L’Inter vince con pieno merito lo scudetto, il quarto consecutivo, e non può non fare sorridere che, a consegnare il titolo ai nerazzurri, sia stato proprio il Milan, secondo e livido di rabbia per una grandezza che appare sempre più lontana e sbiadita con il corso di anni passati a ‘seru tituli’, anche perché lo strapotere che, almeno a livello nazionale, l’Inter rappresenta, non sembra poter venire messo in discussione l’anno prossimo e chissà per quanto altro tempo ancora.
Per il tifoso nerazzurro medio che ormai si era venuto costruendo con il passare degli anni e, soprattutto, delle cocenti amarezze sia in campo italiano che estero, questo rappresenta un lungo sogno, una notte stellata in cui l’azzurro dei colori della Beneamata si sovrappone al nero cupo e profondo in cui sono sprofondate le rivali di sempre. E più l’Inter vince, più indietro si ‘rosica’, e maggiore è la soddisfazione e il godimento aumentano per chi, ora davanti, un tempo cercava spiegazioni astrologiche fra i motivi del proprio fallimento, per poi trovarle magari, dopo tanto tempo, nella miseria e nel letame di una serie di piccole schede telefoniche. Chissà...
Campioni senza giocare, perché tanto basta vedere gli altri scendere in campo, e perdere. Tanto che perfino un presidente come Massimo Moratti riuscirà a passare come uno fra i ‘numeri uno’ più vincenti di sempre nella storia dell’Inter. Pazzesco, per uno che, fino a pochi anni fa, qualsiasi fosse la scelta da fare, sempre e inevitabilmente compiva la scelta sbagliata. Ora invece ‘il presidente’ si gode lo ‘scudetto perfetto’, quello che giunge nel giorno del proprio compleanno. "Sì, è vero, è la prima volta che festeggio un compleanno vincendo uno scudetto. Sono stati bravi a farmi questo regalo, sono stati bravi veramente” queste le sue prime dichiarazioni, che lasciano spazio anche a una certa ironia nei confronti degli avversari di sempre, verso cui si dimentica, come spesso gli capita, di fare i complimenti di rito (ma sappiamo che lo stile non abita troppo da queste parti…)... Continua a leggere su Milano 2.0