giovedì 21 ottobre 2021
Truth, ecco il nuovo 'social' di Donald Trump
In un comunicato si legge come il nuovo social, la cui proprietà sarà chiamata Trump Media and Technology Group (TMTG), dovrebbe vedere la luce il prossimo mese.
"Ho creato Truth Social per combattere la tirannia di Big Tech", afferma l'ex presidente americano nel comunicato. "Viviamo in un mondo dove i talebani hanno una enorme presenza su Twitter, mentre ancora il vostro presidente preferito viene silenziato. Questo è inaccettabile!".
All'ex capo di stato e candidato alla presidenza nelle ultime elezioni (oltre che probabile ricandidato alle prossime) i principali 'social' del web, come Facebook e Twitter, negano a tutti gli effetti l'accesso e la libertà di parola.
Esistono comunque già, al momento, diversi 'social' utilizzati sia da Trump che dai suoi sostenitori, in particolare Gab, Gettr e Parler.
giovedì 25 marzo 2021
Marta, il tentato omicidio e le curiose omissioni dei giornali
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Marta Novello, il titolo del "Corriere del Veneto" |
Il tentato omicidio di Marta Novello, giovane di Mogliano Veneto, avvenuto nei giorni scorsi, secondo la prima 'uscita' sui telegiornali, era avvenuto per mano di un minorenne italiano. Nulla di che, si sarà pensato. Così almeno i leghisti la pianteranno di dire che sono gli stranieri a delinquere. In particolare in quella campagna veneta, così lavoratrice, onesta e vittima di aggressioni oltre misura da parte di zingari e stranieri di varia provenienza.
Invece non pare sia proprio così. L'aggressore di Marta, un 16enne residente in Veneto, è in effetti di cittadinanza italiana. Le sue origini però, sono tutt'altro che italiane, e si rifanno, guarda caso, a quell'Africa che nel nostro Paese sta scaricando tonnellate di merce umana cui partiti a caccia di voti come il PD vogliono dare 'dignità di cittadinanza' per il solo fatto che mettano piede su suolo italico.
Resta un fatto che, figli di prima e seconda generazione di queste etnie, che faticano a integrarsi con i luoghi, le persone e la società circostante, rappresentano il bubbone cancerogeno della nostra società occidentale. Nessuno però ha il coraggio di dirlo. "Il Gazzettino", giornale monopolista dell'informazione locale, dopo tre giorni dal fatto criminoso, non ha ancora avuto la voglia e l'onestà intellettuale di svelare l'identità etnica dell'omicida 'in pectore'.
Il fatto che il giovane che ha colpito Marta con circa 20 coltellate, non proprio un caso, uno scatto d'ira o la risposta a una provocazione, sia di madre italiana e di padre di origini africane, è apparso su "Il Corriere del Veneto", notizia poi ripresa da "La Verità". "Il Messaggero" ha accuratamente occultato la notizia, forse temendo che il fatto, peraltro in maniera corretta, potesse venire inquadrato in un contesto di 'disagio sociale'. E non è un caso se sarebbero stati gli stessi inquirenti a valutare come plausibile una possibile conoscenza tra vittima e aggressore risalendo al lavoro svolto da Marta, ovvero quello di 'mediatrice culturale'.
Un bullo, viene dipinto questo italoafricano, un violento, sebbene poi, nelle parole degli amici più stretti (forse con i medesimi 'geni' etnici) e della madre si trasformi nel classico 'angioletto'.
Ovviamente sono già arrivati i primi segni di comodo pentimento. Vorrei vedere gli stessi segni di pentimento anche nei giornalisti di quel 'foglio' che, finora, hanno seguito l'evento, raccontando una verità di comodo in salsa 'buonista' che tace l'amara realtà di una provincia veneta stravolta da un'invasione etnica senza controllo e incapace di seguire le regole del vivere civile, come da secoli e millenni hanno saputo fare le genti venete che abitano quelle terre.
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L'articolo pubblicato da "La Verità" |
venerdì 12 marzo 2021
I figli dello 'ius soli', tra furti e violenza
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L'articolo di Borgonovo pubblicato da "La Verità" |
I 'figli dello ius soli' all’assalto della città sconfessano ancora l’ideologia migratoria
Le bande della periferia subalpina sono il frutto di una società che fatica a imporre il rispetto della comunità e della nazione
di Francesco Borgonovo (tratto da "La Verità" dell'11 marzo 2021)
Si sono infiltrati fra i commercianti e i ristoratori che protestavano sfibrati dalle chiusure. Sono calati sul centro di Torino dai quartieri di periferia, con un obiettivo preciso: saccheggiare e distruggere. Il 26 ottobre scorso hanno assaltato una quarantina di negozi, concentrandosi in particolare su quelli di Gucci e di Louis Vuitton, marchi amati da rapper e trapper. Hanno rubato vestiti, borse, zainetti per circa 200.000 euro. Poi se ne sono vantati sui social, mostrando alla tribù i trofei recuperati sul campo. "Si sono appropriati di ogni capo di abbigliamento in maniera animalesca. È stata una pagina nera nella storia di Torino", dice il questore Giuseppe De Matteis...
Non si sono fermati lì, in ogni caso. Mentre i lavoratori in strada gridavano per la disperazione, loro - decine di ragazzetti tra i 15 e i 24 anni - si abbandonavano all’estasi della devastazione, "con assoluto disprezzo dell’ordine costituito e con la chiara volontà di creare disordine". Secondo la Procura, hanno manifestato "un comportamento di violenza, di aggressione e di palese sfida nei confronti delle forze dell’ordine". Il tutto aggravato dalla sensazione di invincibilità "derivante dall’appartenenza al branco".
Hanno spaccato vetrine, hanno rubato e si sono scontrati con la polizia, lanciando bombe carta. Poi si sono dati alla fuga: com’erano arrivati sono spariti, di nuovo inghiottiti dalla periferia. Li hanno riconosciuti, a mesi di distanza, soprattutto grazie alle vanterie sui 'social'...
La polizia ha arrestato 37 persone: tutti ragazzi, 13 addirittura minorenni. Per la maggior parte si tratta di immigrati di seconda generazione, figli di marocchini e di egiziani. Pochi studiano, nessuno lavora, tanti hanno già reati alle spalle. Alcuni dei fermati più avanti con gli anni erano presenti in piazza San Carlo quattro anni fa. Ricordate? C’era la finale di Champions League fra Juve e Real Madrid. Una banda di maghrebini si mise a rubare collanine e altro usando lo spray urticante, si scatenò la follia, ci scapparono due morti e troppi feriti...
"Il saccheggio delle vetrine in centro a Torino solleva il velo politicamente corretto dalla realtà delle periferie cittadine, ormai terra di nessuno ostaggio degli immigrati clandestini", dice Maurizio Marrone, assessore regionale piemontese di Fratelli d’Italia. "Molti dei giovani arrestati provengono dal quartiere Barriera, dove le mafie africane hanno colonizzato le strade con lo spaccio di droga e oscurano di notte con la vernice le telecamere della sezione di Fratelli d’Italia per non essere identificati; dove l’esercito deve schierare presidi fissi per limitare le continue aggressioni ai poliziotti; dove i ras delle soffitte speculano indisturbati trasformando le borgate in ghetto"...
C’è stato, in queste ore, chi ha parlato di 'disagio sociale' da affrontare; chi ha tirato fuori la solita solfa delle periferie che non vanno abbandonate, come se qualche politico che va in gita nei 'quartieri difficili' quasi fosse allo zoo bastasse a risolvere il problema. La retorica, qui, serve davvero a poco. "Il fatto che le famiglie dei saccheggiatori percepiscano in larga parte il reddito di cittadinanza comprova l’assoluta inconsistenza delle tesi assistenzialiste e buoniste che giustificano i saccheggi con il disagio sociale", dice Marrone. "In verità i razziatori osano perché la certezza della pena per i reati di strada in Italia è una chimera, soprattutto a Torino dove le correnti di Sinistra della magistratura criticano la Questura per i troppi arresti".
C’è, poi, un’altra questione da considerare. Gli autori dei saccheggi, dicevamo, sono ragazzi tra i 15 e i 24 anni. Tanti sono nati in Italia da genitori stranieri. Sono la 'generazione ius soli', quella parte di popolazione a cui la Sinistra vorrebbe concedere la cittadinanza facile, presentandola come un diritto che non si può più negare. Ancora oggi il tema viene tirato fuori in continuazione. Allora, forse, bisogna domandarsi se il nodo su cui lavorare non sia proprio questo, cioè l’ideologia migratoria. Le bande torinesi sono il frutto dell’immigrazione incontrollata e di una società, quella italiana, che fatica a imporre il rispetto della comunità e della nazione.
Da anni ci sentiamo dipingere le seconde e terze generazioni di stranieri soltanto come una ricchezza di cui abbiamo assoluta necessità e che dobbiamo coltivare garantendo rapidamente la cittadinanza. Sui problemi di questi ragazzi, però, si è sempre sorvolato. Sul dramma dell’integrazione impossibile non si ragiona praticamente mai, nonostante gli esempi che ci arrivano dall’estero (dalla Francia in particolare, radicalismo islamico compreso)...
Per evitare il disagio, occorre limitare l’immigrazione di massa. Il guaio è che, probabilmente, è già troppo tardi.
martedì 23 febbraio 2021
Youtube censura Silvana De Mari, lei trasloca su Rumble
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Il profilo di Silvana De Mari su Rumble |
E' la stessa De Mari a segnalarlo sul proprio profilo Twitter: "Youtube ha definitivamente chiuso il mio canale". Aggiungendo, sempre sullo stesso profilo, dove poter trovare i propri video: "Da oggi i miei video saranno caricati su RUMBLE".
La ricerca di piattaforme alternative, nel nome della libertà di espressione, continua. L'invito è quindi quello di seguire coloro che abbiano il coraggio di 'pensare altrimenti', per citare il titolo di un libro del filosofo Diego Fusaro.
martedì 20 ottobre 2020
I buonisti italiani messi all'angolo delle proprie vergogne
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Parte dell'articolo di Borgonovo all'interno de "La Verità" |
"Si sono inginocchiati per George Floyd." comincia l'articolo, che prosegue: "Supportano le manifestazioni in Bielorussia. S’indignano per i sovranisti che «mettono a rischio la democrazia». Ma sulla violenza del fanatismo islamico i progressisti europei sono sempre morbidi o afoni".
E' questo il 'j'accuse' di Borgonovo, che mette in risalto per l'ennesima volta, semmai ce ne fosse bisogno, tutte le ipocrisie della cosiddetta Sinistra buonista, italiana e internazionale.
Ho deciso di postare il resto, come testimonianza del fatto che ci sia qualcuno in grado di dire 'no', di alzarsi in piedi quando tutti gli altri si inginocchiano. E non intendo, solo quando si sente parlare di Black Lives Matter.
Metti una testa mozzata in prima pagina: ecco cos'è l'Islam
Maurizio Belpietro, direttore del giornale, nel suo editoriale, giustifica la propria apertura in questo modo: "Noi ci chiamiamo La Verità e la verità vogliamo farvela vedere, ma anche se censurata dai pixel la verità non possiamo tacerla".
Un'idea che condivido sebbene, al momento, non l'abbia apprezzata. Ho avuto il giornale fra le mani, l'ho ripiegato e l'ho ridato al giornalaio, cambiandolo con una copia di "Libero". Personalmente non ho bisogno di dare un volto alla violenza dei musulmani, so benissimo di cosa siano capaci e quali trame squallide muovano ogni loro gesto e la loro espansione in atto da troppo tempo senza che l'Occidente muova un dito per fermarli.
Quella foto è stata pubblicata, giustamente, per coloro che normalmente si voltano dall'altra parte, per quelli che continuano ad accogliere clandestini criminali e bellicosi sciorinando la patetica demagogia del buonismo a tutti i costi e del 'poverino', che nemmeno una favola dei fratelli Grimm sarebbe in grado di rendere credibile.
Per cui si rispetti la scelta di esporre la verità da parte de "La Verità", la volontà di pubblicare quella realtà che i grandi media sottomessi si ostinano a ignorare.
L'editoriale di Maurizio Belpietro