mercoledì 24 giugno 2020

"White Lives Matter" sopra lo stadio di Manchester, e scoppia l'accusa di razzismo

"White Lives Matter": goliardia, ma anche verità
Fa discutere in Inghilterra la singolare (e, a mio avviso, apprezzabile) iniziativa di un gruppo di tifosi del Burnley che, durante la partita di Premier League disputata a porte chiuse all'Al Etihad Stadium (in realtà il City of Manchester Stadium ridenominato causa sponsor arabo) contro il Manchester City, ha fatto sorvolare l'impianto da un aereo che recava con sé uno striscione con la seguente frase: "White Lives Matter Burnley".
Una risposta chiara al clamore e alle violenze perpetrate in questi giorni dal sedicente movimento Black Lives Matter, già esistente da anni, ma strumentalmente cavalcato dopo l'omicidio, da parte di un poliziotto americano, del 'colored' George Floyd.
La vicenda dello striscione 'incriminato' è stata vissuta secondo i più drammatici canoni del 'politically correct' anglosassone. Genuflessione in atto di contrizione, richiesta di perdono, intervista alla madre di uno degli organizzatori del 'misfatto', Mark Hamer, la quale dichiara la propria 'vergogna' per il gesto del figlio e addirittura dice di non poter "lasciare la mia casa per andare al lavoro, affrontando gli sguardi dei colleghi". Come in un regime perfetto, come in un mondo orwelliano, anche il padre rinnega ogni gesto del figlio, stigmatizzandolo e ribadendo di non averci "nulla a che fare". Aspettando il 'Gin della Vittoria'.
Il Burnley, dal canto suo, si è affrettato a rilasciare un piagnucolante comunicato stampa in cui ribadisce la solita solfa dell'uguaglianza universale, il proprio sostegno al movimento Black Lives Matter e la minaccia di 'squalifica a vita' dal proprio stadio, il Turf Moor, per tutti coloro che abbiano preso parte all'atto, una volta scoperti. Sulla pagina Facebook del club è stata una aggiunta una intervista a un giocatore (di pelle bianca) il quale appare contrito e sconsolato affermando, in sostanza, "Siamo tutti imbarazzati e sconvolti". Addirittura! Dei miliardari sconvolti nel proprio tenero animo da uno striscione!
Dietro l'iniziativa, indubbiamente coraggiosa e geniale, al di là di come la si pensi, c'è la firma di Jake Hepple, amico di Hamer, il quale si è assunto la piena paternità del gesto, scrivendo sulla propria pagina Facebook: "I'd like to take this time to apologise .. TO ABSOLUTELY F ** NOBODY!". Aggiungendo: "Evidentemente adesso viene considerato razzista dire 'White Lives Matter'". Come dargli torto?