domenica 10 marzo 2024

Papa Francesco alza la voce: "L'Ucraina abbia il coraggio di arrendersi"

Le parole del Papa, su "La Repubblica", scivolano a pagina 12
Il Papa torna a fare il Papa. Finalmente. Una parola forte, quasi inattesa, dopo tanto silenzio, a favore della pace. E lo fa prendendo una posizione chiara, che contrasta con la propaganda occidentale della 'pace ucraina' tanto vaticinata da Volodymir Zelensky, leader sempre più instabile di un'Ucraina sconfitta ma che ancora combatte 'per procura', mandando al macello i giovani di una generazione intera (ormai sostituiti da quelli meno giovani) per la felicità dei costruttori d'armi occidentali e per chi, a ovest, è riuscito perfino a far balenare la possibilità dell'incredibile, una nuova guerra mondiale, quella che sarebbe la più atroce di tutte.
La guerra 'perpetua' del resto, piace all'Occidente. Alla fine chi ci rimette sono solo coloro che vanno al fronte, le economie più deboli, la maggior parte dell'Europa ma, soprattutto, le classi sociali meno forti, quelli che vivono della propria quotidianità. I ricchi, quelli no, anzi. Con la guerra, e questa è storia, hanno sempre più aumentato le proprie entrate. Grazie alle armi e grazie allo sfruttamento di ciò che possiedono, negandolo ovviamente agli altri. Un po' come quando cercano di convincervi che gli alimenti fatti con le farine di insetti sono buoni e salutari, ma loro intanto continuano a mangiare la costata alla fiorentina accompagnata da pane fresco di giornata.
La Russia, beh, la Russia continua a non aver problemi. Della salute della propria popolazione se ne è sempre occupata fino a un certo punto, in perfetto stile da regime sovietico: pane e salame per tutti (salame russo), case riscaldate il giusto, l'acqua calda quando c'è. Insomma, le sanzioni hanno toccato fino a un certo la vita e la società russa: addio alle scarpe italiane, ci si rifà con quelle cinesi. Non sono la stessa cosa, ma nessuno si lamenta, da quelle parti sono abituati, e allora si va avanti così. Come nella guerra con l'Ucraina. Ovviamene i propagandisti occidentali hanno puntato il dito contro il Pontefice, reo di avere detto una cosa assolutamente contraria alla litania proferita dai politici filoamericani, per arrivare fino alle parole di Emmanuel Macron, che ha paventato una 'guerra calda' in terra ucraina, con l'invio di militari francesi ed europei.
"E' più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca", e "quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?". queste le parole di Papa Francesco che, oltre che alla guerra ucraina, si riferisce anche alle stragi compiute dai militari israeliani a Gaza dopo la mattanza realizzata da Hamas il 7 ottobre.
"Oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa", ha detto il Pontefice in un'intervista con la Radiotelevisione svizzera che andrà in onda il 20 marzo, di cui l'ANSA ha pubblicato alcune anticipazioni. Per fermare i morti serve "negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti, la Turchia si è offerta, e altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore", ha chiesto il Santo Padre ricordando che anche lui è pronto alla sua parte, sia per l'Ucraina sia per Gaza. E ancora: "Il negoziato non è mai una resa" e "La guerra è una pazzia". E ancora una chiara accusa verso chi sbandiera finte ideologie come scusa per uccidere: "Dietro una guerra c'è l'industria delle armi, e questo significa soldi", puntando il dito contro chi "guadagna per uccidere" con aziende per cui "oggi ci sono gli investimenti che danno più reddito".
Un'intervista coraggiosa e capace di smuovere le coscienze che i media occidentali hanno prudentemente cercato di ignorare o cauterizzare. "La Repubblica", classica voce 'padronale' dell'atlantismo più bieco, l'ha prudentemente 'retrocessa' a pagina 12, senza commenti.
L'Ucraina che non si arrende, o che viene costretta a non arrendersi, ora dovrà rispondere. Anche se, già in passato, è riuscita a fare passare Papa Francesco per 'filo-russo'. Roba da inserirlo di diritto nelle famose liste di filo-putiniani pretese da Zelensky a Giorgia Meloni.

sabato 9 marzo 2024

Guerra in Ucraina, ucciso il neonazista francese Cesar Aujard

La 'home page' della TASS che riporta la notizia
La guerra è fatta di morte e, purtroppo, di morti. I nomi contano sempre ma, in questo caso, ancora di più, perché la fine di Cesar Aujard non è cosa da poco, ma è invece destinata a fare rumore.
Aujard, un combattente francese nella fila dell'esercito ucraino, noto per le sue posizioni neonaziste. La notizia viene riferita dalla TASS, che commenta la morte del mercenario francese con il drammatico verbo di 'liquidated' durante uno scontro avvenuto ad Avdeyevka.
Con lui è stato 'eliminato' un altro neonazista francese, Cesar Augharome. Morti che fanno seguito al massacro di mercenari francesi (circa 60 morti) avvenuto a Kharkov pochi giorni fa.
Secondo Sergey Rudskoy, vicecapo del quartier generale delle forze armate russe, sono emersi forti legami di questi con i servizi segreti francesi e, sui corpi di altri soldati caduti, sono stati ritrovati evidenze di appartenenza a forze militari americane e polacche.
Tornando alla figura di Aujard, non è solo la TASS a parlarne come un importante figura nell'ambito del neonazismo transalpino. Un articolo del sito francese "Streetpress", scritto nell'ottobre 2023, intitolato "César et Paul, néonazis mondains", dedicato all'amicizia fra Aujard e un altro neonazista francese, Paul Bichet, partner nella vita della discussa attrice Beatrice Dalle.
Aujard avrebbe cominciato la propria carriera come tatuatore ma, successivamente, come riportato dall'articolo "ora combatte sul fronte orientale con l'esercito ucraino. Sul suo account Instagram, distilla scorci della sua vita, tra allenamenti con i pesi e allenamenti di tiro, raccontati da Mediapart, Libération o L'Équipe. Insieme, i due uomini hanno vissuto una traiettoria verso l’estrema destra più violenta" (traduzione Google). E ancora "César ora tatua neonazisti, come i membri del Gud – un'organizzazione studentesca di estrema destra nota per le sue azioni violente – o la divisione Martel – un gruppo di giovanissimi attivisti parigini altrettanto violenti e razzisti. Ha preso parte a diverse 'risse' nella foresta con la banda di teppisti parigini Jeunesse Boulogne, guidata da Marc de Cacqueray-Valmenier, leader dei neonazisti della capitale e Gud. César allena anche una figura di combattente libero di estrema destra, l'ex soldato e teppista di Rennes Maxime Bellamy, per il suo 'Re delle strade' combattimenti clandestini (quasi) senza regole" (traduzione Google).
L'articolo è ovviamente molto più lungo, ma consente di inquadrare meglio la figura di Aujard anche da un punto di vista 'occidentale'.

giovedì 7 marzo 2024

Milan-Slavia Praga: tifosi cechi in Piazza Duomo, cori, colori e belle ragazze

Due tifose dello Slavia Praga in Piazza Duomo (foto Bordignon)
Giornata di festa a Milano per l'arrivo di quasi 5mila tifosi provenienti dalla Repubblica Ceca per assistere a Milan-Slavia Praga, andata degli ottavi di finale di Europa League.
Un contorno colorato e chiassoso e che, almeno per quanto riguarda mattina e pomeriggio precedenti alla partita di San Siro, non ha portato ad alcun temuto incidente.
In diverse centinaia i tifosi radunatisi, come da tradizione, in Piazza del Duomo in un bel pomeriggio di sole, controllati attentamente da un nutrito gruppo di agenti di polizia.
Un lungo cordone composto dai tifosi più accesi si è sistemato appena al di là del sagrato del Duomo, srotolando a un certo punto un grande e lungo striscione dove campeggiava la scritta "Ave Slavìa Fuck Polizìa", dove appariva evidente una rima forzata dalla pronuncia 'slava'. Di fronte un altro cordone composto da altri tifosi dello Slavia, altri del Milan, curiosi e fotografi, fra cui due al seguito dei 'fan' ospiti.
I tifosi dello Slavia si sono poi divisi in due gruppi opposti: il primo ha cominciato a gridare "Slavia" e di rimando l'altro "Praha". E ancora, a strofe alterne, ma ovviamente inintelligibili per chi non conosca la lingua ceca, una versione riadattata di "Sarà perché ti amo" dei Ricchi e Poveri e una di quella 'canzone' che a San Siro veniva intonata all'arrivo dei tifosi del Napoli ("Senti che puzza, scappan pure i cani...").
Alle 17.20 fine delle trasmissioni, i tifosi sfollano dalla piazza e, nella maggior parte, sono stati fatti confluire nella metropolitana 'rossa' M1, opportunamente chiusa al resto dei passeggeri.
Epilogo della giornata in attesa della partita, fra sciarpe, cori e, bisogna dirlo, splendide ragazze ceche, che non hanno lesinato sorrisi e 'messe in posa'. Zero incidenti, zero violenza. Il bello del calcio.

I tifosi dello Slavia Praga in Piazza del Duomo nelle foto di Massimiliano Bordignon:







Bulgaria e Macedonia del Nord, tensione per le minoranze

Una foto di Sofia (foto di Serenay Tosun per Unsplash)
Ancora tensione fra Bulgaria e Macedonia del Nord, con il ministro degli Esteri di Sofia, Marija Gabriel, che ha convocato l'ambasciatrice di Skopje, Agnesa Rusi Popovska, per chiedere spiegazioni in relazione a presunte "recenti asserzioni false" di politici macedoni nei confronti della Bulgaria. 
In un'intervista nei giorni scorsi, nell'ambito della campagna per le presidenziali, il presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, aveva parlato di una "minoranza macedone" in Bulgaria che "per diversi decenni è stata umiliata e maltrattata dalle autorità bulgare" e che dovrebbe essere "riconosciuta nella Costituzione bulgara". 
In una nota inviata ai media, il ministero degli Esteri bulgaro ha dichiarato di "non accettare in maniera categorica il tentativo di coinvolgere la Bulgaria nel dibattito politico interno nella Repubblica di Macedonia del Nord, anche nel contesto dell'attuale campagna elettorale". 
"La Bulgaria mantiene costantemente un tono costruttivo e si astiene dal commentare le continue provocazioni nei sui confronti nello spazio pubblico della Macedonia del Nord", sottolinea il ministero degli Esteri di Sofia. "Ancora una volta invitiamo Skopje - prosegue la nota - a mostrare la necessaria maturità politica e a rispettare rigorosamente l'accordo di buon vicinato del 2017. Questa è l'unica opportunità per realizzare progressi reali nel processo di integrazione europea della Macedonia del Nord".
I media a Sofia rilevano che in Bulgaria non esiste una minoranza macedone e che le asserzioni di Skopje sono una falsa propaganda in vista delle elezioni presidenziali del 24 aprile prossimo alle quali il presidente uscente Pendarovski correrà per un secondo mandato. Sofia da parte sua chiede con forza emendamenti alla Costituzione macedone per inserire in essa la minoranza bulgara in Macedonia del Nord, e minacciando di ostacolare il negoziato di adesione all'Unione Europea aperto da Skopje lo scorso anno. (fonte: ANSA)

Financial Times, Italia leader per aziende con fatturato in crescita nel triennio 2019-22

La 'top 15' della classifica del Financial Times
La prestigiosa classifica FT1000 - Europe’s Fastest Growing Companies 2024, stilata dal Financial Times insieme a Statista e giunta alla sua ottava edizione, elenca le società europee che hanno ottenuto il più alto CAGR (Compounded Average Growth Rate) tra il 2019 e il 2022 in relazione al fatturato.
L'Italia mantiene la sua leadership, con 309 aziende presenti (e ben quattro fra le prime 15), seguita dalla Germania con 202 aziende (e pure lei con quattro nelle prime 15).
Le quatro realtà italiane presenti nelle 'top 15' sono Bidberry (3.a), The Sense Experience Resort (7.a), WECO (12.a) e Oceania (15.a).
Gli esperti del Financial Times 1000 valutano decine di migliaia di aziende in Europa attraverso l’analisi di database aziendali e fonti pubbliche adottando una serie di criteri di inclusione, tra cui: ricavi almeno pari a 100 mila euro nel 2019 e almeno pari a un milione e mezzo di euro nel 2022, essere una società indipendente (non una filiale di alcun tipo), presentare una crescita dei ricavi nel periodo che sia prevalentemente organica, avere un CAGR minimo del 36,3% e, se quotata in borsa, presentare un prezzo dell'azione che non sia sceso di oltre il 50% dal 2022.