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sabato 15 gennaio 2022

Nordafricani, arabi, neri: senza fine la violenza straniera in Italia

L'articolo pubblicato da "La Verità"
Continua senza fine la vergogna della violenza straniera a Milano e nel resto dell'Italia. Il bollettino potrebbe rimarcare le orme di quello del Covid, ma potrebbe anche essere peggiore. Sicuramente dal punto di vista morale. Perché il virus, di morale, non ne ha, non guarda in faccia nessuno, colpisce senza cattiveria né crudeltà.
Chi ha colpito in piazza Duomo a Milano, invece, lo ha fatto per soddisfare esigenze e volontà propria, per esaudire le proprie ataviche attitudini, per la crudeltà innata di chi, obbligato all'immigrazione, nulla ritiene di avere da perdere in terra straniera.
Ed eccoli, i nordafricani di Piazza Duomo, guano putrescente di fronte al simbolo religioso e civile di una città fondata dai Celti Insubri, resa prospera dalle stirpi longobarde e latine che poi l'hanno abitata, cui poi si sono sovrapposte quelle venete e meridionali, giusto per rendere frizzante e prolifico un melting pot che, di certo, non ha bisogno aggiunte cromosomiche di provenienze troppo lontane per potersi integrare correttamente (ovviamente sull'odierno numero milanese de "La Repubblica" capiamo di trovarci di fronte a simili origini etniche solo per i nomi delle persone coinvolte, non perché ce lo dicano i giornalisti)).
Nordafricani sono i violenti di Piazza Duomo, nordafricani (marocchini) sono gli infami che, sempre a Milano, hanno derubato un disabile su carrozzina, accerchiandolo e minacciandolo nel mezzanino della metropolitana di Porta Genova, strattonandolo e rubandogli il cellulare.
Ed è sempre un marocchino, sotto l'effetto di alcol e droga (per il cui spaccio era già stato condannato) ad aver assassinato una bambina di tre anni, la figlia della compagna, lanciandola dalla finestra di casa.
Ed è ancora un nordafricano di 21 anni (padre marocchino, madre libanese) l'assassino di un 17.enne triestino, strangolato in un sottoscala della città giuliana: semplicissimo il movente, la gelosia.
Marocchini, nordafricani, arabi, neri. Gli stessi che vediamo ogni giorno posare i loro piedi sulla nostra terra. Donne, bambini, vecchi, ci dicono i 'buonisti dell'accoglienza', sapendo di mentire complici irresponsabili di quegli stessi crimini che questo ciarpame umano commetterà inevitabilmente una volta entrato su suolo europeo.

L'assassinio di Torino nell'articolo di "Libero"

L'omicidio di Trieste nella prima pagina del quotidiano locale, "Il Piccolo"

Esempio di 'giornalismo di regime': il "Corriere Milano" non cita la nazionalità dei criminali

lunedì 10 gennaio 2022

Capodanno violento in Duomo, la vergogna degli arabi di Milano

L'apertura della pagina milanese de "Il Giornale"
L'Italia si era vestita a lutto per la mano che un tifoso aveva schiaffato dietro al culo della giornalista Greta Beccaglia al termine della partita di calcio Empoli-Fiorentina. Per il maleducato di turno gogna mediatica, crisi di coscienza di massa sulla 'cultura maschilista' italica e tutti in ginocchio sui ceci, soprattutto gli italiani 'maschi bianchi', per colpa di quel gesto che "Il Fatto Quotidiano" definiva 'viriloide'. E, nel frattempo, la giornalista di Toscana TV eletta a nuova eroina del femminismo lavoratore, prossima nuova figura da inserire nel 'presepe' degli eroi invitti de "Il Quarto Stato" di Pelizza da Volpedo.
Ben altro scalpore, praticamente nullo, ha dettato l'ennesima violenza perpetrata dal solito gruppo di stranieri in Piazza del Duomo a Milano durante la notte di Capodanno.
Sorvolando sugli accoltellamenti vari che li hanno visti reciproci protagonisti, in qualità di carnefici e vittime (poco duole che si eliminino a vicenda), i fari 'non' sono stati puntati sulle molestie che un numeroso gruppo di nordafricani (chi dice maghrebini, chi egiziani) ha perpetrato ai danni di alcune ragazze europee bianche nei pressi del Duomo.
Tutto nasce dalla coraggiosa denuncia di una giovane, circondata da circa una trentina di stranieri che l'anno palpeggiata e tentato di derubarla, venendo 'salvata' solo dal provvidenziale intervento delle Forze dell'Ordine, per fortuna presenti nella zona.
Nelle ore successive si avevano poi notizie sparse di altri ferimenti, bottigliate, pestaggi, sempre con protagonisti, attivi e passivi, ancora una volta e soprattutto nordafricani.
Sull'onda delle denunce della giovane sono poi arrivate quelle successive. Due 20enni tedesche hanno trovato la forza di parlare solo una volta ritornate a casa, a Mannheim: "Avevamo quindici mani addosso, l'aggressione è durata dieci minuti. La polizia non ha fatto nulla". Per una Germania che, purtroppo, ha già provato sulla propria pelle le violenze degli arabi nella infausta notte di Colonia del Capodanno 2015.
"Abbiamo provato a respingerli, la mia amica li ha colpiti e dato schiaffi ma loro ridevano e hanno continuato a molestarci". Già ce li immaginiamo, gli schifosi, ben lontani dall'atteggiamento goliardico del tifoso toscano messo alla gogna dalla televisione e dalle femministe nostrane. "La polizia ci vedeva e non ha fatto nulla — è l'accusa — non so dire perché, è stato scioccante perché non possono non averci viste".
Le poverine non sanno che, in Italia, toccare uno straniero, peggio che mai nordafricano, da parte di un poliziotto è da considerarsi alla stregua di un reato e come a questo 'bestiame umano' tutto sia consentito, con la compiacenza della Sinistra cattocomunista 'buonista' e 'accogliente'.
Aggiungono le due: "Nessuno parlava italiano e purtroppo nessuno parlava inglese quando siamo riuscite a uscire da lì. E' stato davvero scioccante — ha concluso — la mia amica ancora non riesce a dormire".
Le laconiche parole del sindaco Beppe Sala sono quelle di chi non farà nulla per cambiare le cose perché consapevole che, per cambiare suddette cose, andrebbe compiuta una vera e propria 'pulizia etnica' all'interno della nostra città prima, e del nostro Paese poi, sradicando quel cancro invasivo nordafricano che sta mutando radicalmente il profilo etnico e, purtroppo, culturale, delle nostre 'terre'.
"Con l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, siamo in costante contatto con la Questura che sta lavorando senza sosta per individuare i responsabili di questi atti odiosi e confidiamo nell'efficacia delle indagini. Scoprire e fermare i membri del 'branco' che si è reso responsabile di tali violenze è la risposta migliore che possiamo dare alle vittime. A loro voglio esprimere la mia piena vicinanza".
Parole prive di senso e, soprattutto, di azione. Gli italiani sono stanchi. Perché, se una mano galeotta che molla uno schiaffo al sedere di una bella donna ci può stare, schiaffo di ritorno compreso condito da insulto, la sottocultura d'importazione che imposta come senso naturale delle cose la violenza, singola e di massa (non solo ai danni delle donne) va combattuta strada per strada, prima che sia troppo tardi.

sabato 6 novembre 2021

Quando il centro sociale è sfrattato dai maghrebini, ovvero: chi la fa l'aspetti

Il 'triste' annuncio dal profilo Facebook di Macao
La notizia è curiosa e abbastanza divertente, almeno dal mio punto di vista. La riporta l'ineffabile Cristina Gauri, giornalista (e non solo) de "Il Primato Nazionale", che con parole perfette racconta quanto avvenuto in uno dei più classici 'centri sociali' milanesi, il Macao. Dove non poté la polizia 'fascista' con la connivenza della Digos e dei servizi segreti deviati, ha potuto un gruppo di immigrati sbandati, quegli extracomunitari tanto amati dalla ciurmaglia dell'estrema sinistra, che del Macao aveva fatto un porto franco in cui fare confluire quel 'marcio sociale' che tanto pare mandare in solluchero l'irredentismo di Sinistra, clandestini compresi.
E' giusto però lasciare alle parole della Gauri alcuni dettagli della vicenda, tracciati con il suo stile gustoso che, certamente, potrei al limite copiare ma non migliorare.
Rip Macao. I militanti sbattuti fuori, nel mondo crudele: fuori dall’ovattato giochino che si erano costruiti, occupando per dieci lunghi anni la palazzina dell’ex Macello dei Mercati generali di Milano, in Via Molise 68. Il Macao, divenuto una sorta di polo di aggregazione a metà tra centro sociale e locale esentasse con pretese tra l’hipster e il semiculturale, ha subìto infatti un durissimo bagno di realtà: quando l’occupante hipster incontra l’occupante magrebino, l’occupante hipster deve sloggiare, e alla svelta.
Dell'articolo di Cristina riporto solo un altro stralcio, per non togliervi il piacere di leggerlo interamente (link in calce al post): e proprio la realtà, quella del disagio sociale con cui gli occupanti pensavano di poter venire a patti e con cui fare gargarismi socialmente impegnati, ha presentato loro il conto quando a settembre una banda di nordafricani armati di spranghe e coltelli ha imposto la propria presenza. Dis-occupati, quindi: stavolta non per colpa delle aborrite forze dell’ordine, ma dei fratelli migranti, sempre coccolati e vezzeggiati in comunicati, iniziative e festicciole. Gli occupanti originari del Macao hanno tentato prima la via del dialogo. Con scarsissimi risultati, a quanto pare. «Sospendiamo la permanenza delle attività», scrivono su Facebook i militanti, ormai messi su strada.
Leggi l'articolo completo su "Il Primato Nazionale"