mercoledì 26 agosto 2020

Briatore sta bene e ha ragione, lo sappiano i topi che gli ballano intorno

Flavio Briatore in apertura del "Kronen Zeitung" austriaco
E' divertente vedere come siano tanti i topi usciti dalle fogne per danzare attorno al corpo malato di Flavio Briatore ricoverato in ospedale. Uno dei molti, l'imprenditore veneto, ma uno dei pochi a poter godere di visibilità, a reagire con forza alle deliranti politiche governative di clausura e di 'distruzione mirata' dell'economia nazionale.
"Se lo merita, dopo tutte le cazzate che ha detto" è la frase media che si legge in giro, con qualche anima pia che, estraniandosi ipocritamente dal gruppo, sottolinea che, però no, gli augura di rimettersi presto, mentre un sorriso bieco contorna il suo labbro da carogna. Frasi normalmente pronunciate da gente che, nella vita, ha fatto, se ha fatto, un centesimo di quanto realizzato da Briatore, uomo certamente invidiato per le sue capacità lavorative e (cosa ancora più grave per gli uomini mediocri) amatoriali, viste le splendide donne con cui si è sempre accompagnato nel corso della sua vita.
La realtà è che, Covid o non Covid, Briatore ha espresso quello che pensa la maggioranza della gente che fa del lavoro il proprio mezzo di sostentamento quotidiano. L'uomo non è fatto per vivere di welfare e prebende quotidiane, quelle che tanto piacciono ad alcune aree geografiche il cui voto è stato palesemente 'comprato' con la promessa del miserabile stipendietto mensile. L'uomo vero investe, investe e rischia, così come fa chi va in guerra, dove non puoi pretendere di essere risparmiato, sai di rischiare, ma per il bene tuo, della tua famiglia e dello Stato che rappresenti, vai all'attacco del nemico, e sia quel che sia.
Per questo non esiste alcun paradosso fra le parole di condanna della politica del Governo espresse da Briatore e la sua caduta in malattia da infezione. Dire che il Covid sia una boiata ingrandita 'a piacere' da Giuseppe Conte e dai suoi sodali, che ne sfruttano l'esistenza per continuare a tenere sotto scacco la democrazia italiana, non significa negarne, appunto, l'esistenza.
Personalmente, in ogni caso, non baratterei la possibilità di lavorare come facevo prima della 'clausura' con il rischio, comunque accettabile, di contrarre un coronavirus ormai sempre più debole o di attaccarlo a chicchessia. Non si può distruggere l'economia del mondo per una pestilenza e per il terrore sanitario che ne derivi, usato sapientemente come arma terroristica di massa.

Qui sotto, tre stralci da "Il Giornale" di oggi, dedicati all'argomento.