mercoledì 15 febbraio 2023

Berlusconi lucido sul conflitto ucraino: "Zelensky non doveva attaccare il Donbass"

Silvio Berlusconi (foto profilo Instagram)
Silvio Berlusconi
invecchiando migliora, proprio come il vino. Le sue frasi contro l'atteggiamento di Giorgia Meloni nei confronti del leader ucraino, Volodymyr Zelensky, ovviamente criticate e vituperate da tutto il panorama del conformismo politico italiota, hanno rispolverato il 'Sua Emittenza' più lucido, quello che, da solo, ha inventato un nuovo di fare politica e società.
Dopo mesi di 'scendilettismo' da parte dei politici italiani ed europei, compreso quell'Antonio Tajani, compagno di partito, uno dei fautori più accesi del sostegno alla guerra in Ucraina, ecco finalmente un ragionamento tanto semplice quanto scontato, una consequenzialità logica che anche un bambino dell'asilo non farebbe fatica a scandire: "Giudico molto molto negativamente questo signore", dove il termine 'signore' indica ovviamente il 'pupazzo' ucraino nelle mani del governo americano in primis, utile marionetta belligerante spina nel fianco, 'casus belli' per poter allargare l'Unione Europea, la NATO e poter destabilizzare in maniera indisturbata i fragili equilibri continentali.
"Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili". Parole chiare, che indicano nient'altro che la verità di una guerra folle,che Putin avrebbe già concluso senza l'ostinata e (apparentemente) incomprensibile resistenza dei Paesi cosiddetti 'occidentali'.
Berlusconi torna anche, per qualche momento, imprenditore: "Per arrivare alla pace, il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: 'È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina dal valore di 6, 7, 8, 9 mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi'". Un gigante. In chiusura, la visione storica e di politica internazionale, quella che praticamnte nessun telegiornale ha spiegato, ma che invece è l'unica reale: "Stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili - dice Berlusconi riferendosi a Zelensky -. Sarebbe bastato che non attaccasse le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto”.
Il giorno dopo l'inevitabile correzione di tiro, per non perdere terreno nei confronti di alleati e nemici. Ma la stoccata è partita, e ha colpito nel segno.