sabato 21 maggio 2022

Cult-movie, "The Killing Jar" e la frase "Io non sono Smith"

Amber Benson in "The Killing Jar"
Ho visto pochi giorni fa "The Killing Jar" ed è ormai entrato nella mia personalissima galleria degli 'oggetti di culto', dei cosiddetti 'Film della Mezzanotte', da guardare sprofondato in poltrona, un bicchiere di whisky a sinistra, patatine e trash food vario a destra, mentre il silenzio della notte viene interrotto solo ed esclusivamente dalle battute di questo 'lungometraggio' diretto da Mark Young nel 2010.
Personaggi tagliati nel sangue, dialoghi scorbutici e spiazzanti, Amber Benson che passa disinvoltamente dalla 'streghetta' di "Buffy" a cameriera 'on the road', Michael Madsen sanguinario come da copione, è ciò che ti aspetti, una valanga incattivita di umanità avariata.
I comprimari che tali non sono, primo fra tutti Harold Perrineau, per l'occasione clamoroso Doctor Jekill/Mister Hyde, e Danny Trejo (autore di un quasi 'cameo') pronti a capovolgere una trama da bere tutta d'un fiato, e da guardare e riguardare senza mai stancarsi.
Come un film di Quentin Tarantino, ma meglio, splatter quanto basta ma non troppo, con quel finale spiazzante e un dialogo che rimarrà scolpito nella mia memoria: "Allora qui abbiamo un grosso problema" - "Quale problema?" - "Io non sono Smith".