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domenica 30 luglio 2023

San Siro salvo: la storia non si tocca, il resto sono balle

Tre tifosi milanisti davanti a San Siro (foto Bordignon)
Lo stadio di San Siro (il "Meazza" lo chiamano solo gli interisti, ma venne costruito dal presidente del Milan, Piero Pirelli, per ospitare le gare interne dei rossoneri) è salvo e tutto il resto sono grandi balle.
La 'Scala del Calcio' non verrà abbattuta dopo il vincolo stabilito dalla soprintendenza, alla faccia di tutti coloro che, calpestando la storia e il cuore dei tifosi, tifavano per la distruzione del 'museo vivente' della 'pelota' nostrana per consentire l'edificazione di quella che era chiaramente una speculazione edilizia mistificata sotto la maschera di un 'beneficio' per i due club di Milano.
Con il cuore e la storia però non si scherza e giustizia, alla fine, una volta tanto, è stata fatta.
I fautori del modernismo piangono disperati, lamentando presunti rovesci per le proprie squadre del cuore, quando resti tutto da dimostrare che i nuovi orribili stadi moderni (basti vedere la bruttezza dei nuovi impianti inglesi che ospitano le gare di Arsenal, Tottenham Hotspur e West Ham United, con successive campagne sportive fallimentari) portino benefici ai club di proprietà.
San Siro continuerà a essere lo stadio di Milan e Inter, pronte, a parole, a trasferirsi a San Donato e Rozzano.
Ma le parole, come le cattive intenzioni, spesso le porta via il vento. San Siro invece rimane, piramide immota della storia, orgoglio milanese, leggenda dello sport e dell'architettura moderna.

giovedì 23 dicembre 2021

San Siro demolito, l'ultima vergogna di Milano

Lo stadio che prenderà il posto di San Siro (dal Corriere della Sera)
E vai con la 'Cattedrale' e la distruzione totale di San Siro, vai con il progetto di Populous tanto sbandierato da Milan e Inter, quello che dovrà cambiare la storia delle due società e rendere più ricchi gli storici club milanesi, portarli diritti alla ribalta del palcoscenico internazionale.
La realtà è che, invece, al cuore di Milano viene inferta l'ennesima pugnalata, alla faccia della storia e delle tradizioni, regalando in pasto alla stampa asservita una manciata di balle sontuose e una serie di invitanti 'rendering' per sobillare le 'menti deboli' dei tifosi più spaesati e giovani, inconsapevoli di cosa rappresenti San Siro per Milano e i milanesi, cosa significhino quelle targhe inchiodate lungo le rampe con i nomi e i luoghi dei successi internazionali delle due società rossonerazzurre.
Smontata in un amen, fra l'altro, l'ultima frottola, quella che il 'nostro' stadio avrebbe subito una sorta di 'rifunzionalizzazione', che comunque (obbrobrio pure quello) avrebbe almeno salvato una porzione più ampia di stadio.
Non è un caso che siano due proprietà straniere (americani  e cinesi) a devastare il cuore di Milano. Silvio Berlusconi e Massimo Moratti mai avrebbero avuto una pensata tanto esecrabile. E, guarda caso, a guida del Milan c'è quello stesso Gruppo Elliott che ha dissacrato un altro monumento del calcio mondiale, Highbury, stadio dell'Arsenal, demolito per costruire il pomposo ma decisamente orribile Emirates Stadium (noto dai meno con il più sensuale nome di Ashburton Grove).
Quasi sempre i nuovi stadi sono assai peggio dei vecchi, per non parlare della storia che viene impunemente calpestata da architetti senza cuore: lo stadio Moretti a Udine era un 'gioiellino', a fronte di un Friuli che solo dopo 40 anni e dopo una ulteriore modernizzazione è parso assumere forme decenti. Di Highbury ho già scritto, l'attuale Wembley è osceno, specie se confrontato con il meraviglioso stadio vittoriano con tanto di doppia torre di cui ha preso il posto.
E volete sapere a chi vada ascritta la distruzione di Highbury e Wembley, con la 'creazione' dei due 'mostri' che ne hanno preso il posto? Ma allo studio Populous, ovviamente!
Dove si è scelto di costruire un nuovo stadio rimpiazzando in parte, o in toto, quello precedente, le cose sono andate decisamente meglio, come a Bergamo, dove il Brumana si è naturalmente evoluto nello splendido 'catino' dove ora gioca l'Atalanta, o come a Glasgow, sia in casa Celtic che Rangers. Ibrox Park è stato rifatto modellandosi su quello precedente (basti vedere le foto dei due impianti, con il secondo praticamente identico al primo), mentre Parkhead è addirittura migliorato, abbandonando il romantico ma scomodo 'ovale' per diventare, se possibile, ancora più 'britannico', con le curve attaccate al campo.
Tutto da dimostrare anche il fatto che il nuovo stadio (che, immagino, invece che essere dedicato a un santo o a una gloria meneghina, verrà intitolato a qualche squallido sponsor, meglio se di matrice araba) porti nuovi introiti e ricchezze. Di sicuro le porterà agli investitori e agli speculatori edilizi, non a Milan e Inter, come del resto avvenuto a Londra con l'Arsenal, certamente non fra le protagoniste della Premier League come invece capitava quando era ospitato nella sua 'tana' di Highbury. 
La distruzione di San Siro non è quindi solo un calcio volgare alla nostra storia e alla nostra memoria, ma è soprattutto una vergognosa speculazione edilizia, rivestita con l'abito della domenica di 'area verde e polifunzionale' (che poi, vogliamo aggiungere un bel 'chissenefrega' rispetto alle aree verdi? Le facciano altrove, che lo spazio c'è) e con il miraggio di futuri successi sportivi molto più incerti di quanto venga prospettato.

martedì 16 novembre 2021

No all'abbattimento di San Siro, nasce il Comitato Sì Meazza

Lo stadio di San Siro nella foto de "Il Giornale"
Abbattere San Siro, tutto, in parte o a metà? No grazie. Questo secondo il neonato comitato "Sì Meazza", che annovera tra le sue fila personaggi di spicco come Milly Moratti, l'ex prefetto Bruno Ferrante, l’avvocato Felice Besostri, l'ex presidente ATM Bruno Rota e il promoter Claudio Trotta. Ma anche personalità provenienti dal mondo della politica, come gli assessori comunali Franco De Angelis (giunta Pillitteri), Stefano Pillitteri (giunta Moratti), l'ex vicesindaco e fondatore dell'Orchestra Verdi Luigi Corbani, Giorgio Goggi e Sergio Scalpelli (giunta Albertini). Sono 82 i partecipanti al comitato, provenienti da realtà trasversali e a volte opposte fra loro, come il Partito Democratico e Fratelli d'Italia.
Come riporta il quotidiano "Il Giornale" in un suo articolo, il comitato fa sapere di non essere "contro qualcosa, ma per la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello Stadio Meazza, per recuperare a verde la immensa distesa di cemento attorno allo stadio, per riqualificare l’ambiente urbano peraltro già interessato da altre operazioni immobiliari. Noi ci auguriamo che il Sindaco e la Giunta portino rapidamente in Consiglio Comunale le motivazioni alla base della dichiarazione di pubblico interesse".
Ma non basta. Il comitato aggiunge ancora: "Da quanto si è appreso da notizie stampa sulla vicenda dello stadio e delle aree di San Siro, la Giunta di Milano su proposta del Sindaco ha deliberato l’interesse pubblico del nulla: infatti non vi è lo studio di fattibilità; non è definito il progetto del nuovo stadio sulla cui realizzazione di conseguenza si realizza un intervento immobiliare e finanziario proporzionato solamente al costo del nuovo impianto (così prevede la legge); non vi è soprattutto una motivazione come prevede la legge, sulla rinuncia dell’obbligo prioritario, il recupero dello stadio esistente".
Il comitato "Sì Meazza" contesta la decisione di non conservare l'attuale stadio in considerazione del fatto che soltanto cinque anni era stato oggetto di interventi di ristrutturazione per la disputa della finale di Champions League e che i collaudi effettuati nei mesi scorsi avevano certificato la solidità strutturale anche del piano anello, quello di più datata realizzazione.
Il comitato adesso chiede di incontrare i gruppi consiliari e una discussione in aula, riservandosi comunque quella che definisce "più ampia iniziativa".
Il link alla pagina Facebook del Comitato Sì Meazza

venerdì 22 maggio 2020

San Siro, Commissione scandalo concede l'abbattimento: "Non ha interesse culturale"

San Siro oggi, sotto nelle versioni 'antiche'
Fulminea e immediata come tutte come quelle cose che in Italia non riguardano l'interesse pubblico ma gli affari di alcuni singoli, importanti, privati. Ecco che, con un repentino colpo di mano, la diatriba legata alla possibilità di abbattere lo stadio di San Siro è stata saltata a piè pari da un gruppo di oscuri burocrati governativi, l'ennesima 'task force' di questo periodo maledetto.
La Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, cui il sindaco Beppe Sala aveva posto richiesta in tal senso, evidentemente alla ricerca di qualcuno su cui scaricare una decisione che, fin dal suo inizio, è parsa ineluttabile a causa dell'intenso profumo di soldi che la demolizione di San Siro recava con sé, ha definito lo stadio 'privo di interesse culturale'.
Secondo la commissione, l'ok alla distruzione della Scala del Calcio era più che condivisibile in quanto "trattasi, allo stato attuale, di un manufatto architettonico in cui le persistenze dello stadio originario del 1925-26 e dell'ampliamento del 1937-39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento e ampliamento, realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni, perché non risalenti ad oltre settanta anni". Inoltre, si legge ancora nel documento, "le stratificazioni, gli adeguamenti e ampliamenti fanno dello stadio un'opera connotata dagli interventi del 1953-55, oltre a quelli del 1989-90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un'architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo".
Rimane l'amarezza e l'offesa perpetrata attraverso queste righe fredde, prive di quella passione che milioni di tifosi hanno riversato in quello che è uno degli stadi più gloriosi d'Italia e del mondo, in cui Milan e Inter sono arrivate a dominare il mondo.
Non è un caso che, la tremenda decisione di abbattere San Siro, senza peraltro consultare quelli che dovrebbero esserne i principali 'clienti', ovvero i tifosi, avvenga quando le proprietà delle due squadre milanesi siano in mano a capitale straniero. Cinesi e americani poco sanno della storia di Milano, tanto meno delle sue squadre di calcio.
I velleitari progetti di ricostruzione presentati, arrivano peraltro in un momento in cui sia l'Inter, ma soprattutto il Milan, giocano un ruolo residuale nel panorama del calcio nazionale, pur avendo sperperato centinaia e centinaia di milioni per mercati fallimentari, risparmiando i quali avrebbero potuto fare uno stadio migliore e più bello, senza bisogno di distruggere uno dei cuori pulsanti dello sport e della cultura italiana, opera dell'ingegnere Alberto Cugini e dell'architetto Ulisse Stacchini, lo stesso autore della Stazione Centrale di Milano, celebrata come monumento riconosciuto in tutto il mondo.
L'articolo pubblicato da MilanoReporter #SanSirononsitocca