giovedì 30 gennaio 2020

L'Alta Velocità fa schizzare il PIL, la conferma da uno studio

Il professor Ennio Cascetta (foto Bordignon)
Non solo fra Nord e Sud, ma anche fra TAV e NO TAV: l'Italia si divide in due fra una parte più ricca, quella delle città dotate di una stazione dell'Alta Velocità, o che si trovino a una prossimità inferiore alle due ore, e quelle delle città che superano questa distanza. In ambito economico, una differenza fra i 7 e i 7 punti e mezzo di PIL, con un peso superiore a quello del reddito pro capite.
Ne ha parlato, a Milano, Ennio Cascetta, professore di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto presso l'Università di Napoli, durante la 48.a edizione della European Transport Conference, andata in scena al Politecnico. Anche perché, ha spiegato Cascetta, il nesso tra sviluppo infrastrutturale e crescita dell'economia è diretto, ed è per questo che diventa perciò assolutamente necessario completare la rete dell'Alta Velocità, specie al Sud, velocizzando la Salerno-Taranto e la Napoli-Palermo, portando così il 76% degli italiani a non più di un'ora di strada dalla più vicina stazione TAV.
Così commenta Cascetta, in esclusiva: "L'Alta Velocità in Italia è stata un grande successo, è un progetto che ha cambiato il Paese. All'interno del Paese, poi, l'Alta Velocità ha aumentato la divisione fra l'Italia TAV e quella NO TAV, ovvero quella parte che ne è esclusa".
(foto di Massimiliano Bordignon)