mercoledì 8 febbraio 2023

Festival di Sanremo, il lungo sonno del decerebrato medio italiano

"La Repubblica" apre con Sanremo invece che con il terremoto
Sergio Mattarella
, Roberto Benigni, la Costituzione antifascista: il Festival di Sanremo diventa l'apoteosi dei luoghi comuni dell'italiota medio, l'ignoranza fatta regina a 'mo di termocoperta per gli ultimi neuroni rimasti alle mandolinate nazionali, con l'aggiunta di presentatori in salsa 'politically correct': c'è Amadeus, il 'maschio italico', simpatico ma con una strizzatina alla moda, Chiara Ferragni, che non si sa bene cosa o chi rappresenti, ma fa colore, è abbastanza figa e comunque ci sono le/i deficienti che la seguono e fa ascolti, e infine la 'negretta' Paola Egonu, ma non datele della 'negra' altrimenti si offende, 'marroncina' è meglio.
C'è il vecchio nonno presidenziale Mattarella seduto in tribuna, non si sa se con il bastone o meno, uno dei criminali consapevoli di una nazione da anni consegnata al monolite della pseudosinistra incartapecorita; c'è Benigni, attore ormai finito e consunto ma che piace alle trasmissioni da rincoglioniti consapevoli e recita una Costituzione che nessuno conosce ma che basta definire 'antifassista' per beatificare e rendere intoccabile e immutabile nei secoli.
Non ho visto un microsecondo di questo festival da decenni esclusivo terreno di coltura per decerebrati, ma già lo odio, odio chi lo guarda e chi vi partecipa, chi detiene la possibilità di spandere la sua merda nelle teste dei pezzenti che, come automi, ne fissano le immagini consapevolmente e chi ci allunga il biscotto del suo vile lavoro giornalistico rivestendolo di 'necessità di cronaca' perché tiene famiglia. Basta, basta, basta.