Maurizio Molinari (foto Bordignon) |
Lo stesso De Bortoli, al mio microfono, sottolinea: "Questo libro ci spiega quanto sia complesso il quadro geopolitico e di come le democrazie liberali, fra cui la nostra, siano sottoposte a un assedio sia da parte cinese, che da parte russa. Con armi diverse, ma con tante sfide, soprattutto sul versante delle tecnologie, sul tema delle libertà personali e dei diritti umani, che disegnano un quadro inquietante". Prosegue De Bortoli: "Certo, non siamo nella guerra fredda con un pericolo nucleare, siamo in una fase in cui dovremmo aprire gli occhi, ma noi italiani siamo molto ripiegati su noi stessi, come dimostra la vicenda libica nel Mediterraneo, in cui dovremmo avere un ruolo diverso, e purtroppo questo non accade". Una guerra fredda diversa nel clima: "I missili di Cuba per fortuna non ci sono più. Mi domando cosa sarebbe accaduto se in quegli anni ci fossero stati i social network. Forse non sarebbe stato possibile realizzare trattative sotterranee. Mi chiedo però dove siano finite quelle armi nucleari, soprattutto con il disfacimento del blocco sovietico, che poi è un tema che si ripropone con l'Irak, che vuole la sua arma nucleare e che ha conseguito l'arricchimento dell'uranio, rappresentando una minaccia ulteriore per Israele, per un quadro generale spezzettato e complesso". (foto di Massimiliano Bordignon)