è successo dopo, lo scontro, la caduta con conseguente morte dell'egiziano e tutto il resto non dovrebbe nemmeno interessare uno Stato che non abbia paura delle proprie leggi e che non debba sentire il bisogno di dover giustificare il comportamento dei propri addetti alla sicurezza. E che non dovrebbe nemmeno consentire di organizzare manifestazioni da parte di facinorosi che, è l'unica spiegazione, altro non rappresentano idealmente che fiancheggiatori di criminali tanto che, secondo logica, andrebbero tutti segnalati, schedati e, se trovati anch'essi con precedenti penali, arrestati.
Questo chiede la gente che rispetta naturalmente le leggi, che non può ammettere come sia possibile che antagonisti e una presunta 'intellighenzia' manovrata dalla Sinistra, blocchino le città e spargano il terrore per difendere una memoria che andrebbe, invece, dimenticata al più presto, assieme ai crimini che hanno riempito la fedina penale di chi non c'è più.

mercoledì 22 marzo 2023

Undici minuti schiacciato a terra: ennesimo afroamericano ucciso dalla polizia

Un'immagine di Irvo Otieno
Ancora un afroamericano diventa vittima sacrificale della polizia americana, e nonc'è bisogno di grdiare al Black Lives Matter per pretendere una seria analisi.
Irvo Otieno, 28 anni, è morto dopo essere stato immobilizzato a terra per undici minuti da sette agenti in un ospedale psichiatrico pubblico in Virginia.
La procura ha rilasciato le immagini registrate dalle telecamere interne: si vede un uomo in manette condotto nella stanza da sette poliziotti che sembrano spingerlo verso una piccola sedia ma subito dopo, in seguito a un movimento brusco di Otieno, lo spingono sul pavimento e lo immobilizzano, tenendolo fermo per undici minuti, fino a quando l'uomo non si sente male.
Le immagini successive lo mostrano sdraiato, supino, mentre il personale medico prova a rianimarlo, ma inutilmente.
La procuratrice distrettuale della contea di Dinwiddie, Ann Cabel Baskervill, ha contestato ai sette agenti e a tre impiegati dell'ospedale l'omicidio preterintenzionale. Nel pomeriggio, il 'grand jury' ha incriminato tutti e dieci, confermando le accuse della procura.
La Baskervill aveva annunciato la diffusione dei video e ha mantenuto la promessa, a fronte dell'opposizione dei legali degli imputati.
Otieno, che aveva problemi mentali, era stato ricoverato tre giorni prima. La famiglia della vittima ha spiegato che Otieno era stato privato dei medicinali di cui aveva bisogno a causa della sua malattia mentale e ha contestato la prima versione fornita dagli agenti, secondo cui avrebbero agito in quel modo nel tentativo di contenere il suo atteggiamento aggressivo. Le immagini darebbero ragione alla famiglia.
Otieno, originario del Kenya, era arrivato negli Stati Uniti nel 1998 con la famiglia, quando lui aveva appena quattro anni. Per tutti loro, ha spiegato la madre, era la realizzazione del "sogno americano".

sabato 20 giugno 2020

Black Lives Matter, la polizia francese dice basta alle accuse di razzismo

I poliziotti francesi non ci stanno
La polizia francese dice basta. Basta alle accuse di violenza lanciate dai manifestanti di Black Lives Matter, basta con la demagogia che li vede sul banco degli imputati in qualità di razzisti.
Già pochi giorni fa una rappresentanza dei poliziotti francesi si era radunata davanti all'Arco di Trionfo, lampeggianti accesi, per esprimere il proprio dissenso nei confronti di una società e di un governo francesi (ed europei), che hanno deciso di sposare il movimento BLM senza batter ciglio, senza nemmeno darsi la pena di muovere un'eccezione, a quello che pare sempre più come un movimento politico pilotato per rianimare il cadavere di una Sinistra esanime.
La manifestazione della polizia ha avuto luogo nella serata a Place d'Italie, a Parigi, nel 13° 'arrondissement'. Anche in questo caso sono state decine le auto e i furgoni ad avere occupato la carreggiata.
In Francia la morte di George Floyd è stata paragonata a quella di Adama Traoré, che nel 2016 venne ucciso durante un'operazione di polizia.

L'apertura del sito ufficiale della 'Police nationale' francese