Lo stadio che prenderà il posto di San Siro (dal Corriere della Sera) |
La realtà è che, invece, al cuore di Milano viene inferta l'ennesima pugnalata, alla faccia della storia e delle tradizioni, regalando in pasto alla stampa asservita una manciata di balle sontuose e una serie di invitanti 'rendering' per sobillare le 'menti deboli' dei tifosi più spaesati e giovani, inconsapevoli di cosa rappresenti San Siro per Milano e i milanesi, cosa significhino quelle targhe inchiodate lungo le rampe con i nomi e i luoghi dei successi internazionali delle due società rossonerazzurre.
Smontata in un amen, fra l'altro, l'ultima frottola, quella che il 'nostro' stadio avrebbe subito una sorta di 'rifunzionalizzazione', che comunque (obbrobrio pure quello) avrebbe almeno salvato una porzione più ampia di stadio.
Non è un caso che siano due proprietà straniere (americani e cinesi) a devastare il cuore di Milano. Silvio Berlusconi e Massimo Moratti mai avrebbero avuto una pensata tanto esecrabile. E, guarda caso, a guida del Milan c'è quello stesso Gruppo Elliott che ha dissacrato un altro monumento del calcio mondiale, Highbury, stadio dell'Arsenal, demolito per costruire il pomposo ma decisamente orribile Emirates Stadium (noto dai meno con il più sensuale nome di Ashburton Grove).
Quasi sempre i nuovi stadi sono assai peggio dei vecchi, per non parlare della storia che viene impunemente calpestata da architetti senza cuore: lo stadio Moretti a Udine era un 'gioiellino', a fronte di un Friuli che solo dopo 40 anni e dopo una ulteriore modernizzazione è parso assumere forme decenti. Di Highbury ho già scritto, l'attuale Wembley è osceno, specie se confrontato con il meraviglioso stadio vittoriano con tanto di doppia torre di cui ha preso il posto.
E volete sapere a chi vada ascritta la distruzione di Highbury e Wembley, con la 'creazione' dei due 'mostri' che ne hanno preso il posto? Ma allo studio Populous, ovviamente!
Dove si è scelto di costruire un nuovo stadio rimpiazzando in parte, o in toto, quello precedente, le cose sono andate decisamente meglio, come a Bergamo, dove il Brumana si è naturalmente evoluto nello splendido 'catino' dove ora gioca l'Atalanta, o come a Glasgow, sia in casa Celtic che Rangers. Ibrox Park è stato rifatto modellandosi su quello precedente (basti vedere le foto dei due impianti, con il secondo praticamente identico al primo), mentre Parkhead è addirittura migliorato, abbandonando il romantico ma scomodo 'ovale' per diventare, se possibile, ancora più 'britannico', con le curve attaccate al campo.
Tutto da dimostrare anche il fatto che il nuovo stadio (che, immagino, invece che essere dedicato a un santo o a una gloria meneghina, verrà intitolato a qualche squallido sponsor, meglio se di matrice araba) porti nuovi introiti e ricchezze. Di sicuro le porterà agli investitori e agli speculatori edilizi, non a Milan e Inter, come del resto avvenuto a Londra con l'Arsenal, certamente non fra le protagoniste della Premier League come invece capitava quando era ospitato nella sua 'tana' di Highbury.
La distruzione di San Siro non è quindi solo un calcio volgare alla nostra storia e alla nostra memoria, ma è soprattutto una vergognosa speculazione edilizia, rivestita con l'abito della domenica di 'area verde e polifunzionale' (che poi, vogliamo aggiungere un bel 'chissenefrega' rispetto alle aree verdi? Le facciano altrove, che lo spazio c'è) e con il miraggio di futuri successi sportivi molto più incerti di quanto venga prospettato.