Il 'triste' annuncio dal profilo Facebook di Macao |
E' giusto però lasciare alle parole della Gauri alcuni dettagli della vicenda, tracciati con il suo stile gustoso che, certamente, potrei al limite copiare ma non migliorare.
Rip Macao. I militanti sbattuti fuori, nel mondo crudele: fuori dall’ovattato giochino che si erano costruiti, occupando per dieci lunghi anni la palazzina dell’ex Macello dei Mercati generali di Milano, in Via Molise 68. Il Macao, divenuto una sorta di polo di aggregazione a metà tra centro sociale e locale esentasse con pretese tra l’hipster e il semiculturale, ha subìto infatti un durissimo bagno di realtà: quando l’occupante hipster incontra l’occupante magrebino, l’occupante hipster deve sloggiare, e alla svelta.
Dell'articolo di Cristina riporto solo un altro stralcio, per non togliervi il piacere di leggerlo interamente (link in calce al post): e proprio la realtà, quella del disagio sociale con cui gli occupanti pensavano di poter venire a patti e con cui fare gargarismi socialmente impegnati, ha presentato loro il conto quando a settembre una banda di nordafricani armati di spranghe e coltelli ha imposto la propria presenza. Dis-occupati, quindi: stavolta non per colpa delle aborrite forze dell’ordine, ma dei fratelli migranti, sempre coccolati e vezzeggiati in comunicati, iniziative e festicciole. Gli occupanti originari del Macao hanno tentato prima la via del dialogo. Con scarsissimi risultati, a quanto pare. «Sospendiamo la permanenza delle attività», scrivono su Facebook i militanti, ormai messi su strada.
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