venerdì 3 gennaio 2020

Radetzky e la marcia nazista, censura ridicola

Josef Radetzky interpretato da George Gagnidze a Verona
In pochi sono esperti veramente di musica classica, ma tutti, o almeno quasi tutti, abbiano ascoltato il mitico Concerto di Capodanno, lo hanno fatto nella trepida attesa del magico momento: la Marcia di Radetzky, o Radetzky-Marsch, scritta da Johann Strauss Padre, che da sempre chiude in gloria la manifestazione viennese, immergendoci in un meraviglioso quanto leggendario clima di nostalgia da impero asburgico.
Da oggi, tutti noi, me compreso, dobbiamo essere consapevoli di avere commesso uno psicoreato: intimamente ci siamo avvicinati, senza saperlo, a una espressione di chiaro spirito nazista. E già, perché 'finalmente', da quest'anno torneremo 'liberi', perché il maestro lettone Andris Nelsons, ha deciso di fare eseguire quello che per molti è ancora un vero e proprio 'inno' legato al mai dimenticato Cecco Beppe, “nazista”.
Riporto da "Il Fatto Quotidiano": "Le composizioni di Strauss sono in molti casi non orchestrate: in questo caso era stata pensata per un’orchestra di piccole dimensioni, perciò l’arrangiamento musicale eseguito fino ad oggi, che tutti conosciamo, è quello realizzato da Leopold Weninger (sconosciuto, a me e ai più, ndr) musicista austriaco che nel 1932 aderì al partito nazista, che lo riprese modificandone alcune parti per renderle più incalzanti, per aiutare la propaganda del partito. Nelsons aveva suggerito di modificarne alcune parti per liberare il brano da scomodi retaggi “nazisti” sottotraccia, recuperando un’orchestrazione precedente, libera da tutte le modifiche sedimentate nei secoli".
Insomma, nessuno o quasi di noi, comuni mortali, che si accosta alla musica classica giusto immaginandola interpretata dai valzer di Strauss e dalla famosa marcetta, finora ha preso un grosso abbaglio, venendo inconsapevolmente condotto da una mano maligna verso note militaresche e assassine. A quanto pare, la nuova esecuzione non dovrebbe essere molto diversa dall'originale. A maggior ragione è quindi decisamente assai idiota modificarne lo splendido ritmo a cui si era, in maniera assolutamente innocente, legati.