venerdì 7 ottobre 2022

Viaggio in Transilvania, il monastero di Râmeț

L'affresco esterno della chiesetta di Râmeț (foto Bordignon)  
Visitare il monastero ortodosso di Râmeț, in Transilvania, è stata una delle esperienze più emozionanti degli ultimi anni perché, oltre che splendida e ricca di 'cose' da vedere', è stata anche intimamente 'forte', perforante nei sentimenti e nelle sensazioni.
Per le note a margine vi rimando agli scritti di Wikipedia, mentre per darvi solo qualche traccia, vi basti citare le sensazioni di freddo interiore, mischiato al calore dell'anima, alle paure delle sentenze di un Dies Irae che, prima o poi, ci raccoglierà tutti in un giudizio completo e totale.
E un vero e proprio Dies Irae è l'affresco posto all'esterno della chiesa in cui le monache si radunano per pregare e cantare. Il canto, fondamentale nella liturgia, che risuona attraverso gli altoparlanti del monastero, perso fra le montagne, ai piedi di rocce impervie e senza pietà.
Cani randagi, corvi e altri animali da racconti della notte, fra scodinzolii, gemiti e voli pindarici per raccogliere il cibo quotidiano.
Monache che camminano curve per la vecchiaia e la preghiera, il viso nascosto dal velo o dalle mani durante la preghiera.
Il cimitero, croci bianche sopra la collina, una storia di fede che rimane ancorata al terreno.
Roccia scavata con le candele del ricordo e della speranza, per ritrovare un giorno chi è stato assieme a noi e dentro di noi. Vero, Leonessa?
Un'esperienza unica, da ripetere forse altrove, ma da serbare comunque nel cuore e nella mente. Fino a quando vi resterà, porterà con sé tutti i ricordi e le sensazioni che ha evocato.

Altre immagini del monastero (foto Bordignon)