Il poster della 2.a stagione di "ST Discovery" |
Nasce da qui la novità presentata da Michelle Paradise, produttrice di "Star Trek Discovery", spin-off dello storico telefilm americano ideato da Gene Roddenberry, che ha deciso di adeguarsi al sempre più proliferante ‘movimento gender’, quella teoria che tende a eliminare ogni differenza fra sesso maschile e femminile e tendente a una ‘spersonalizzazione’ dei sessi. Una scelta non casuale, ma che riveste anche un importante presa di posizione politica, tesa direttamente a colpire il significato di ‘famiglia’ nel suo intimo. E, per i propugnatori del ‘gender’, non è certamente paradossale che "ST Discovery" abbia tra le famiglie il proprio fruitore principale, e tra i ragazzi i propri obiettivi maggiormente influenzabili.
Nella terza stagione del telefilm, uno dei tanti spin-off dell’edizione originale, nata negli anni ’60, ci saranno infatti un personaggio cosiddetto ‘transgender’, Gray, e uno non ‘binario’ (altro complesso neologismo che comprende quegli individui che non si considerano né uomo né donna, o che si considerano entrambi o non esclusivamente solo uno dei due), Adira. Saranno interpretati rispettivamente da Ian Alexander e Blu del Barrio. Alexander, 19 anni, è in effetti un trans, ed è già un attore affermato nel mondo dello spettacolo, mentre Del Barrio, che si identifica come persona non binaria, è al suo primo ruolo dopo la scuola di recitazione.
Ufficialmente, ovvio, non c'è nulla di male, ma quello messo in atto da "ST Discovery" è l'ennesimo attacco alla famiglia tradizionale che tanto fa comodo ai propugnatori del 'melting pot' globalista e desessualizzato.