venerdì 14 febbraio 2025

L'incontro fra Trump e Putin e la curiosa pretesa di Ucraina, Europa e NATO di non venire messe da parte

La prima pagina del Corriere della Sera del 13 febbraio 
E' curiosa la pretesa dell'Europa, dell'Ucraina e della NATO di potersi sedere da pari a pari con Stati Uniti e Russia per poter discutere dei destini del mondo.
Sono state proprio queste entità a chiedere che la Guerra in Ucraina, da conflitto meramente locale si estendesse a guerra praticamente mondiale, una sorta di lotta del Bene contro il Male, di 'unione delle democrazie' contro la dittatura non bolscevica ma, chissenefrega, qualcosa ce lo si riesce sempre a inventare.
Oggi la sconfitta dell'Ucraina di un leader stanco e sempre più abbandonato come Volodymyr Zelensky appare ineluttabile.
Allo stesso ex attore 'ammaestrato' dalla vecchia 'nomenklatura' democratica americana con a capo il 'guerrafondaio' per eccellenza, Joe Biden, viene riservata da Donald Trump una semplice telefonata (strombazzata da tutti i media occidentali come una pietra miliare dell'eccellenza diplomatica ucraina), per poi venire bellamente scavalcato da quello che sarà un faccia a faccia fra il neopresidente americano e Vladimir Putin.
Basta e avanza per decidere dei destini del mondo, libero o meno, anche perché, nel 2025, discutere di democrazie e dittature è come proferire l'ormai consunta frase 'non ci son più stagioni'.
Ai futuri colloqui di pace (o di termine guerra o di fine invasione, si scelga la definizione più appropriata) non è necessaria l'ormai malferma Ucraina, il cui leader Zelensky aveva per primo emanato il diktat che mai sarebbe stato consentito trattare qualsiasi genere di pace con la Russia, a meno che non fosse quella successiva alla schiacciante vittoria finale; non è necessaria l'Europa e quella sorta di animale dimenticato dal tempo e dalla storia che è l'Unione Europea, sempre fallace nelle sue scelte, abilissima nel puntare sul cavallo sbagliato, incapace di restare neutra in un conflitto in cui schierarsi non aveva semplicemente senso; non è necessaria, e lo è meno che mai, la NATO, entità che ha sostenuto l'Ucraina a spada tratta fin dall'inizio, minacciando il coinvolgimento diretto sul campo del mondo occidentale fino a rischiare una guerra atomica.
Trump, dopo la promessa del rispedire i clandestini 'latinos' al di là del muro messicano, si avvia così a mantenere un'altra promessa: quella di pacificare il turbolento mondo contemporaneo, facendo schiumare di rabbia quell'Europa ancora legata a ideologie cadaveriche e bucoliche ormai sconfitte dalla storia.