giovedì 23 gennaio 2020

Premio Risorsa 23-01-20: massacratore di polacca, Tunisia

Ho appena assegnato la prima edizione del Premio Risorsa, che subito mi tocca consegnare la seconda. Il 'fortunato', questa volta, arriva dalla Tunisia, quella stessa pacifica nazione che ha fornito il presunto spacciatore del Pilastro cui Matteo Salvini ha fatto visita, fra strepiti, urla di disapprovazione e interrogazioni parlamentari, italiane e nordafricane.
Stavolta, però, la Tunisia c'entra in maniera conclamata, è stato lo stesso campione, bontà sua, ad autodenunciarsi. Il 41enne vincitore della seconda edizione del Premio Risorsa ha infatti ucciso una donna polacca di 51 anni a botte, nel vero senso della parola.
Leggo, stavolta da "Il Giornale di Vicenza": "Pare che il delitto sia avvenuto al culmine di una lite tra i due... La donna sarebbe morta in seguito alle violente percosse subite... Sul corpo della vittima, infatti, sono state notate le conseguenze di un forte pestaggio". Ci sta. Probabilmente il tunisino avrà sentito delle voci, non era stabile psichicamente, e poi, racconta ancora il giornale, fra i due c'era anche un tenero affetto, si conoscevano da tempo, probabilmente si sarà trattato di uno slancio emotivo. Sono certo che un avvocato anche di medio calibro riuscirà a ottenere, per questa risorsa fondamentale per l'economia futura del nostro Paese, la semilibertà.
"Stando a quello che il magrebino ha riferito alla polizia, avrebbe avuto una lite per futili motivi", prosegue l'articolo, che conclude con un mirabile esempio di humana pietas, che non potrà che alleggerire la pena del nordafricano: "L’uomo ha raccontato di essersi svegliato e di aver trovato l’amica distesa a terra, priva di vita. Sarebbe quindi fuggito per paura. Arrivato a Genova, non si sa ancora per quale motivo, è andato in Questura. «Sono preoccupato, forse ho ucciso una donna durante una lite», sono state le sue parole".
Eccoti il premio, maghrebino, con tanto di bacio perché c'hai pure sofferto.