Donna e fumo, sinonimo di sensualità (foto Dominika Roseclay) |
Lo sottolinea l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la letteratura scientifica riporta le evidenti correlazioni che persistono tra il fumo e alcune patologie in ambito urologico e andrologico: pertanto la prevenzione, la lotta al fumo e la cessazione da parte dei fumatori è l’obiettivo che ogni comunità medico-scientifica deve porsi, impegnandosi nell’analisi e nel contrasto a questo fenomeno che miete così tante vittime. AURO.it, Associazione degli Urologi Italiani, ha deciso di impegnarsi concretamente su questo tema e ha, come conseguenza, promosso la campagna conoscitiva “Per un futuro senza fumo”, con l'obiettivo di evidenziare i danni che il fumo causa all'organismo e i metodi disponibili per ridurne i danni.
Allo scopo di sensibilizzare maggiormente sia la categoria di specialisti, sia i pazienti, AURO.it ha inoltre stilato un 'Position Paper' sui rischi del fumo in ambito urologico e le possibili strategie del contenimento dei danni da fumo.
“Il primo dato che emerge dall’analisi dei risultati dell’indagine – spiega il dottor Roberto Sanseverino, presidente di AURO.it - è che solo uno su cinque tra i medici intervistati ha avuto una formazione specifica sul tabagismo e sui metodi per la cessazione dal fumo, risultano essere fumatori quattro medici su dieci e tra gli ex fumatori l’80% dichiara di aver smesso spontaneamente. L’80% dichiara di indagare sulle abitudini al fumo dei pazienti, il 70% dei medici conosce i prodotti alternativi alle sigarette ma solo il 30% li consiglierebbe ai pazienti come metodo per ridurre il rischio legato al fumo; il 30% inoltre afferma di non essere sufficientemente informato sull’argomento per poter consigliare questi prodotti”.
Smettere di fumare è il modo ideale per ridurre ed eliminare il rischio delle patologie correlate al fumo di sigaretta. Dopo un anno il rischio di malattia coronarica è dimezzato; da cinque a quindici anni il rischio di ictus si riduce al pari di quello di un non fumatore; dopo dieci anni il rischio di tumore al polmone diventa la metà.