L'articolo pubblicato oggi da "Il Giornale" sulla vicenda |
Per questo non mi sono reso conto dell'ennesima catastrofe provocata da questo 'governicchio' di 'ominicchi', scivolato sulla buccia di banana dei trasporti. Quella che, attraverso l'ennesima norma lanciata e poi ritirata, in stile commedia (o meglio tragedia) dell'arte (mancata), dal ministro della Salute, l''esperto' (si fa per dire) Roberto Speranza, ha condannato migliaia di italiani, già stressati dal 'balletto della pandemia' a rimanere intrappolati nei saloni delle varie stazioni centrali della nazione, sudati e affannati a rincorrere un tagliando per sé e per le proprie famiglie, alla ricerca del miraggio di una fuga da quella drammatica realtà in cui il 'nuovo stato normalizzato 'da Giuseppe Conte ha costretto l'italiano medio a partire dal 20 febbraio di quest'anno.
Ma non tutti, immagino, sarebbero dovuti partire per le vacanze. Molti, suppongo, avrebbero dovuto raggiungere una località per lavoro, per concludere un affare, per cercare di tornare alla normalità negata. Niente. Nulla. Non c'è pietà per l'italiano medio, condannato a rimanere in balìa del delirio sanitario di un governo 'al soldo' dell'Unione Europea, ovvero del nulla.
"Solo Italo, che ha cancellato otto treni della mattina e numerosi biglietti anche per il pomeriggio, ha stimato di aver lasciato a terra ottomila persone", racconta l'ANSA, che prosegue: "Cancellati ad esempio i tre collegamenti fra Milano e Ancona, vale a dire i collegamenti con tutte le località di mare della riviera romagnola proprio nei giorni in cui molti partono per le vacanze. Trenitalia ha inviato una mail ai viaggiatori avvisandoli che si atterrà alle nuove disposizioni previste dall'ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza". E, francamente, poco importa se oggi, in tutta fretta, il portavoce di Speranza, Nicola Del Duce, abbia assicurato che c'è stata "piena condivisione e con l'obiettivo di tutelare la sicurezza dei viaggiatori" con il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli. "Le ricostruzioni odierne su presunte divergenze con il ministro De Micheli relativamente al distanziamento sui treni a lunga percorrenza - ha assicurato - sono del tutto infondate". Quindi, non esiste solo un imbecille al governo. Ne abbiamo almeno due. Senza contare l'allegra banda rimanente, in cui trova piena legittimità l'invito del viceministro dell'Economia, Laura Castelli, rivolto ai ristoratori massacrati dal disastro economico della presunta pandemia: 'reinventarsi' la parola d'ordine, tradotta in 'meglio cambiare mestiere'. E gli imbecilli salgono a tre.