In Italia, questa patologia colpisce circa il 5,6% della popolazione adulta, anche se probabilmente i numeri sono molto più elevati: la BPCO, infatti, è ampiamente sotto-diagnosticata o non riconosciuta precocemente, e la diagnosi spesso avviene solo nelle fasi più avanzate.
“La progressione della BPCO è molto eterogenea e vi giocano un ruolo sia fattori genetici che ambientali. Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio, con circa il 50% dei fumatori che sviluppa la patologia nel corso della vita” dichiara Mauro Carone, presidente di AIPO-ITS. “E le riacutizzazioni della BPCO, definite come un peggioramento dei sintomi che si verifica in meno di due settimane, sono indicatori chiave della progressione di malattia. Oltre ad accelerare il declino della funzionalità respiratoria e ad essere la principale causa di ricovero ospedaliero per BPCO, le riacutizzazioni aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, come infarto miocardico e ictus, e incidono pesantemente sulla qualità di vita, la prognosi e la mortalità dei pazienti; per questo, è importante riconoscerle e intervenire in modo adeguato così da prevenirne il loro verificarsi in futuro”.