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venerdì 23 maggio 2025

Mondiali hockey ghiaccio: Danimarca shock, Canada ko ai quarti all'ultimo minuto

La 'home page' della IIHF celebra l'impresa
Con un gol decisivo di Nick Olesen a soli 49 secondi dalla fine, la Danimarca ha sorpreso il Canada e ha conquistato una vittoria storica nei quarti di finale dei Mondiali di hockey, imponendosi per 2-1 (0-0, 0-0, 2-1) contro una squadra infarcita di 'stelle'.
I danesi, sul ghiaccio di casa di Herning, hanno mostrato grande determinazione durante tutto il terzo periodo, mantenendo alta la pressione e trovando il pareggio grazie a Nikolaj Ehlers, attaccante dei Winnipeg Jets, che ha segnato con l’uomo in più (e la porta sguarnita) a meno di tre minuti dal termine.
Il Canada aveva aperto le marcature al minuto 5'17" del terzo tempo con un gol di Travis Sanheim, dopo aver dominato nei primi due periodi con 30 tiri diretti al portiere danese Frederik Dichow, senza però riuscire a concretizzare le occasioni.
Nel finale, una Danimarca sempre più aggressiva ha messo in difficoltà il Canada, costringendo il 'goalie' Jordan Binnington a una serie di interventi decisivi per mantenere la propria squadra in partita. Tuttavia, l’assalto danese ha avuto successo con la rete di Olesen, chiudendo clamorosamente la sfida.
Già nel secondo periodo, Morten Poulsen sembrava aver portato in vantaggio la Danimarca con un gol su contropiede, ma la rete era stata annullata per un passaggio irregolare effettuato con il guanto.
Nonostante una formazione ricca di talento, con campioni come il capitano Sidney Crosby, l’MVP della stagione NHL 2024, Nathan MacKinnon, e lo stesso Binnington, il Canada ha dovuto abbandonare la competizione, lasciando spazio alla straordinaria impresa danese.

venerdì 28 gennaio 2022

L'incompetente cinefilo: "Riders of Justice", se il dramma si trasforma in fiaba

La locandina del film
"Riders of Justice"
("Retfærdighedens ryttere") è un film danese del 2020 scritto e diretto da Anders Thomas Jensen e che ha in Mads Mikkelsen, Nikolaj Lie Kaas, Andrea Heick Gadeberg, Lars Brygmann e Nicolas Bro i suoi attori principali.
Il film è da vedere, pur nella sua stranezza così tipicamente scandinava, un velo che mischia follia, introversione e surrealismo e che alla fine, pur senza mostrarlo ai quattro venti, reca un sé un messaggio chiaro, cosa che spesso non gradisco ma che, se accennata con moderazione, risulta perfino godibile: l'odio è inutile anzi, è dannoso e controproducente, e rischia di portare a cortocircuiti dagli esiti imprevedbili, sebbene in buona fede.
Il film si muove in un misto fra dramma e fiaba, ben interpretato, un 'revenge movie' grottesco con un finale alla 'Andersen' e non potrebbe essere altrimenti, viste le latitudini.
Voto: 7,5 - a volte ci si perde d'animo viste alcune incongruenze, che però, alla fine, risultano chiaramente 'volute'.

sabato 31 luglio 2021

Dalla Danimarca un forte segnale contro l'invasione islamica

Un manifesto del Dansk Folkeparti
E' un segnale importante quello dato dal governo della Danimarca, uno dei Paesi 'storici' legati a quella socialdemocrazia 'buonista', causa prima dell'affossamento del sentimento di identità europea.
Ora i danesi cominciano a dire un forte 'basta' all'ingresso di migliaia di stranieri e stanno procedendo al rimpatrio di centinaia di siriani, dopo aver dichiarato la città.
Ovvie e inevitabili le rimostranze di chi sull'ingresso degli stranieri campa e prolifica, come nel caso di quegli avvocati 'azzeccagarbugli' che si stanno per apprestare a portare il governo della nazione scandinava davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani.
Le autorità danesi hanno cominciato già la scorsa estate a respingere le richieste di rinnovo dello status di rifugiato, giustificando la decisione con il drastico miglioramento della situazione in molte parti della Siria sarebbe "drasticamente migliorata". Un'identità cultura ed etnica, quella danese, completamente stravolta nel giro di pochi anni visto che, su un totale di quasi sei milioni di abitanti, ben 500mila sono nati all'estero.
Inevitabilmente si è sviluppata una corrente di forte consapevolezza nazionale, che ha trovato libera espressione nel Partito del Popolo (Dansk Folkeparti, DF), considerato di estrema Destra, ma che in realtà ha una connotazione fortemente di Sinistra, essendo nettamente a favore di un robusto stato sociale e di politiche redistributive del reddito per limitare diseguaglianze socioeconomiche. Importante, alla sua base, anche la forte politica anti immigrazionista, in particolare nei confronti delle popolazioni musulmane, considerate incompatibili con la liberare e avanzata società danese.
Leggi anche: Ungheria a fianco della Lituania nella lotta contro i clandestini

martedì 8 giugno 2010

Mary of Denmark, una bellezza principesca...

A guardarla viene spontaneo pensare alla regalità di una principessa, alla dolcezza e al portamento che si addicono a una regale. Eppure, Mary Elizabeth Donaldson, 38 anni, moglie di Frederik, principe ereditario della Danimarca, appartiene a una nazione che è quanto di più lontano dall'idea di corona, sebbene sia in qualche modo legata tuttora all'Impero Britannico.
Parlo
dell'Australia (lei è infatti nata a Hobart), terra di avventurieri e rinnegati (i primi australiani, non parlo degli aborigeni, furono criminali e assassini deportati proprio dalla Gran Bretagna), che però ha dato i natali a questa sua regale pulzella che, a tutti gli effetti, va chiamata la Principessa di Danimarca. Suona bene, no? Chinata, in piedi o sul trono, la splendida Mary rimane comunque una gran bellezza. Principesca...