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venerdì 2 luglio 2021

L'Italia stronca l'Afro Belgio, bamboline woodoo comprese

L'Italia supera il Belgio per 2-1
, e la gioia è tanta, malgrado l'indebito inginocchiamento di fronte a Romelu Lukaku e compagni, una scelta illogica e incoerente. Usciti dal tunnel della politica demagogica, e tornati sulla strada del gioco, gli azzurri hanno dominato sul campo i 'diavoli rossi', altro esempio di squadra 'multietnica' che a questi Europei, come Francia e Germania negli ottavi, ha fallito clamorosamente i propri obiettivi sportivi.
Inutili le bamboline woodoo agitate nelle 'banlieu' di Bruxelles, e forse da qualche parente di un attaccante belga presente sul campo.
E stroncati anche i gufi, soprattutto quelli con tessere di partito colorate di rosso, che avevano tramato contro l'amor di Patria, considerato obsoleto e troppo sovranista per certi gusti globalizzati appagati invece dal meticciato belga.
L'Italia vince con una squadra di 'bianchi', ma poi, ammettiamolo, a chi frega veramente? Sarebbe stato diverso se a segnare le reti azzurre fossero stati Kean o El Shaarawy? Certo che no. La patente di 'razzisti' viene data per comodità da coloro che altri argomenti non hanno per attaccare chi cerca solo di vedere una logica coerente nel comportamento dei nostri giocatori. Che, di certo, non avevano bisogno di inginocchiarsi per ribadire quel concetto di eguaglianza che è dato per scontato dalla nostra cultura occidentale e mitteleuropea. Proprio come, nel pomeriggio, non si erano inginocchiate le più che civili Spagna e Svizzera.

Spagna-Svvizera, nell'altro quarto di finale nessuno si è inginocchiato prima del via...

martedì 20 ottobre 2020

I buonisti italiani messi all'angolo delle proprie vergogne

Parte dell'articolo di Borgonovo all'interno de "La Verità"
E' come sempre mirabile e ficcante l'articolo che Francesco Borgonovo ha pubblicato quest'oggi sul quotidiano "La Verità", collegato alla morte, per decapitazione, del professore francese Samuel Paty, ucciso da un islamico, irritato per la scelta, da parte del docente, di mostrare delle vignette su Maometto in classe per discutere della libertà di espressione. 
"Si sono inginocchiati per George Floyd." comincia l'articolo, che prosegue: "Supportano le manifestazioni in Bielorussia. S’indignano per i sovranisti che «mettono a rischio la democrazia». Ma sulla violenza del fanatismo islamico i progressisti europei sono sempre morbidi o afoni".
E' questo il 'j'accuse' di Borgonovo, che mette in risalto per l'ennesima volta, semmai ce ne fosse bisogno, tutte le ipocrisie della cosiddetta Sinistra buonista, italiana e internazionale.
Ho deciso di postare il resto, come testimonianza del fatto che ci sia qualcuno in grado di dire 'no', di alzarsi in piedi quando tutti gli altri si inginocchiano. E non intendo, solo quando si sente parlare di Black Lives Matter.

lunedì 22 giugno 2020

Strage di Reading, a chi importa se muore un bianco?

Anche il calcio italiano è vittima della demagogia di BLM
Porta con sé un acuto stridore di logica e umanità vedere come, in particolare nel campionato di calcio inglese appena ripreso dopo la pausa a causa del Coronavirus, ci si inginocchi nel nome di George Floyd, pluricriminale ed ex-galeotto, e tutte le squadre portino sulle spalle la scriva "Black Lives Matter", mentre praticamente nessuno abbia mosso ciglio, alzato un dito o chiesto un minuto di silenzio nel nome delle tre vittime del parco di Reading (della cui identità finora se ne conosce solo una, un professore di scuola inglese di pelle bianca), uccise per mano di un rifugiato libico di 25 anni, Khairi Saad­allah.
Già, avete capito bene, l'assassino delle tre persone, avvenuto poco dopo, guarda caso, una manifestazione di BLM, è un richiedente asilo, uno di quelli la cui libertà e accoglienza viene declamata e reclamata a gran voce dalle decine di migliaia di persone che, nelle manifestazioni (cosiddette) antirazziste, hanno inserito un po' di tutto: la protesta per la morte di Floyd, l'odio nei confronti di Donald Trump, a seconda del Paese l'odio per il partito o per il movimento sovranista di turno (il famoso "è colpa di Salvini"), i diritti dei transessuali, delle donne gobbe e di quelle grasse, dei cani da pastore, dei cani per ciechi e di quelli sciolti, il mal di pancia e il mal di denti, e forse pure la nausea per il panettone mangiato lo scorso Natale.
Insomma, nelle manifestazioni in cui radical-chic, benpensanti, moralisti, musulmani, gay, lesbiche, clandestini, nordafricani, spacciatori e chi più ne ha più ne metta, si uniscono per formare un meraviglioso caleidoscopio di colori (spenti), mi chiedo se ora qualcuno si inginocchierà, a partire dalla prossima, per James Furlong, insegnante inglese bianco trucidato, assieme ad altre due persone, da un richiedente asilo libico e musulmano. Perché White Lives Matter Too.