Gianluigi Nuzzi con il generale Antonio Pennino (foto Bordignon) |
E allora via con la presentazione del libro, che propone, con l'inquietante sottotitolo "tra noi", nella narrazione di Nuzzi, alcuni dei fatti più terribili degli ultimi anni, che hanno coinvolto la società cosiddetta 'civile', dalle storie dell'orrore di Terrazza Sentimento, con i 'predatori' che assumono i nomi di Alberto Genovese e Antonio Di Fazio, fino all'immobiliarista di Via Montenapoleone, Omar Confalonieri, che drogava e poi stuprava le donne cui si avvicinava con la scusa di intrattenere rapporti di lavoro.
Imprenditori multimilionari, spesso arricchiti all'improvvisi, giovani attratte dallo scintillio di party proibiti ma all'apparenza innocenti. Giochi perversi anestetizzati dall'uso di droghe e alcolici, ricatti che traggono alimento da promesse di scalata sociale altrimenti improbabile: Nuzzi non tralascia nulla, arricchendo il racconto di sconvolgenti dettagli ignoti ai più, ricavati da atti giudiziari inediti e da interviste esclusive con i protagonisti.
Racconta Nuzzi: "Il libro nasce dall'esperienza di 'Quarto Grado', dove si sono evidenziati tutta una serie di casi giudiziari di predatori sessuali seriali, dai quali ho capito che non siamo più di fronte a casi singoli, ma a un fenomeno fatto di persone che non usano il coltello o la pistola per bloccare la vittima, ma usano il sorriso. Sono persone molto subdole, usano benzodiazepine, usano le cosiddette droghe dello stupro e noi siamo fondamentalmente impreparati a intercettarli ed evitare che questi mettano le mani sulle persone a noi care".
Predatori che non usano il coltello, ma il sorriso, aiutati da soldi, droghe e la promessa di una fama non costruita con il lavoro ma con i regali. Vecchie storie già sentite, sulle quali oggi si alza finalmente il sipario, casi giudiziari che in comune fra loro hanno il senso di onnipotenza e il disprezzo per le donne, come ribadisce la professoressa Isabella Merzagora, notissima criminologa. "Dal punto di vista del criminologo queste vicende sono ubique, non certo milanesi, ma urbane, rurali, italiane e non solo. Inoltre non sono solo dell'oggi, perché nefandezze fatte da potenti, grazie alla protervia del loro potere, ne abbiamo viste anche nel passato. Forse adesso fanno più scandalo, e questa è forse una bella notizia, perché abbiamo delle pretese di maggior sicurezza. Credo che il filo conduttore fra tutti questi fatti sia il disprezzo per le vittime, che poi sia il disprezzo per le donne".